Home Storia Il sogno spaziale anni 80 – seconda parte

Il sogno spaziale anni 80 – seconda parte

Le "Star Wars" di Reagan

525
spazio

Il 23 marzo 1983 il presidente Reagan annuncia, ad un’America in piena Guerra Fredda, l’inizio dello “Strategic Defense Initiative” (SDI), ambizioso progetto che consisteva in un sistema anti-missile basato su uno “scudo” spaziale, composto da satelliti armati di laser (e non solo) capaci di fermare i missili sovietici prima che questi raggiungessero il suolo americano. Il programma, per ovvi motivi, viene ben presto soprannominato “Star Wars“: sarà una delle ragioni della dissoluzione dell’URSS.

Reagan ha molti buoni motivi per sviluppare l’SDI. In linea di principio, non è ovviamente d’accordo con il concetto di distruzione reciproca assicurata che era stato l’sito della corsa agli armamenti nel Dopoguerra; altri punti del progetto vertono sulla necessità di intimorire i sovietici, con l’intento di stabilire un dialogo che possa portare negli anni successivi ad un disarmo parziale da entrambe le parti.

A differenza dei precedenti sistemi ABM, l’SDI fornisce una difesa missilistica dallo spazio: l’opzione migliore per intercettare i missili in volo consiste nel posizionare le armi in orbita. Gli armamenti a terra non potrebbero infatti ovviare ai problemi legati alla curvatura della Terra e al tempo a disposizione per reagire. Poiché i missili a lungo raggio sovietici impiegano solo trenta minuti per raggiungere i loro obiettivi su suolo americano, questo tempo sarebbe sufficiente solo per rilevare, tracciare le testate e intercettarle, ma solo dopo il loro rientro nell’atmosfera, quando ormai un’esplosione avrebbe comunque un effetto devastante.

Come descritto dallo stesso Reagan (e così come gli scienziati lo hanno concepito) l’SDI impiegherebbe un certo numero di satelliti e radar spaziali, coadiuvati da laser posizionati a terra e satelliti orbitali muniti di specchi riflettenti, il tutto in grado di distruggere una testata nucleare in volo. Gli scienziati coinvolti nel progetto hanno poi progettato laser basati su radiazioni a raggi X, oltre ad armi basate sull’uso di fasci di particelle da puntare contro le testate nemiche.

Sebbene non venga mai sviluppato né schierato, il progetto SDI precorre di molti anni i sistemi missilistici anti-balistici oggi utilizzati. Ci sono molti dubbi sul fatto che potesse essere messo in opera con la tecnologia dell’epoca, ma il suo annuncio fa parte di quella “dottrina del surclassamento tecnologico” che mise irrecuperabilmente in difficoltà l’Unione Sovietica, già impegnata a spendere una quota enorme delle sue risorse per le spese militari. Le tensioni derivanti dalla prospettiva di dover fronteggiare anche lo scudo spaziale hanno contribuito al crollo del regime sovietico a fine anni 80.

Agli appassionati di cinema non sarà sfuggito che l’SDI è rievocato (in chiave parodistica) nella commedia “Spie come Noi“, diretta nel 1985 da John Landis ed interpretata da Chevy Chase e Dan Aykroyd.

Nel 1987 il colosso SEGA sviluppa un videgioco basato sul progetto Intitolato proprio “SDI”, verrà rilasciato su numerose piattaforme: Arcade, Amiga, Amstrad CPC, Atari ST, Commodore 64, Sega Master System e ZX Spectrum.

Articolo precedenteGamesweek 2017
Articolo successivoRobert Englund arriva in Italia
Paolo Prevosto, collezionista e creatore del progetto musicale synthwave "Simulakrum Lab", è un appassionato di fantascienza e hi-tech fin dagli anni 90'. Nel corso degli anni ha collezionato oggetti di scena originali provenienti dalle più famose produzioni di fantascienza e non solo. Egli ha arricchito la sua collezione fino a diventare uno dei più conosciuti in questo settore del collezionismo. Ha collaborato con la Warner Bros Italia ed ha organizzato vari eventi e mostre a tema sci-fi, riuscendo ad avere molti ospiti importanti, tra cui il regista Lamberto Bava, Mike Whittle, scienziato della NASA del progetto SKYLAB, l'attore Prentis Hancock da "Spazio: 1999" e l'astronauta italiano Umberto Guidoni. Recentemente ha organizzato una mostra dedicata alla serie anni '80 "Visitors" con ospite l'attore Richard Herd. Paolo ha esteso la sua collezione a oggetti originali utilizzati nelle missioni spaziali NASA ed internazionali, inoltre la sua passione per la storia lo ha portato a collezionare anche oggetti di militaria come la macchina Enigma. Oltre a questi meravigliosi cimeli, Paolo possiede sintetizzatori analogici vintage, questa ricerca è diventata la fonte di ispirazione per il progetto musicale "Simulakrum Lab" a cui hanno preso parte vari ospiti tra cui il maestro Claudio Simonetti, Fabio Pignatelli e il regista produttore Kenneth Johnson. www.paoloprevosto.com www.simulakrumlab.com

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.