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Intervista a Fausto Avaro

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Fausto Avaro
Abbiamo intervistato Fausto Avaro, cosplayer, paninaro, scrittore e molto di più.

Ti do le chiavi della Delorean, puoi tornare in qualsiasi data degli
anni 80. In che anno vai e cosa fai per prima cosa?

Se avessi questa fortuna non esiterei, dopo avere, naturalmente, raggiunto le 88 miglia orarie e previo e rigoroso controllo di potenza elettrica disponibile di 1,21 gigawatt, a proiettarmi alla fine del corso scolastico 1987/1988 (anno del mio diploma) e rivivere quell’indimenticabile estate, passata in Spagna con la compagnia di alcuni dei miei compagni di corso (V° B Geometri). Che vacanza! In perfetto stile ‘Mediterraneo’, il film di Gabriele Salvatores, in quell’occasione, organizzammo una partita di calcio Italia-Francia che, ovviamente, vincemmo alla grande; ricordo che feci un gol alla Holly Hutton da centro campo, al volo; figata! L’immancabile facciotto piumato  di Paperino della Walt Disney dipinto sui miei Jeans Armani bermuda,  le mie Timberland barchetta e la pettinatura alla River Phoenix mi accompagnarono per tutto quel meraviglioso magico lasso di tempo. Per fortuna i capelli, e anche il loro colore, sono rimasti immutati e nulla sembra essere variato da quel fine decennio, almeno per me!

Cosa ami di quella decade e cosa avresti fatto a meno?

Di quella decade, diciamo, che amo tutto: dalle compilation piratate che acquistavi, ovunque, senza che il fenomeno fosse ancora illegale, almeno nella coscienza popolare, al modo di vivere, incontrasi e assaporare il presente. Non travisate; per me ogni prodotto ludico deve essere rigorosamente originale (parlo da collezionista, eh!) ma,  ai tempi, tutto veniva vissuto con leggerezza e incanto, anche l’acquisto di cassette riprodotte da quelle originali. Il tempo non passava mai e, nella piena giovinezza, era tutto bello ed esaltante.

Vogliamo parlare della musica?! Non ho mai più ascoltato quelle sonorità; infatti, oggi, sono tanti gli artisti che ripropongono quei brani ripresi e remixati , ma non è la stessa cosa. Sembrerebbe che gli anni ottanta e, poi, i successivi anni novanta, abbiano esaurito completamente l’arte del pop musicale. Egoisticamente, posso dire: noi quella musica ce la siamo goduta appieno e, quindi, mi dispiace per le nuove generazioni… ma neanche troppo, visto il disincanto che le contraddistingue e quello che esprimono in ogni settore dalla moda e, sì, alla musica! Non tutti i ragazzi di oggi, per fortuna, sono così e il buon gusto, forse perché indirizzati dai propri genitori, lo hanno intrinsecamente e lo esprimono!

Tu sei anche un Paninaro, cosa ti affascina di questo movimento?

In realtà, come ho scritto anche sul numero uno di ‘Retro Mamia’, in un articolo dedicato, proprio, ai Paninari, non ho mai visto l’appartenere a quel movimento come una chiara volontà a schierarsi politicamente verso il lato dell’estrema destra e con la particolare tendenza, di riflesso, a contraddistinguersi con un certo tipo di abbigliamento ma, bensì, come un modo originale di vivere con stile e originalità.

Non essendo un figlio di papà, i capi firmati ho dovuto meritarmeli, come quasi tutti quelli che facevano parte della mia company nell’hinterland torinese, e questo ha dato un valore aggiunto alla ‘cosa’. I miei capi preferiti, senza ombra di dubbio, erano il piumino Moncler e le scarpe Nike Wimbledon. Per il G-1 Top Gun (ora sono un collezionista ‘pazzo’ di queste giacche da volo) ho dovuto aspettare di diventare un po’ più grandicello per averlo (averli!) nell’armadio. La cosa che trovo bella, a vivere nell’odierno il ‘paninaresimo’, è il trovarsi tra ragazzi degli anni ottanta e condividere i ricordi e le esperienze del tempo passato; i raduni sono il contesto ‘troooppo giusto’ per fare ciò!

in versione panozza
in versione panozza

Sei un collezionista, qual è l’oggetto al quale sei più legato e quello
che invece ti è costato di più.

Sono un collezionista seriale di molte oggetti: autografi degli attori; colonne sonore in cd e vinile; rodovetri dei cartoni animarti/anime (in particolare Goldrake e i Mazinger); action figures; chogokin (i robottini della Bandai) e tante altre cose; è difficile dire qual è l’oggetto a cui tengo di più e quale mi è costato di più tra tutti quelli che ho.

