C’è stato un periodo della nostra vita da adolescenti anni ’80 in cui andavano di moda giochi ed intrattenimenti di “cattivo gusto”: dai pupazzetti che emettevano odori sgradevoli alle sostanze gelatinose fluorescenti.
I miei preferiti erano gli Sgorbions.
Usciti sul finire del decennio, gli Sgorbions erano una serie di figurine americane a cui il termine “disgusto” era associabile quanto la parola “pallone” lo è per le figurine dei calciatori.
Creati per essere la parodia delle bambole Cabbage Patch (le bambole che uscivano dai dei cavolfiori giganti molto di moda in quegli anni – le bambole, non i cavolfiori), avevano ciascuno un nome che era associato al personaggio, con delicati giochi di parole.
Tra queste vi erano delle autentiche perle come Carla Igienica (una bimba seduta sullo sciacquone del water con la testa a forma di carta igienica a cui veniva strappato il viso), Gustavo La Bava (bimbetto che allagava una camera con la propria bava), Pierino Lavandino (che veniva risucchiato appunto in un lavandino), Renata Intasata (con fiumi di muco che le usciva dal naso) nonché il più famoso e, naturalmente, il mio preferito. Matteo Cappereo, un dolce bimbetto che infilandosi il dito nel naso, lo faceva uscire dalla testa bucandola (e riempiendo il resto della figurina di caccole).
Insomma, si andava dal cattivo gusto al peggiore gusto per arrivare dritti dritti al pessimo gusto.
Ovviamente ci fu una specie di rivolta fra le mamme in quel periodo. E ovviamente fra queste mamme vi era anche la mia che, pur non essendo mai stata una bacchettona nel senso stretto del termine, non apprezzava particolarmente la mia collezione.
Col senno di poi, penso che a mia madre desse più fastidio il dover spendere soldi per queste figurine che non il soggetto in sé.
Questo non mi impedì certamente di continuare a comprarmi le bustine, fino a quando la distribuzione italiana terminò, con mio immenso disappunto.
Nel frattempo arrivarono altre serie di figurine sui generis, ma senza lo spirito così cattivo, anarchico, a tratti geniale e l’inarrivabile cattivo gusto di quelle originali, che avevano colpito nel segno sollecitando la vena ribelle di tutti i bambini pulitini, e insegnato a guardare ai gusti bambini sotto una luce diversa.
Purtroppo, come capita spesso, la mia collezione si è persa nel tempo. I traslochi fanno anche questo. O forse è stata tutta una manovra vendicativa di mia madre? Ma non è detto che, un giorno, non decida di fare una pazzia e andare sulla baia internettiana a fare incetta per tornare a godermi le visioni di Alberto Ricoperto, Gennaro Rockettaro, Ramona Capocciona e di Rino Impiccatino.
Intanto ho creato una serie di sticker/emoticon per Telegram, una app di chat telefonica, che ho iniziato a divulgare fra i miei contatti con loro gioia. Perché in fondo siamo rimasti gli stessi adolescenti di fine anni ’80, affascinati dalle cose di cattivo gusto.
Si ma come cacchio faccio a scaricarle! Le voglio!!!