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Una petizione per riavere la One-O-One

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One-O-One
Un gruppo di facebook si è unito per raccogliere firme per una petizione che possa riportare la One-O-One della Sanpellegrino (storica cola degli anni 80) in produzione.

Nel giugno del 1987 il Gruppo San Pellegrino (303 miliardi di vecchie lire di fatturato nel 1986, con un utile netto di 24 mld e un cash-flow di 41 mld) ha lanciato sul mercato “One-O-One”, una nuova bevanda gasata a base di cola.

San Pellegrino operava su quattro tipi di prodotti: acque minerali, aperitivi, vini e bevande gassate nei segmenti aranciata (20% del mercato italiano), limonata e chinotto.

Nel 1986 era cessata la distribuzione della Cola Royal Crown e il vertice della San Pellegrino aveva voglia di sperimentare la produzione nel mondo Cola.

Il nuovo direttore generale al momento del lancio di “One-O-One” sembrava avere le idee chiare circa le scelte per il nuovo prodotto:

“Per un’azienda delle dimensioni della San Pellegrino è importante avere una offerta merceologica integrata, con prodotti che si sostengono a vicenda; le cole e le aranciate reggono il 70% dei consumi di bevande gassate così che non potevamo rinunciare ad essere presenti anche sul segmento delle cole con un prodotto di marca e di alta qualità.

Il segmento offre poi ampie possibilità di espansione all’estero, in particolare nei Paesi in via di sviluppo, in Medio Oriente, e non ci mancano importanti contatti che ci garantiscono ottime opportunità”.

La San Pellegrino impiegò 2 anni di ricerche per mettere a punto la formula della Cola, i test di mercato avevano riportato che il 52% degli interpellati preferiva il prodotto a marchio San Pellegrino piuttosto che alla Coca Cola.

Iniziarono investimenti miliardari per lanciare la nuova bevanda con l’obiettivo di arrivare ad una quota del 20% del mercato cola entro il 1989.

Il lancio fu sostenuto con 20 miliardi di lire in spot televisivi per il 1987, ben otto concentrati nei primi 45 giorni di lancio sul mercato.

Dopo un mese dal lancio il prodotto faticava a decollare con lo 0,1% nella grande distribuzione e il 3,4% nei canali bar con una copertura di circa il 10% (13.000 punti vendita serviti).

La grande distribuzione non intendeva rinunciare agli sconti concessi dalla Coca Cola, che riduceva i prezzi alla condizione che gli acquirenti si rifornissero esclusivamente del loro prodotto piuttosto che a quelli della concorrenza.

Nel luglio del 1987 la San Pellegrino citò in giudizio presso la Corte di Giustizia CEE e presso il Tribunale di Milano la Coca Cola per violazione delle norme sulla libera concorrenza:

“Ci siamo trovati di fronte ad un blocco – affermava il Direttore Generale della San Pellegrino -. Non è la politica di sconti in sé che contestiamo, ma la dimensione quantitativa che assume, tanto da configurare un vero e proprio monopolio. La pressione, infatti, non viene esercitata sul singolo dettagliante, ma sulla distribuzione più qualificata, sui consorzi ed i gruppi di acquisto; quando un associato acquista “One-O-One”, lo stesso consorzio si fa promotore di una diffida nei confronti del singolo, perché altrimenti tutto il gruppo perderebbe il beneficio dei premi fedeltà”.

In ogni caso nei mesi successivi la Coca Cola rimaneva intorno al 90% e “One-O-One” al 2%, prevalentemente concentrata sulla distribuzione nei bar.

La quota “One-O-One” è poi successivamente scesa fino all’1% (marzo 1988) e nel 2020 la San Pellegrino ha interrotto definitivamente la produzione.

Personalmente non ho mai amato questa bevanda, ma magari anche voi siete dei grandi nostalgici della bibita e potete tentare di convincere l’azienda a reintrodurla sul merca (cosa che difficilmente accadrà)  votanto anche voi a questo indirizzo:
https://www.change.org/p/rimettiamo-in-commercio-la-one-o-one-sanpellegrino

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