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Episodio 4: I giovani di oggi preferiscono i videogames piuttosto che giocare all’aperto

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Episodio 4

Quante volte nella vostra vita avete sentito questa frase?

Io molte, moltissime. E’ devvero curioso come ‘i giovani di oggi’ abbiano il potere di restare giovani per sempre, visto che questa frase era già in voga 30 anni fa.
Posso svelare un segreto, senza timore di essere smentito: quella frase è falsa. Lo era allora e lo è ancor di più oggi.
Io, l’ho già confessato, passavo ore e ore davanti ai videogames. Oggi non ci gioco più, se non con il mio cognato quattordicenne.
Posso assicurare che, tra una partita ai videogames e una partita di calcio con gli amici, nessuno di noi ha mai avuto alcun dubbio.
Ho un bel ricordo della mia gioventù negli anni 80. C’era la partita al campetto, c’era il nascondino in cortile, le gare in bicicletta per il paese, c’erano le avventure nei boschi. E quando ero in casa c’erano le biglie, la tv, i giochi in scatola e i videogames.

Visto dal punto di vista degli adulti, se un bambino era rincoglionito era colpa della TV e dei videogames. Io credo che non fossero videogames e TV a rendere i bambini rincoglioniti, ma erano i bambini rincoglioniti che se ne stavano a casa a giocare ai Videogames o vedere la TV. E’ molto diverso.
E poi, a dirla proprio tutta, il gioco all’aperto ha talvolta qualche impedimento. Pare che, ogni tanto in Italia, molto più spesso in provincia di Como dove vivevo, piova. I miei amici ed io avevamo una buona inventiva e ‘correvamo ai ripari’, in tutti i sensi. Io avevo una casa molto piccola, ma essendo l’unico in possesso di un Hyper Olympic 1 (1984) Konami MSX, potevo organizzare le OLIMPIADI.
OLIMPIADI per MSX era un gioco molto accogliente: ti ci potevi buttare a capofitto senza perdere tempo per imparare i tasti. C’erano diverse discipline, e la possibilità di ‘segnarsi’ tempi e prestazioni su carta (ricordo che non era possibile salvare le partite con MSX) ci permetteva di metterci in competizione l’uno con l’altro facilmente.
Ovviamente si giocava a turno. Mentre uno giocava gli altri si scaldavano come i professionisti. I più curiosi e furbi seguivano attentamente l’avversario per carpirne tutti i trucchi.
Ma tutto questo, non veniva via gratis. Guardate qui:

Li vedete quegli omini? Per farli correre dovevi cliccare ripetutamente il tasto direzionale destro il più velocemente possibile. Un’altra lezione che ho imparato è questa: oggi, se rompi un controller tra le bestemmie, i tuoi genitori te ne comprano un altro (probabilmente tra altre bestemmie). Ma se rompevi il tasto direzionale del Phonola VG8020, quella era la fine.
I miei amici ed io, in un paio di edizioni delle OLIMPIADI CASALINGHE, quel tasto l’abbiamo frantumato.
Perché già l’inizio del gioco era emozionante. Ai blocchi di partenza dei 100m, i soliti due baffoni (insolitamente identici ai giocatori del ‘calcio’) si presentavano al suono di ‘Momenti di Gloria’, film che tutti noi avevamo visto e rivisto (all’epoca era normale rivedere più volte lo stesso film). Il record del mondo da battere era 9.95 (Jim Hines), quasi mezzo secondo in più del tempo di Bolt. Il mio amico Omar, ricco di fibre veloci che lo rendevano il migliore sia in strada che su tastiera, quel record lo frantumò tra lo stupore e l’invidia generale: 9.64 e medaglia d’oro.
Il salto il lungo era memorabile. Il record del mondo era di Bob Beamon (8.90), solo 5 cm meno di quello attuale di Powell. Ma se non riuscimmo mai a battere quel record, sicuramente distruggemmo quello di Sotomayor del salto in alto, visto che il nostro amico baffone saltava così:

salto in lungo

Ad occhio siamo sui 3.40 di altezza.

Era bello giocare ai videogiochi. Era ancora più bello giocarci con gli amici. Ma, ancora più bello, era scendere in cortile non appena smetteva di piovere e riproporre le nostre olimpiadi nel vialetto dei garage!

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