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Paolo Prevosto intervista Richard A. Coyle

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Richard A. Coyle

Paolo Prevosto (www.paoloprevosto.com) intervista Richard A. Coyle, creatore e designer di oggetti di scena per molte produzioni televisive e cinematografiche anni 80, tra cui:
Ralph Supermaxieroe“, “Star Trek”, “Airwolf”, “Automan” e “The Last Starfighter”.

Quando ti sei appassionato alla fantascienza e quali sono stati i film e telefilm che ti hanno entusiasmato?
Sono cresciuto leggendo Robert Heinlein, Ray Bradbury e molti altri libri di fantascienza, tra cui quelli di Isaac Asimov.
Mi ricordo di “Flash Gordon” (prodotto in Germania Ovest), “Rocky Jones – Space Ranger”, “Il Pianeta Proibito” e le produzioni di George Pal tra cui “La guerra dei mondi”. Sicuramente rimasi affascinato anche dalle serie “Twilight Zone”, “My Living Doll”, “My Favorite Martian”, “Outer Limits”, “Man into Space”, “Lost in Space”; poi venne “Star Trek”, senza dubbio il migliore programma TV di fantascienza di tutti i tempi.
Ho scoperto le convention a tema sci-fi quando ho partecipato alla prima proiezione di Star Wars, c’era un poster che pubblicizzava un incontro chiamato “convention” di Star Trek e l’ospite principale era Robert Heinlein. All’epoca io ero un “vecchio” (circa 30 anni) e per me fu come trovare il paradiso, un luogo dove incontrare altre persone della mia specie: veri fan di fantascienza!



Quando hai iniziato a creare i primi oggetti di scena?
La stessa estate vi fu una seconda convention in cui i fan si potevano vestire come i loro personaggi di fantascienza preferiti.
Attingendo dai ricordi di quando ero bambino, ho puntato su un costume facile da fare e sono andato vestito come Flash Gordon della serie televisiva prodotta in Germania Ovest nel 1954.
Il costume era composto da una T-Shirt con applicata una saetta luccicante, pantaloni neri, stivali neri e una larga cintura; a quel punto tutto quello che serviva era una pistola a raggi! Avevo una vecchia pistola giocattolo modello Johnny Magumba automatica e un microfono della radio CB; in breve ho smontato il microfono ed ho unito alcune parti di esso alla pistola giocattolo, ho inoltre aggiunto una manopola di sintonia in alluminio da apparecchiature elettroniche. Per gli effetti sonori ho riciclato le parti di un comunicatore Mego di Star Trek.
Fu un successo, tutti volevano vedere e provare la pistola (era il 1977).


La successiva convention fu a Phoenix l’anno dopo, chiamata Worldcon; capii che le convention stavano prendendo piede e pensai che poteva essere la soluzione al declino del lavoro delle riparazioni TV.
Iniziai a ideare una linea di Rayguns originali da vendere alle convention, finalmente potevo fare il lavoro che avevo sempre amato.
Fu un gran successo, ogni volta che provavo una delle mie creazioni attiravo centinaia di spettatori. Dopo aver iniziato a lavorare nelle convention, avendo moglie e due figli, iniziai anche a trattare modelli di altri produttori per avere un reddito stabile.
Proposi anche i miei prodotti all’ingrosso per raggiungere un numero di ordini sufficienti per essere in grado di assumere dipendenti.
Successivamente ho sentito che l’editore della rivista Starlog sarebbe stato ospite allo StarCon di Denver, e ho fatto in modo di incontrarlo per proporgli i miei prodotti. Purtroppo l’annuncio uscì dopo Natale e fu quindi un fallimento, arrivarono in quel momento una serie di problemi anche con mia moglie, che dopo tredici anni di matrimonio chiese il divorzio.
Mi trasferii a Los Angeles, alla ricerca di un posto dove vivere ed aprire un negozio. E’ stato durante questo periodo di transizione in cui Starlog ricominciò a pubblicare i miei annunci.
Ricevetti molti ordini, che però non riuscii ad evadere in tempo; a quel punto l’accordo saltò e fui costretto a continuare con le sole convention in cui incontrai Jackie, la mia attuale moglie.
Con le nuove leggi restrittive riguardanti le armi giocattolo vi fu un enorme calo delle vendite e tornai in Arizona, partecipando solamente alla Worldcon di Denver.


