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Cristina D’Avena a Sanremo. Forse.

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Cristina D’Avena
Cristina D’Avena a Sanremo. Forse.

Il secondo Festival consecutivo condotto da Carlo Conti, timoniere de I Migliori Anni e di Tale e Quale Show: volto simbolo, dunque, della TV nostalgia.

Per questo motivo, deve essere venuto spontaneo ai fan della D’Avena lanciare una campagna su Twitter e change.org per convincere gli organizzatori della kermesse canora ad invitare la loro beniamina.

Ma cosa significherebbe vedere sul palco dell’Ariston Cristina D’Avena?
Proprio lei, che non ha mai neanche avuto il tempo di partecipare alle selezioni per il Festival, troppo impegnata tra una cover di Noi Puffi siam così e un remake della sigla di Lady Oscar.
Quello di Cristina D’Avena sarebbe, probabilmente, un ritorno doveroso al piccolo schermo: in fondo, lei si è resa protagonista di pagine memorabili di storia televisiva, a cominciare dalla partecipazione allo Zecchino d’Oro, nel 1968, con Il Valzer del Moscerino.

Ma è negli anni 80 che la cantante bolognese diventa beniamina di tutti i bambini, intonando i loro sogni: sue le interpretazioni delle più popolari sigle dei cartoni animati, da Mila e Shiro, a Memole, fino all’Incantevole Creamy; tormentoni che ancora oggi noi, eterni scolari sull’autobus della gita, cantiamo a squarcia gola (mollando i freni inibitori) sotto la doccia, o al karaoke del pub.

Ma la Cristina nazionale non è solo una voce: chi è stato ragazzino negli anni ’80 non può aver dimenticato le serie TV Love me Licia, Licia dolce Licia, Teneramente Licia, Balliamo e Cantiamo con Licia, trasposizioni live action (come si direbbe oggi) del manga giapponese Kiss Me Licia. Una vera e propria saga che tutti i pomeriggi regalava una parentesi leggera e romantica ai ragazzini alle prese coi compiti.
Prima ancora delle varie Violetta e Hannah Montana, la beniamina dei piccoli era Licia e aveva il volto di Cristina D’Avena.

love me licia
Love me Licia

Licia, figlia del ristoratore Marrabbio, innamorata dell’affascinante Mirko (sgallettato leader del gruppo musicale The Bee Hive) e profetessa del culto della frangetta. Il successo fu tale che dopo svariate stagioni fece la sua apparizione nei palinsesti pomeridiani Mediaset uno spin-off intitolato Arriva Cristina (seguito poi da Cristina, Cri Cri, Cristina l’Europa siamo noi e Cantiamo con Cristina): le avventure di una studentessa di Medicina, inevitabilmente canterina e fidanzata col belloccio Steve.

Insomma, quando ancora c’era la TV dei ragazzi (di cui per vent’anni Bim, Bum, Bam è stato il fortino inespugnabile), Cristina D’Avena ne era l’indiscussa principessa. Le sue foto campeggiavano in formato poster sulle pareti delle camerette, da un capo all’altro della Penisola.
Le avventure di questa fanciulla dall’ugola d’oro affollavano diari e quaderni di tutte le scolare; la sua voce girava senza interruzione alla TV e nei mangianastri dei bambini. Le compilation della D’Avena (un’interminabile serie di Fivelandia), con le ultime sigle dei cartoni animati, restavano prime in classifica per mesi.

fivelandia
Fivelandia

A questo punto, possiamo ben intendere cosa vorrebbe dire per i ragazzetti degli anni 80 ritrovarsi a Sanremo la loro amica Cristina.

Come super ospite di una sera, ben inteso, giammai come concorrente. Perché i fan non vogliono ascoltare brani inediti da lei, ma le sigle dei cartoni: quelle che fermano il tempo, compiendo il miracolo di farci tornare bambini.

E lei, Cristina, la nostra fatina, una ribalta come il Festival se la meriterebbe proprio.

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