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La Delta S4 e le mamme di oggi

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La Delta S4
Nel 1985 avevo dodici anni e come tutti i dodicenni di allora, non avendo a disposizione WRC4, Need for Speed o Gran Turismo, le macchine le vedevo sui giornali che passava il convento, tipo Autosprint dal barbiere (sempre che non ci fosse Gin Fizz).

Anche se oggi sembra aberrante, se avevi dodici anni nel 1985 non sognavi le BMW o le Audi, che c’erano ma erano roba da vecchi; no, sbavavi per le Peugeot 205 GTi, le Ford RS e le Renault 5 Turbo. Le auto più desiderabili erano le auto da Rally, quelle che “su strada vanno forte davvero”, e le più forti di tutti erano le Lancia Delta, eredi delle Stratos e 037 e guidate da fenomeni come Miki Biasion, uno che se ne usciva con aforismi memorabili del tipo “La cosa più bella che può fare un uomo vestito è guidare di traverso“.

La Delta Integrale, disponibile in un piccantissimo rosso o in uno sfacciato giallo, era una macchina con cui se ti presentavi al bar facevi più colpo che con una Ferrari. O almeno uguale. Ma a quei tempi le auto da Rally erano parenti di quelle da strada come un jet lo era di un passeggino per bambini e nessuno, dico nessuno, poteva pensare di guidare una vera S4, la Delta ufficiale “Gruppo B”. Eppure, per questioni di omologazione, la Lancia 200 esemplari di S4 dovette produrli e venderli – di solito a ricchi collezionisti.
La Delta S4 stradale aveva un telaio a traliccio in tubi, sospensioni erano a parallelogramma deformabile e un motore 4 cilindri in linea da 1.759 cm³ montato dietro i sedili anteriori, con basamento in lega di magnesio e doppia sovralimentazione: turbo più compressore volumetrico (la Volkswagen c’è arrivata 30 anni dopo).

La Delta S4 in versione stradale aveva 250 CV, la versione da gara al debutto nel 1985 ne aveva 480, mentre l’ultima evoluzione schierata nel campionato mondiale 1986 poteva sviluppare per brevi tratti anche 650 CV. Pochi al mondo riuscivano a guidarla: oltre a Miki Biasion, i finnici Henri Toivonen e Markku Alen, uno che se ne usciva con aforismi memorabili del tipo “Se gomo tiene io vo forte, se gomo no tiene io come bomba dentro montagna”.

Paradossalmente, però, la S4 non vinse nemmeno un titolo: prima e seconda al debutto con Toivonen e Alen-Kivimaki, perse purtroppo Toivonen in un incidente mortale al Rally de Corse 1986, e dopo aver vinto il mondiale con la coppia Alen-Kivimaki, lo perse a seguito di un controverso ricorso della Peugeot contro una squalifica subita al Sanremo. Considerato troppo pericoloso per le potenze in gioco, il “Gruppo B” venne abolito alla fine del 1986 e la Delta S4, dopo soli 13 mesi di vita, concluse così il suo breve ma intenso ciclo, sostituita dalla nuova Delta 4WD Gruppo A che avrebbe poi vinto per 6 volte il mondiale costruttori.

Da allora il Rally ha decisamente perso popolarità, e la situazione la riassume con la solita chiarezza Biasion: “Quando io correvo con la Delta S4 da 560 cavalli, la macchina più venduta in Italia era la 127. Adesso i rally li fanno con le WRC da 320 cavalli ma le mamme portano a scuola i bambini con le Audi S6 da 550 cavalli… Cosa vuoi che si possa pensare di un rallista se non che è uno sfigato che corre con una utilitaria da appena 300 cavalli?”.

Ecco, Miki ha come al solito ragione. Se però riuscite a comprarvi una S4 originale come quella di queste foto, magari nei colori ufficiali della scuderia Martini Racing, al bar farete ancora un figurone. Più che con una Ferrari.

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