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Episodio 5: Il giorno del tradimento

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Episodio 5

Io ero orgoglioso del mio Phonola VG8020. Gli ero affezionato e mi divertiva sempre; ma i sentimenti degli uomini non vivono di assoluti, ma di relativi. Mi divertivo perché non sapevo che c’era di meglio, almeno nel mercato domestico.

Ogni estate, con i miei genitori, andavo in vacanza a Riccione. Per me significava mare, calcio in spiaggia, Aquafan, ma soprattutto Sala Giochi.
La mia Sala Giochi di riferimento era in Piazzale Alba, e tra l’altro quest’anno, in un tour nostalgico, ho scoperto che esiste ancora, seppur molto cambiata. Questo è sorprendente, perché se allora i giochi delle Sala Giochi erano molto più belli di quelli domestici, ora è assolutamente il contrario! Ora sono aumentati esponenzialmente i giochi di gruppo, quelli un po’ più reali, come il basket, il bowling eccetera, che ai miei tempi erano relegati in un angolino. Cosa ancora più sorprendente, i giochi individuali sono rimasti gli stessi di 30 anni fa, e non ci gioca nessuno chiaramente!

sala-giochi

Io prendevo la mia paghetta giornaliera, che era di 10.000 Lire (erano tanti!!!) e dovevo gestirmi tra Sala Giochi, gelato e tutto il resto. Inutile dirlo, la spendevo tutta in Sala Giochi, consapevole che un gelatino i miei me l’avrebbero comprato comunque. Ed infatti era così…

Ecco, quello non lo consideravo un tradimento. Semplicemente ero in vacanza, il mio Phonola stava a casa, ed io scialacquavo i miei spiccioli in giochi bellissimi che a casa non potevo avere. Quando ritornavo, dedicavo al Phonola tutte le attenzioni che si meritava…lui brontolava un po’, per qualche giorno non caricava i giochi, ma poi mi perdonava e tornavamo a divertirci insieme.

Però anche lui cominciava ad avere qualche annetto, e il problema al tasto destro causato dall’uso smodato del gioco ‘OLIMPIADI‘, rendeva tutto molto complicato. Il tasto si incastrava, ed i miei omini erano protagonisti di clamorose azioni kamikaze. Io ero un perfezionista, ed il rapporto tra noi si incrinò.

Il colpo di grazia avvenne in un maggio indimenticabile. Per il compleanno di mio cugino Teto, gli regalarono un Nintendo 8bit con Super Mario Bros.
Quel gioco che partiva senza fatica, quella grafica eccezionale, la giocabilità mai vista prima, il joystick facile da usare, che ti permetteva anche di stare lontano dalla televisione. Eh sì, anche quello, perché ai quei tempi io già accusavo una miopia importante, a detta del mio oculista causata proprio dal mio stare troppo vicino alla televisione. Insomma, fu amore a prima vista. Quando tornai a casa, non riuscii più a vedere il mio Phonola con gli stessi occhi di prima. Improvvisamente mi stava stretto, i suoi difetti che prima mi facevano sorridere erano ora diventati insopportabili, le attese di caricamento erano diventate interminabili.

Così lo tradii. Chiesi a Babbo Natale il Nintendo 8 bit. E Babbo Natale, con la gentile collaborazione dei miei genitori, mi accontentò. Era il Natale del 1989.
Del resto i miei anni 80 erano finiti, e con essi finì anche la mia relazione con i giochi MSX. Ma il primo amore non si scorda mai e, accidenti, proprio ora che sto scrivendo le ultime righe di questa mia piccola saga, non immaginate quanto avrei voglia di farmi ancora una volta una partita al Circo, di giocare con mia sorella a Cave Adventure o con mio fratello al Calcio, oppure chiamare ancora i miei amici di allora per vedere se siamo in grado di battere alle Olimpiadi il record di Bolt…

Grazie a tutti per avermi seguito…

1 commento

  1. Ciao Giocatore 1, come te anche io sono nato nel 1980 e leggendo i tuoi articoli ho rivissuto una parte della mia adolescenza. Innanzi tutto ti ringrazio molto per questo viaggio nel mondo a 8 bit. Mi è piaciuto molto il tuo stile, arguto e sempre molto scorrevole. Riflettevo sul significato del “giorno del tradimento”. Anche io da ragazzino ero più propenso a guardare in avanti, al nuovo, al miglioramento. Non pensavo che un giorno avrei rimpianto la 320×200, o che un giorno ritrovare il vecchio Amiga 500 nel ripostiglio di casa durante il trasloco sarebbe stata una lieta sorpresa. Pensavo che allora c’era il PC, poi il Pentium, poi il Pentrium II, e così via, e che ogni giorno era meglio del precedente, che non valeva davvero la pena affannarsi per recuperare il vecchio alimentatore del Commodore per far funzionare ancora il vecchio computer. Purtroppo la memoria storica è un valore che si apprezza solo col tempo. Lo stesso è accaduto ai miei Transformer. Per fortuna non ho usato lo stesso metro con i Lego… Almeno quelli ci sono ancora. Ciao!

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