Uno dei pezzi forti della mia collezione è, senz’altro, il disegno originale (douga) di Kazuo Komatsubara che ritrae l’Actarus di Goldrake in doppia versione, trasformato in Duke Fleed e in forma umana; tanto per farvi capire, questo disegno è quello utilizzato nella sigla di coda di ‘Atlas Ufo Robot’  con l’accompagnamento dal brano ‘Shooting Star’. Un pezzo che sono fiero di avere è l’autografo del compianto Roger Kastel su una foto di Jaws; è si, è proprio lui l’artista statunitense che ha disegnato la mitica locandina de ‘Lo squalo’ di Spielberg. Ho molte fisse, e una di queste è proprio sul film de ‘Lo squalo’.

con Vince Tempera
con Vince Tempera

Parlaci del tuo mondo da cosplayer.

È’ un mondo figo e divertente. Ho molti cosplay (costumi) che porto alle manifestazioni del fumetto (tre armature di Iron Man: Mark III; Mark 43; Mark 45; 5 costumi cinematografici di Spider-Man; una tuta di Capitan America; la  tuta quantica vista in ‘Avengers End Game’), ma quello a cui sono più affezionato, e sento più mio, è quello di Duke Fleed/Actarus di Goldrake; ne ho due versioni (Komatsubara  e Araki).

Pensa che molti mi stanno facendo notare che il nuovo Duke Fleed, che comparirà nella serie ‘Grendizer U’ (Reeboot della serie classica di Goldrake), mi assomiglia; la cosa mi lusinga e, forse, trova una spiegazione nel fatto che sono molto seguito nei paesi arabi;  la produzione dell’anime che vede coinvolto il character designer di Evangelion, è, infatti, finanziata da Manga Productions, una società araba. La cosa brutta?! Le invidie che anche qui, purtroppo, contaminano l’ambiente.

Se non bastasse, hai anche la passione per la scrittura, raccontaci
qualcosa su questo tuo lato creativo.

Sono nato, prima come romanziere e poi, con il tempo, sono passato a scrivere, come editorialista/articolista, quasi esclusivamente per delle riviste specializzate di settore. Queste trattano argomenti legati agli anime e manga giapponesi (‘Nippon Schock Magazine’) e gli anni ottanta (Retro Mania’; ‘Paninari Generation’).

I miei ultimi due libri (‘Lo Spirito di Tokyo’ con prefazione di Stefano Onofri; ‘Anche la luna  va sull’altalena’ con prefazione di Edoardo Nevola) sono, ora, a catalogo presso la biblioteca dell’Istituto di Cultura Italiana a Tokyo, in Giappone; sono andato, personalmente, in terra nipponica, ove transito spesso per interessi ludici e professionali, per presentarli. L’operare nel capo editoriale e partecipare alle fiere del fumetto come ospite mi ha permesso di conoscere tantissimi personaggi noti con alcuni dei quali ho instaurato un profondo legame di amicizia.

Le prefazioni dei miei libri e le interviste che ho curato relativamente ai  magazine per i quali collaboro, sono l’assoluta dimostrazione e testimonianza di questo. Pensa che tra i miei amici c’è il mitico doppiatore e attore  Massimo Triggiani, colui che ha dato voce ad Alcor nel videogame ‘Ufo Robot Godrake – Il banchetto dei lupi’; adesso posso, proprio, dire, in quanto Actarus, di aver come amico Alcor! (Fausto ride)

Un disco anni 80 che non può mai mancare nella tua playlist?

Assolutamente ‘Always on my mind’ dei Pet Shop Boys, oggi, come negli anni ottanta è la mia ossessione; non so come facesse mia madre a sopportare quei pomeriggi,  passati a casa con me, con quel 45 giri pompato a tutto volume! Cosa devo dire?! Un Must! Un posticino, al secondo posto, per ‘I promised myself’ di Nick Kamen.  In realtà, sono tantissimi i brani che mi piacciono di quel periodo.

Nel tuo ecosistema anni 80, quale progetto hai per il futuro?

Ne ho tantissimi ma non li voglio svelare in quanto, l’essere studioso di spiritualità e metafisica, mi ha insegnato a non dissipare energia sulle cose non ancora fatte ma previste e di prossima realizzazione. Non me ne vogliate, vorrei tanto dirvelo!  Intanto continuerò a scrivere, collezionare, fare il cosplayer e, soprattutto, divertirmi! Viva gli anni ’80 e chi li porta nel cuore, vivendoli ancora oggi, come allora! Grazie di cuore per questa meravigliosa intervista: siete grandi!!!

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