“IL BAR DEL CULT” è un progetto culturale, senza scopo di lucro, ideato da Rocco De Vito docente di Grafica e Comunicazione presso l’Istituto Ferrini Franzosini di Verbania (Piemonte).
Il Bar del Cult non è un bar, come subito si potrebbe pensare, ma è un viaggio alla riscoperta del cinema italiano dalla fine degli anni ‘60 ai primi anni ‘90, dando parola alle locandine, ai manifesti e ai protagonisti delle pellicole più rappresentative della stagione cinematografica in cui l’Italia è protagonista assoluta.
Il progetto racconta i vari generi del panorama cinematografico italiano di quegli anni passando dalla Commedia (nei suoi diversi filoni) al Poliziottesco, dal Cinema d’autore agli Spaghetti western.
Ti do le chiavi della Delorean, puoi tornare negli anni 80, in che anno vai e cosa fai per prima cosa?
Bella domanda. Sicuramente gli anni 80′ sono molto importanti per me essendo nato nell’agosto 1984. Ricordo che in quegli anni i miei genitori avevano un bar “Bar dello sport” – ironia della sorte – proprio in centro paese. Era un periodo molto florido quello e ho avuto modo di conoscere molte persone in quel decennio (periodo del bar).
Anche a livello cinematografico e musicale fu un periodo di grandi cult: uscì il Ragazzo di campagna con Renato Pozzetto, L’allenatore nel pallone, Non ci resta che piangere, C’era una volta in America e moltissimi altri. In maniera inconsapevole vivevo in un periodo che, proprio oggi, con Il Bar del Cult, sto celebrando.
Quindi, ritornando alla tua domanda, mi piacerebbe tornare nel 1980 ma avendo almeno 15 anni in modo da potermi godere, in tempo reale, queste rivoluzioni artistiche, vivermi a pieno le atmosfere, i paninari, il punk, il Grunge dei Nirvana e moltissimi altri eventi avvenuti in quel decennio.
Come nasce “il bar del cult” ?
Il Bar del Cult nasce dalla passione per la grafica. Io insegno grafica e comunicazione presso una scuola superiore del Piemonte. Mi ha sempre affascinato il mondo dell’illustrazione.
Quindi quasi per gioco comincio ad acquistare le prime locandine: ricordo Superfantozzi, Il tifoso l’arbitro e il calciatore e Al Bar dello Sport (da qui poi il nome del progetto).
L’inizio della collezione non coincide propriamente con la nascita del “bar” perché questa avviene nel 2018 circa. La voglia di far conoscere la collezione alle persone ha dato vita a questo progetto. Appunto una mostra di locandine, manifesti e oggettistica legata ai film.
Poi nel 2020 insieme all’amico Mirko Zullo ci siamo detti: perché non raccontare la commedia italiana anche attraverso la voce dei protagonisti? Perciò nasce l’idea folle del documentario. Ricordo che il primo personaggio che contattammo fu il leggendario Renato Casaro che nel mondo dell’illustrazione cinematografia, è una istituzione.
Ci recammo quindi a Treviso, nel suo studio, e realizzammo una bella intervista.
Poi piano piano, abbiamo provato a contattarne altri; devo dire che il progetto è piaciuto subito a tutti facendone aumentare la partecipazione: l’intervista a Lino Banfi nell’aprile 2021 è stata epica. Stare a due passi e chiacchierare con il re della commedia italiana, per quanto riguarda un certo tipo di commedia, è stato fantastico. E poi una persona dal grande animo e di una generosità unica. Ad oggi sono quasi 20 le interviste realizzate: Carlo Verdone, Sergio Martino, Oliver Onions, Marco Giusti, Alvaro Vitali, Gigi e Andrea e molti altri. Sul nostro sito www.ilbardelcult.it ci sono delle anteprime da visionare.
Raccontaci qualcosa riguardo il docu-film
Il docufilm nasce dall’esigenza di raccontare quegli anni d’oro del nostro cinema. Gli anni ’70, ’80 e in parte gli anni ’90 (ovviamente a mio parere) sono stati anni di grandi cambiamenti per l’Italia. Cambiamenti che sono stati raccontati dalla commedia, che meglio di tutti, ha raccontato l’italianità nel mondo, mettendo a nudo pregi e difetti del nostro bel paese. Commedia raccontata con diversi linguaggi e stili nelle varie pellicole: Fantozzi, Febbre da cavallo, Amici miei, Amarcord, Vacanze di Natale etc etc. In fondo questi film sono la nostra “coperta di Linus” come ci racconta Marco Giusti nel documentario. E in effetti è cosi: seppur visti migliaia di volte questi ci fanno stare bene e li riguardiamo senza mai stancarci. Questa è la magia. Il Docufilm sarà diretto come detto prima da Mirko Zullo di Chapeau Films Italy e prodotto dalla History Life Onlus di Montesilvano con la quale collaboriamo da diversi anni.
Ci tengo a dire e sottolineare questa cosa: il documentario è un progetto culturale e gli eventuali proventi saranno interamente investiti dalla History Life Onlus in progetti culturali e benefici.
I prossimi appuntamenti?
Noi siamo sempre dietro a pensare a cose da fare. In realtà sarebbero centinaia (nella mia testa). Ahahah. Concretamente il 18 Maggio al Castello di Vogogna (Piemonte) sarà nostro ospite Alvaro Vitali.
Non sarà uno spettacolo di barzellette, ma una serata dove parleremo di cinema e di curiosità sui film interpretati. Vitali ce lo ricordiamo tutti per Pierino e la commedia sexy, ma non dobbiamo dimenticarci che lui nasce con Fellini in Amarcord, Roma poi lo troviamo in Polvere di Stelle e Profumo di donna. Ha lavorato con i più grandi e di questo parleremo.
Quest’anno è la terza edizione della Rassegna del cult: il primo anno fu ospite Sergio Martino, l’anno scorso Andrea Roncato, e nel 2024 Alvaro.
A questo punto devo chiedere, qual’è il film anni 80 che ha visto più volte?
Il film in assoluto Italiano sicuramente L’allenatore nel pallone (1984). Sono molto affezionato perché oltre ad aver avuto la possibilità di intervistare tutti i protagonisti, tratta tematiche molto attuali, ovviamente alla sua maniera. Il calcio scommesse, la corruzione, il razzismo: temi che, seppur trattandosi di un film comico, vengono analizzati in maniera chiara dal genio di Lino Banfi e Sergio Martino.
Quindi l’invito è di non fermarsi alle apparenze, ma di analizzare con più criterio, anche queste pellicole apparentemente “leggere” in grado di farci divertire ma allo stesso tempo pensare e riflettere. Ogni film ha da raccontare qualcosa, anche quelli della commedia sexy se vogliamo – dietro ad ogni personaggio c’è uno di noi, c’è un mondo che viene scanzonato e deriso – diventando così motivo di riflessione.
A livello internazionale: Space Ball (1987).
La tua colonna sonora perfetta?
Qui ti rispondo senza troppi giri di parole. La mia colonna preferita è quella di un gruppo musicale: I Nomadi. Loro nascono nel 1963 ma da sempre accompagnano la mia vita. Quindi non c’è una canzone nello specifico ma dei VALORI che trasmettono che mi hanno formato ieri e continuano a farlo oggi.
Nel 1990 e nel 1991 ebbi la possibilità di salire sul palco con il grande Augusto Daolio: custodisco gelosamente quelle foto e quei ricordi.
In riferimento ad un film ti dico: I like Chopin dei Gazebo.
Sito ufficiale:
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