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Gli anni 80 dei Queen

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Queen
Queen: gli anni 80.
Gli anni Ottanta dei Queen prendono il via con “The Game”, album spartiacque: per la prima volta il gruppo si avvale dei sintetizzatori.

Che dire della hit più celebre del disco? “Another one bites the dust”, prima fortunatissima incursione del quartetto rock in un ambito musicale che più black non si può.

Così, due anni dopo, la band rilancia con “Hot Space” che spiazza i fan di vecchia data con il suo incedere da discoteca Eighties. Ci si mettono anche i critici a stroncare il disco che in realtà non è affatto male, anzi. Basti pensare che si chiude con “Under Pressure”, capolavoro in cui le voci di Freddie Mercury e David Bowie si rincorrono in un saliscendi emozionale sostenuto dal basso pulsante di John Deacon. Ma anche altri pezzi meriterebbero un ascolto più attento, come “Back Chat” e la sinuosa “Cool Cat”.

È nel 1984 però che i Queen fanno davvero il botto grazie a “The Works”. Mercury riesce a rinverdire i fasti operistici di “Bohemian Rhapsody” con l’accorata “It’s a Hard Life”, Brian May ci dà dentro con il rock di “Hammer to Fall”, Deacon firma la gemma pop del disco, “I Want To Break Free”.

A sorpresa, Roger Taylor – autore fino a quel momento di canzoni interlocutorie all’interno di opere molto celebrate – sforna una delle hit più riuscite di tutti gli anni Ottanta: “Radio Ga Ga”, composizione sospesa tra l’inno da stadio, la rievocazione nostalgica del passato e la dolcezza di una dichiarazione d’amore eterno.

Un anno dopo, i venti minuti dell’esibizione a Wembley per il Live Aid rappresentano per il quartetto una sorta di incoronazione ufficiale; le quattro regine si dimostrano la migliore band dal vivo sul pianeta terra, sbaragliando la concorrenza di una folta schiera piena di mostri sacri.

Tutto qui? No, resta spazio per un altro album di grande successo, A Kind of Magic, con la magniloquenza di “Who wants to live forever” e, sul finire del decennio, il rock di “The miracle”.

Come tutti sappiamo, nella decade successiva i Queen riusciranno a pubblicare solo un altro paio di dischi: “Innuendo”, forse il loro capolavoro, e l’elegiaco “Made in Heaven”, canto del cigno di una band che è ancora nel cuore di milioni di persone, come dimostra il successo planetario del film biografico “Bohemian Rhapsody“.

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