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Dungeons and Dragons – C’era una volta.. Il Bardo, il Druido ed il Guerriero..

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Dungeons and Dragons

Una calda estate fine anni 80, primi anni 90.
Pomeriggio.
Una veranda con un grosso tavolo con sopra dei bicchieri e una bibita dissetante, e accanto ad essi dei fogli, delle matite e i due manuali. Rossi o blu a seconda della difficoltà. E i dadi. Immancabili. Quello fighissimo da 20 facce e gli altri, quello da 6 classicissimo, quello da 8, quello da 12 e così via. Tutti di colori brillantissimi, plasticosissimi, che quando li racchiudevi tutti nelle due mani e le agitavi li sentivi sbattere uno contro l’altro con quel ciangottio unico. E noi, piccoli avventurieri restavamo lì, pronti in attesa di giocare e iniziare la nuova avventura, che stavolta ci avrebbe magari portati in un covo di temibili mostri all’interno di una montagna sperduta chissà dove, o nei sotterranei di un castello infestato da draghi sputa fuoco o dispersi in una foresta piena di insidie e trappole.
MERAVIGLIA.
Bè se non lo aveste ancora capito – il che significa che non ci avete mai giocato – sto parlando del Gioco Di Ruolo con tutte e tre le iniziali maiuscole. Il GDR per eccellenza. Dungeons & Dragons.

dungeons & dragonsD&D, il gioco di ruolo fantasy creato da Gary Gygax e Dave Ameson fu pubblicato per la prima volta nel 1974 dalla Tactical Studies Rules – la TSR per poi passare nel 1997 alla famosissima Wizards of the Coast. Viene ritenuto il gioco di ruolo più famoso, con i suoi 20 milioni di giocatori e oltre 1 miliardo di dollari di vendite dei manuali e accessori! Beh niente che dire, tutto bellissimo.
Il set originale del gioco – indicato oggi come OD&D ovvero Original Dungeons & Dragons – era davvero molto spartano: Una piccola scatola dentro la quale c’erano 3 manualetti. Ebbe talmente successo che venne ristampato diverse volte con delle piccole modifiche.

dungeons & dragonsNel 1985 venne pubblicata in Italia la famosa “scatola rossa”, ovvero il set base che conteneva il manuale del giocatore, quello del Dungeon Master e i sei dadi di colore nero. Seguirono poi l’Expert – scatola blu – il Companion – scatole verde azzurro – e un’ulteriore espansione per personaggi dal 26° al 36° livello, apparsa verso il 1990/91 con una bella scatolona nera che non poteva essere usata senza i set precedenti! Di tutte le edizioni io ho “solo” la rossa e la blu! Ma le avrei volute TUTTE!!

dungeons & dragonsPer giocare a D&D oltre al set base e ai bellissimi dadi serviva anche – e soprattutto – una buona dose di fantasia, in quanto le regole del gioco erano semplici o complesse a seconda della parte che ti trovavi a impersonare. Da una parte il giocatore, che doveva creare il proprio personaggio selezionando alcune caratteristiche – sesso, razza e classe – e le doti – forza destrezza, carisma, costituzione, saggezza e intelligenza – che avrebbero contribuito a delineare un personaggio diverso da tutti gli altri. Una volta scelte si segnavano tutte queste informazioni sulla famosissima scheda personaggio. Ed era parecchio divertente, perché te lo creavi come volevi immaginandolo come se fosse una persona in carne e ossa!

dungeons & dragons

dungeons & dragonsDall’altra parte c’era il ruolo più ambìto ma anche difficile, inutile negarlo. Quello del Dungeon Master, ovvero colui che narrava l’avventura dopo averla accuratamente creata – ce n’era di roba da studiare e da sapere – colui che conduceva il gioco insomma!
Il bello del GDR era che, set base a parte, non era necessario acquistare i moduli delle avventure che vendevano in giocheria o dal giocattolaio – anche se erano talmente belli, pieni di informazioni e storie che era impossibile resistere – ma le avventure stesse potevi inventarle TU “Oh potente Master!”  Ambientate in qualsiasi luogo, pianeta, con qualsiasi mostro, personaggio, arma, magia, tesoro e così via sempre senza annoiarsi mai!

dungeons & dragonsOddio, se devo essere sincera non è proprio così, perché mi è capitato in passato di rigiocarci dopo anni e anni e di trovarmi ahimè coinvolta in un gruppo dove il Master era di un noioso che credetemi, al confronto passare un’intera giornata a fissare un muro bianco sarebbe stato più divertente! Eh sì, perché come dicevo prima non è davvero così semplice fare il Master perché se hai scarsa fantasia e anche poco carisma – “CAR” nella scheda personaggio – credetemi, è meglio lasciar perdere e mettersi nei panni del giocatore che almeno non deve decidere le sorti del gruppo ma solo le proprie!

