“Dove l’hai presa?”
“È in regalo su Più!“
Per un bambino del 1982, cresciuto a pane e Goldrake, la mano robot era di una bellezza aliena. Dovevo averla, la soluzione era semplice: andare in edicola a comprare Più, anzi implorare l’edicolante che lo richiedesse perché era (prevedibilmente) andato esaurito.
Una volta recuperata la rivista e montata la mano (che si piegava, sì, ma che richiedeva per essere montata un po’ di colla, e la colla di una volta non teneva mai), scoprii due cose. Che la mano mi piaceva meno del previsto. Ma che la rivista mi piaceva più del previsto. Iniziai a comprarla, anche perché quello con la mano robot era proprio il numero 1.
Il nome “Più” voleva appunto indicare sì la presenza del regalo, ma anche contenuti meno bambocciosi rispetto al Corriere dei Piccoli. Era con questo progetto che la casa editrice Domus – quella di Quattroruote – puntò a sbarcare nel fiorente mercato delle riviste per ragazzi. Settimanale, formato A4 a colori, dopo la partenza nel 1982 vivrà il suo splendore dal 1985 al 1987 (anni in cui il Corrierino era diventato bruttino) per poi chiudere nel 1988.
Vista la parentela con Quattroruote, erano molti i contenuti legati al mondo dei motori, addirittura nei fumetti con il leone “Turbo”, le avventure di due meccanici (“Tappo e Balestra”) o di un camion (“Magicamion”). Fumetti in cui, vacante ai tempi qualunque Authority o Codice di Autodisciplina Pubblicitaria, comparivano spesso e volentieri prodotti “sponsorizzati” dai fumetti stessi.
Ma allora eravamo tutti più ingenui, e soprattutto il giornale si faceva perdonare continuando a crescere, migliorando di volta in volta, aggiungendo sempre qualcosa di nuovo. Erano belli gli articoli dedicati ai cartoons, non mancava qualche concorso e arrivarono anche i poster (in concorrenza al Corriere dei Piccoli) di “Tom and Jerry”, “I Puffi”, “Carletto il principe dei mostri”, “Masters i dominatori dell’universo”, “C’era una volta Pollon”, “Georgie”, “Nanà supergirl”, “Coccinella”, “Il giro del mondo di Willy Fog”, “Mister T”, “Gli orsetti del cuore”, “Iridella”, “The Chipmunks”, “I Predatori del tempo”, “Transformers”.
Ma il punto di forza di Più, fin dall’inizio, sono stati i gadget allegati in ogni numero: erano i giochi più gettonati e voluti dai bambini come gli astucci, il serpentello snodabile (gettonatissimo), il cubo magico (intramontabile), i puzzle (un classico), lo shangai (richiestissimo), gli occhialini, lo stampaghiaccioli (molto di moda), le carte da gioco, la pipa magica (vendutissima), le pistole spruzza acqua (amatissime), l’elica, il fischietto (un altro classico)…
Questa rivista ha pubblicato tanti fumetti inediti da “Le avventure di Turbo” (il leoncino mascotte del giornale che ottenne un grande successo), a “Le avventure del Cuore” (legate al simbolo del canale televisivo Telereporter, che piaceva molto al pubblico e di fatto legato a Più da accordi commerciali); da “Jummy” (ispirato a un giocattolo) a “Fabuland” (altro giocattolo famoso, e il fumetto era molto letto) e “Gasatella” (ispirato ad un giocattolo); da il “Tenerone” (il famoso pupazzo del programma tv Drive In…), alla celeberrima “Poochie” (che fu un enorme successo), e poi “Slurp” (la lingua ebbe un grandissimo successo, tanto che poi le dedicarono un fumetto tutto suo), poi “L’ispettore Bobop” (che riscosse un buon successo, i suoi fumetti vennero pubblicati negli anni ’90 anche sulla rivista di Tiramolla); buon riscontro lo ottennero anche i fumetti di “Pistillo”, “Tappo e Balestra”, “Magicamion”, “Gli apprendisti stregoni”, “Power Rods”, “Gipsy”, “Silvio”, “Bing Bongo” (molto divertente), “Nembo Gat”, “Tom Tom”, “Marina figlia di pirata”, “Adalberto”, “Fotosogno” (una specie di fotoromanzo in cui i protagonisti erano sempre bambini in carne ed ossa, che poi venivano trasformati in fumetti per vivere un’avventura).
