Ho sempre avuto un debole per i proverbi perché rappresentano uno spaccato di quello che siamo – oltre ad aiutarci a capire meglio alcune dinamiche umane.
Se poi devo scegliere i maestri di proverbi, di sicuro nell’Olimpo delle dicerie popolari un posto d’onore lo hanno gli anziani: che sono i reali trasportatori e tramandatori di certi modi di dire.
Uno dei problemi del ricambio generazionale è però il rischio di smarrire gli antichi valori, con il risultato che vadano perduti e non vengano trasmessi ai posteri.
Per nostra fortuna, però, un’intera generazione sta trasmettendo pesantemente delle tradizioni che probabilmente non verranno mai più abbandonate: quella degli anni 80.
In particolare c’è un aspetto che è stato recuperato e che sta prepotentemente tornando in auge: quello relativo alla cucina.
Eh già: non potete far finta di nulla e dire che non conoscete i gamberetti in salsa cockatil e altre leccornie. Anzi, se “per sbaglio” non vi ricordate cosa siano vi consiglio di mettere nella lista per Babbo Natale un bel libro: “Ottantafame” di Carlo Spinelli.
Un libro che descrive come l’Italia sia passata dalla pesantezza degli anni di piombo alla spensieratezza dei Paninari. In quell’epoca diventa ormai all’ordine del giorno mangiare un risotto alle fragole e champagne, far merenda con una girella e bere un Long Island la sera in compagnia di amici.
Insomma un libro che è un continuo ricordare come erano belli e allegri quei tempi senza però farci mancare la proverbiale lacrimuccia.
Il libro si può acquistare un po’ dove si vuole quindi non sto a consigliarvi link e altro. Basta segnarvi il titolo e l’autore. Buon… appetito!