Quali furono i tuoi primi lavori cinematografici e televisivi?
Fui chiamato da “Modern Props”, azienda specializzata in oggetti di scena ed arredamento futuristico, vollero acquistare molti dei miei modelli originali che modificai in base alle loro
esigenze.
Per loro realizzai anche il comunicatore da polso utilizzato dall’attrice Marilyn Chambers nel film “Angel of H.E.A.T.”; non fu utilizzato al polso ma fissato alla cintura,
quello fu il mio primo lavoro per un film.

Raccontarci la tua esperienza nella produzione dei film di “Star Trek”.
Finalmente arrivò la grande chiamata: “Star Trek II: L’ira di Khan”. Modern Props mi chiamò per dirmi che stavano lavorando su “Star Trek II” e sarebbe stato utile il mio aiuto. Mi dovetti trasferire a Los Angeles in fretta, mi promisero aiuto per trovare un alloggio ma non fu così.
Io e Jackie vivemmo quattro mesi in un van parcheggiato di fronte al laboratorio in cui lavoravo.
Non fui dispiaciuto perchè ero troppo entusiasta di lavorare in “Star Trek”!
Dopo Star Trek fui assunto a stipendio fisso dall’azienda “The Hand Prop Room” con cui realizzai oggetti di scena per molte serie televisive famose, come ad esempio: “Ralph Supermaxieroe” (Manuale del costume ed oggetti vari) “Airwolf” (casco di volo) “Automan” (Rayguns) “Re-Animator” (Sonda medica) “The Last Starfighter” (Scanner e console).

Richard A. Coyle
Richard A. Coyle


A quale oggetto che hai creato per la saga di Star Trek sei più affezionato?
Uno dei ricordi a cui sono più affezionato è quando progettai con mio figlio Robert di sedici anni un nuovo tipo di Phaser per l’imminente produzione di “Star Trek IV: Rotta Verso la Terra”.
Il signor Greenwood della Paramount mi disse che gli serviva un oggetto di scena speciale e che avevamo quattro giorni di tempo prima delle riprese.
L’oggetto fu consegnato in tempo e fu usato nella scena in cui Uhura e Mr. Chekov sono all’interno della portaerei statunitense USS Enterprise.
Il Sig. Greenwood rimase molto soddisfatto e ci chiese di realizzare altri oggetti, ero ovviamente un Trekker al “settimo cielo”! Grazie alla stabilità economica tornai a vivere a Los Angeles, dove potei affittare un piccola casa con garage in cui vivere con Jackie.

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Paolo Prevosto, collezionista e creatore del progetto musicale synthwave "Simulakrum Lab", è un appassionato di fantascienza e hi-tech fin dagli anni 90'. Nel corso degli anni ha collezionato oggetti di scena originali provenienti dalle più famose produzioni di fantascienza e non solo. Egli ha arricchito la sua collezione fino a diventare uno dei più conosciuti in questo settore del collezionismo. Ha collaborato con la Warner Bros Italia ed ha organizzato vari eventi e mostre a tema sci-fi, riuscendo ad avere molti ospiti importanti, tra cui il regista Lamberto Bava, Mike Whittle, scienziato della NASA del progetto SKYLAB, l'attore Prentis Hancock da "Spazio: 1999" e l'astronauta italiano Umberto Guidoni. Recentemente ha organizzato una mostra dedicata alla serie anni '80 "Visitors" con ospite l'attore Richard Herd. Paolo ha esteso la sua collezione a oggetti originali utilizzati nelle missioni spaziali NASA ed internazionali, inoltre la sua passione per la storia lo ha portato a collezionare anche oggetti di militaria come la macchina Enigma. Oltre a questi meravigliosi cimeli, Paolo possiede sintetizzatori analogici vintage, questa ricerca è diventata la fonte di ispirazione per il progetto musicale "Simulakrum Lab" a cui hanno preso parte vari ospiti tra cui il maestro Claudio Simonetti, Fabio Pignatelli e il regista produttore Kenneth Johnson. www.paoloprevosto.com www.simulakrumlab.com

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