dungeons & dragonsIl mio ricordo di questo gioco – brutta esperienza post 2000 a parte – è davvero unico. Eravamo in collina in estate, un gruppo di bambini quasi ragazzini, e una nostra amica un bel giorno si presenta con questo scatolone rosso con su un disegno di un drago e tutta esaltata ci spiega che era un nuovo gioco che aveva comprato, e che non vedeva l’ora di giocarci con noi, assicurando che ci saremmo divertiti moltissimo! E aveva pienamente ragione! Ricordo che giocammo per tutta l’estate come dei matti: lei faceva il Master e aveva – per l’appunto – questa capacità pazzesca di raccontare le avventure, interamente create da lei, con queste mappe accurate, piene di dettagli, trabocchetti – tracobetti – mostri e tante altre chicche!

dungeons & dragonsUn’altra cosa che ricordo e che mi faceva impazzire era che, quando il nostro personaggio prima o durante un’avventura si trovava in un villaggio dove poteva fare acquisti, lei ti porgeva un foglio con su diversi tipi di annunci – alcuni anche molto bizzarri – di merce in vendita con nomi fittizi di botteghe nel quale comprarli! Ti calavi nel tuo personaggio, e in quel mondo fantasy in così poco tempo che non avresti più voluto smettere di giocare! Affascinante davvero.

dungeons & dragonsLe revisioni del gioco sono state tantissime, con un sacco di modifiche e aggiunte per rendere l’avventura il più completa possibile fino all’ultima edizione, la quinta, del 2014. Oltre a quelle Vintage, posseggo anche l’edizione 3.5 datata 2003, proprio l’anno in cui ripresi a giocare, con i manuali del giocatore, del Master e dei mostri, ognuno di ben 350 pagine circa! Meravigliosi niente da dire ma credetemi che da studiare sono qualcosa come splendidi testi universitari!

dungeons & dragonsE’ vero, a distanza di anni il gioco si è talmente evoluto e perfezionato da essere praticamente perfetto. Puoi costruirti il tuo castello, acquistare abiti pregiati di qualsiasi tipo, fare praticamente qualsiasi azione con una miriade di informazioni in più. Ma sarà la mia indole nostalgica, sarà il fascino del
passato, però volete mettere un manuale sgualcito e ingiallito, che profuma di ‘vecchio’, una scatola lisa dove riporre i dadi usurati dalle tante ‘rollate’ a fine gioco e una scheda personaggio semplice ma completa piuttosto che dei libroni pesanti e pieni zeppi di milioni di informazioni che la nostra mente farà sicuramente fatica a ricordare tutte? Io non ho dubbi. Prendo i miei due manuali leggeri, il sacchettino dei dadi, un quaderno e qualche matita, li infilo in saccoccia e parto per una nuova avventura, col mio amico Elfo, il Mago ed il Guerriero….

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2 Commenti

  1. Complimenti per il blog! Ogni tanto mi piace girovagare per la rete alla ricerca di memorie degli anni della mia gioventù. Amo pensare che, nonostante oggi la facciano da padrone internet e gli MMORPG, chi ha conosciuto i GdR da tavola non se ne sia mai separato del tutto. Ho quasi 40 anni e conservo in salotto le scatole Base (quella nera, però), Expert, Companion, Master e Wrath of the immortals”, accarezzando il sogno di tornare a giocarci. Amavo fare il DM: trascorrevo le mie serate a costruire storie, trame e sottotrame per stupire i miei giocatori.
    In questo aricolo hai fatto riemergere un sacco di ricordi molto piacevoli, grazie!

  2. Quanta nostalgia… Anche la mia esperienza è iniziata con D&D classico per poi passare alla versione Advanced nel 1994. Ben curata sotto molti punti di vista, ma voluminosa e soprattutto costosa. Sono d’accordo con te che l’edizione classica, nella sua semplicità, imbrigliava meno la mente con regole e tabelle da ricordare per ogni cosa e liberava maggiormente la creatività. Però a 14 anni faceva figo avere a disposizione un bestiario di 600 pagine! Che poi era il classico cannone per sparare alle mosche, perché nessuno leggeva tutte le schede nel dettaglio per meglio ambientare le creature nel loro ecosistema, forse solo i DM più che esperti.

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