Bellissime anche le copertine che la rivista dedicherà a personaggi dei suoi fumetti o dei cartoni animati: ogni tanto con immagini originali e altre volte con disegni ben fatti. Per altri cartoni animai invece adopererà foto originali della TV come è successo per “Braccio di Ferro”, “Candy Candy”, “Charlotte”, “Angie girl”, “I Puffi”, “Kimba il leone bianco”, “Magica magica Emi”, “Voltron”, “Yace il cavaliere dello spazio”…
Nel 1983 Più realizza il colpaccio acquisendo i diritti del fumetto del giocattolo/cartone animato “Masters i dominatori dell’universo” (ed è un enorme successo). Nascono anche “DOPPIO PIU’” e “PIU’ TRIS” una raccolta di 2 o 3 numeri di vecchia data, progetto portato avanti fino al 1987.
Nel 1984 la rivista Più comincia a pubblicare dei begli articoli sui cartoni animati trasmessi dalle TV (mezza pagina per articolo), da Asterix a Lucky Luke, da Lupin II a C’era una volta Pollon. Nel 1985 si aggiungono i fumetti di “Isidoro” (cui è dedicato pure un concorso con in palio il suo bellissimo orologio: il successo è tale che al gattone verranno dedicate tante copertine) e di “Mister T”. Più comincia ad incrementare le vendite. Aumentano gli articoli dedicati ai cartoni animati: Il Tulipano Nero e mille altri. Nel 1986 arrivano anche i fumetti di “Gli orsetti del cuore” (con tanto di concorso), “Iridella” (altro concorso), “Transformers” (grandissimo successo) e articoli dedicati ai cartoni animati Kimba il leone bianco, Hurricane Polymar, Kyashan il ragazzo androide, Sasuke il piccolo ninja e via dicendo.
Nel 1987 la rivista è ancora al massimo del successo, pubblica nuovi fumetti come quelli di “Mademoiselle Anne” (un grande successo) e “Ghostbusters” (che ottiene un grande successo e di conseguenza varie copertine). Ancora articoli dedicati ai cartoni animati: ci sono Pollyanna, Jem, i Ghostbusters… ma la fine è inaspettatamente vicina. 1988: la rivista cambia nome in “MAXI PIU’”. Porta avanti solo fumetti tratti dai cartoni “Isidoro” e “Mademoiselle Anne” e qualche articolo dedicato ai cartoni animati; dopo qualche mese, però, Più chiude i battenti, avendo chiuso le emittenti televisive per cui era ‘nata’: Telereporter (che sponsorizzava la rivista all’interno del contenitore per bambini “Yo Yo”) ed Euro TV. Un peccato.
Me la ricordo benissimo, questa rivista, perché la compravamo per la nostra sorella più piccola, nei primi anni ’80, ma mi divertivo molto anche io, soprattutto con i gadget ( anche se non lo avrei mai ammesso).
AI tempi pensavo fosse la versione italiana della rivista francese Pif, perché il logo era piuttosto simile, ed anche in Pif c’era questa cosa dei gadget, che io desideravo moltissimo quando vedevo il giornaletto presso i giornalai francesi. Mi sbagliavo?
La ringrazio molto per avermi ricordato un periodo lontano della mia vita
Ciao, in una di queste riviste trovai una volta una sorta di bastoncino di plastica colorato trasparente (che in seguito scoprii essere un esperimento scientifico), ma non ricordo più il nome.
Mi potresti aiutare a capire di cosa si tratta’
Grazie
Il primo numero lo davano in regalo fuori alla mia scuola elementare. Mai più abbandonato! L’ ho letto e amato dal primo all’ ultimo numero!!
Compravo più soprattutto per il fumetto mutu e per quello transformers.
Però devo dire che rimasi parchio deluso perché tali fometti venirono chiusi senza alcun preavviso a metà storia e si passava ad altre collane