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Come promesso nel precedente articolo dedicato all’uscita del libro di Raff Todesco dedicato alla Italo Disco, oggi non posso non parlarvi di uno dei suoi progetti più riusciti, ovvero del progetto Time, vi racconterò stranezze e curiosità di questo gruppo italiano e ci soffermeremo ovviamente su due grandi singoli come Can’t you feel it e Shaker Shake.

Il Progetto dei Time nasce nel 1982, creato da dei pionieri della italo disco ovvero Piero Fidelfatti, Raff Todesco e Marius Percali, il primo singolo è proprio Can’t you feel it, molto diverso dai brani dance al quale la gente era abituata, un mix di sonorità elettroniche e funky destinato col tempo a diventare un brano di culto per gli appassionati di musica dance.

Questo il ricordo di Raff Todesco “Il team che si venne a creare quindi era composto da me, ideatore della produzione e melodista, Percali, esecutore, strumentista ed arrangiatore, e Fidelfatti, responsabile delle forme ritmiche, pubblicazione e divulgazione del prodotto. Il mixaggio veniva effettuato alla presenza di tutti noi. I tempi erano maturi e quindi optammo per il nome Time, che peraltro coincideva esattamente col genere da noi scelto, la dance.”

Serviva però una casa discografica disposta a investire nel progetto, ma in quel periodo incidere un disco era un grosso problema, soprattutto in italia, quindi optarono per autoprodurselo creando la loro etichetta Fly Music.

La composizione musicale è interamente di Todesco, mentre le voci che sentiamo nel brano sono quelle di Glen White, vocalist anche dei Kano, e di una ragazza chiamata Jennifer.

Il brano venne realizzato su un mixer Soundcraft, a sedici tracce se ben ricordo, una Korg Trident MKII per bassi e synth, una Yamaha DX7 per altre parti dell’arrangiamento ed un piano elettrico Wurlitzer.

Raff racconta: “La cassa era vera: il batterista Matteo Baggio registrò quattro colpi su un nastro, poi creammo un “anello” e lo facemmo girare su un registratore Revox. I 4/4 vennero quindi incisi in sync per tutta la durata del pezzo. Anche il resto della sezione di batteria fu registrato in presa diretta. Se ne andò un’intera giornata solo per incidere quella parte, percussioni, lanci e rullate escluse. Insomma, eravamo davvero alle fondamenta della dance, puro artigianato. Non ricordo quanto tempo necessitammo per completare tutto ma almeno una settimana. Curammo ogni dettaglio, non potevamo sbagliare il colpo che avevamo in canna”.

Ecco che nel 1982, viene lanciato il singolo Can’t you feel it, spettacolare la copertina, disegnata da Franco Storchi, un uomo armato, un cyborg mezzo umano mezzo robot.

“Trovavo quell’immagine meravigliosa per l’immediatezza e seppur non c’entrasse un tubo col testo di “Can’t You Feel It”, aveva connessioni con la mia psiche. Nel mio immaginario quell’uomo ero io che dovendo sparare un unico colpo (la produzione del disco) non poteva sbagliare perché in tal caso sarebbe finito tutto. Quindi, per non fallire, doveva trasformarsi in un robot ed essere freddo nelle analisi. Un concetto difficile da comprendere per i non addetti ai lavori e molto personale insomma”, racconta Raff Todesco.

L’etichetta è la Fly Music, ma la distribuzione viene affidata alla Gong Records. Oltre alle 3500 copie iniziali, la Gong ristampò il disco con copertina generica, circa altre 1500 copie, invece il 45 giri vendette oltre 15 mila copie.

Piccola leggenda sul brano, si dice che Can’t you Feel it abbia ispirato Freddie Mercury nella creazione di una delle Hit dei Queen, ovvero Radio Ga Ga, ci sono in effetti molte assonanze e similitudini, specialmente nell’intro, veramente simile al brano dei Time, Molti fan dei Queen accusarono noi italiani di aver copiato, ma le date non mentono Can’t you Feel it è del 1982, mentre Radio Ga Ga del 1984.

Un Motivo di vanto per noi italiani, e soprattutto una rivincita per la dance italiana da sempre considerata un genere di poco valore.

Altro grande successo del progetto Time è Shaker Shake del 1983, un omaggio alla discoteca “Shaker” che si trovava a Chioggia in Veneto.

Nasce così un altro grande brano italo disco, dove troviamo nuovamente la voce maschile Di Glen White, mentre la parte femminile viene affidata a Cristina Dori, la copertina del disco viene sempre disegnata da Storchi e raffigura un drago, simbolo del locale.

Dopo soli 2/3 mesi dall’uscita il singolo aveva venduto circa 10.000 mix e altrettanti 45 giri, non solo in italia, ma in tutta europa, dove altre etichette avevano richiesto la licenza del brano.

A distanza di quasi 40 anni, questi 2 brani sono di ispirazione per molti produttori e musicisti, piacciono ancora molto e ci fanno capire ancora una volta quanto influente sia la italo disco ancora oggi!!!

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