Il 25 maggio 1979 esce, nelle sale cinematografiche americane, uno dei film più influenti ed amati nella storia del cinema. “Alien” lambirà trasversalmente il genere horror e la fantascienza, dando inizio ad un incredibile, longevo franchise, permeando in modo irreversibile tutti gli anni 80 e lanciando un modello di donna alternativo alle biondone classiche del decennio, incarnato dalla spigolosa Sigourney Weaver.
L’astronave commerciale “Nostromo”, della compagnia Wayland, sta affrontando il viaggio che riporterà sulla terra il proprio equipaggio, sottoposto a sonno criogenico. Nel mezzo del percorso, però, l’astronave capta un segnale di soccorso proveniente da uno sperduto pianeta. Dapprima riluttante, l’equipaggio decide tuttavia di effettuare una ricognizione. Nei pressi di un misterioso relitto, uno dei soccorritori viene aggredito da una strana creatura che lo feconda: ne nascerà uno spaventoso xenomorfo che, nascondendosi negli angoli della “Nostromo”, decimerà i membri della nave. Sarà l’inizio dell’incubo per l’ufficiale Ellen Ripley, unica superstite della strage (insieme con il gatto Jones).
Nel 1986, il canadese James Cameron è reduce dal successo di “Terminator” (1984). Avendo già delineato un proprio stile registico, Cameron rivede completamente le atmosfere volute da Scott per il primo film. Abbandonati i risvolti psicologici, ciò che rimane si esprime in puro intrattenimento: la lancinante tensione di “Alien” è qui trasformata in spettacolari scontri, supportati da un superbo utilizzo dei migliori effetti visivi disponibili all’epoca. Dei due Oscar vinti, proprio uno verrà grazie all’ottimo lavoro svolto sugli effetti speciali.
Facehugger originale usato durante le riprese del film “Aliens” (1986), fu salvato a fine riprese dal modellista premio Oscar per gli effetti speciali Robert Skotak.
Articolo a cura di Paolo Prevosto e Francesco Magnoni
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