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30 anni di “Bella in Rosa”

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Bella in Rosa

Una cameretta dove tutto è soffice e pastello, come una nuvola. Una scuola con gli armadietti in fila, nei cui corridoi lunghi e luminosi ci si scambiano sguardi di complicità o occhiatacce di sfida. Una macchina rosa e un po’ sgangherata, fuori dal comune e che non passa inosservata: proprio come l’adolescente a bordo.
Amanti della commedia romantica, stropicciate gli occhi e sfregate bene le mani, perché (se non lo avete ancora fatto) è arrivato il momento di festeggiare il compleanno di un cult.
Ragazzi e ragazze di tutte le età, siate pronti ad innamorarvi (ancora una volta) di una vera e propria eroina. Della sua voglia di migliorarsi, con impegno e passione per lo studio; ma anche del coraggio delle proprie idee, di una creatività giudicata dagli altri un po’ stramba; di un sogno romantico e innocente, che si trasforma in forza e determinazione nella battaglia dei sentimenti.

pretty in the pinkEcco a voi Bella in Rosa – Pretty in Pink, il manifesto adolescenziale firmato dal regista Howard Deutch che compie 30 anni.
Certo, si tratta di un anniversario simbolico per una favola che non può invecchiare (versione moderna di Cenerentola, dove al ballo invece che il valzer suonano gli Spandau Ballet), ma anche l’occasione per riscoprire un cult di quell’epoca spensierata.

La sceneggiatura è del grande John Hughes, che nello stesso periodo ha diretto anche Breakfast Club e Sixteeen Candels – Un compleanno da ricordare.
Idealmente, questi film compongono una trilogia, considerate le caratteristiche comuni tra di essi; a cominciare dalla protagonista (vera e propria attrice feticcio dell’autore), la rossa Molly Ringwald.
Mentre in Breakfast Club, però, le atmosfere sono più malinconiche e riflessive (cinque adolescenti problematici, chiusi in punizione a scuola di sabato mattina, rivelano a se stessi e ai compagni la propria inquietudine e senso di disagio), in Bella in Rosa (esattamente come in Sixteen Candles) la trama è più leggera e sentimentale: una ragazza tra le meno popolari e appariscenti della scuola viene notata magicamente dal tipo più giusto e conteso (figo e ricco di famiglia).
I due si incrociano, si desiderano, ma rimangono divisi da fin troppo evidenti ostacoli sociali. Lui, alla fine, andrà contro tutto e tutti, dichiarandosi alla fanciulla ‘outsider’ e coronando il loro sogno d’amore.

In Bella In Rosa ci sono gli ingredienti più irresistibili per il pubblico adolescenziale: i dischi e le canzoni in voga negli anni 80, l’attenzione alla moda e all’immagine (la protagonista non ha soldi, ma fantasia da vendere, così crea da sé i propri vestiti), feste scatenate, amicizie sincere e (immancabilmente) problemi di cuore.

Andy Walsh (Molly Ringwald) ha un papà disoccupato che ama moltissimo, mentre sua madre ha abbandonato la famiglia, andando via di casa.
La ragazza è particolarmente studiosa e brillante, così ha la possibilità di frequentare una scuola esclusiva, in mezzo a rampolli e principessine viziate che la prendono in giro di continuo.
Nonostante tutto, Andy non molla: lavora part time in un negozio di dischi, grinta e amici non le mancano di certo. Alla fine il suo riscatto nel bel mezzo del ballo scolastico (suggellato da un dolcissimo bacio a Blane, il ragazzo ricco ma sincero di cui è innamorata) sa di trionfo. Non soltanto dell’amore, ma dei buoni sentimenti in generale, come la speranza e il coraggio.

Piccola curiosità: Bella in Rosa è stato girato nella stessa scuola in cui otto anni prima fu ambientata la commedia musicale Grease.

bella in rosa

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