Solitamente non mi dedico ai film, ma di questo non posso non parlarvene. Infatti pur non amando i film fantastici questo mi ha sempre entusiasmato, senza contare che ha una colonna sonora fra le più belle degli anni 80: parliamo di The Neverending Story!
Il 1984 fu un anno straordinario per i ragazzi che andavano al cinema: uscirono in sala “Ghostbusters”, “Indiana Jones e il tempio maledetto”, “Gremlins”, “Karate Kid” e “La storia infinita”, tratto dal bestseller del tedesco Michael Ende, capace di vendere oltre 10 milioni di copie (un Harry Potter ante litteram).
Come tutte le storie di Michael Ende, pur essendo fantasy contiene un messaggio molto importante: quello di non smettere di sognare mai. Il film racconta la storia di Bastian, un ragazzo che trova in una libreria uno strano libro dalla copertina in seta rossa, intitolato “La Storia Infinita”. La storia è ambientata nel regno di Fantàsia, che è minacciato dal Nulla, una oscura entità che sta distruggendo le sue terre. L’Infanta Imperatrice, sovrana del regno, è malata, e solo un eroe può salvarla. A farsi avanti è il giovane Atreyu, a cui viene affidato il simbolo dell’Imperatrice, l’Auryn. Grazie all’aiuto prima del cavallo Artax e poi del mitico e simpaticissimo Fortuna Drago Falkor, Atreyu riesce ad avere la meglio su Gmork, la manifestazione del nulla. Ma l’unico modo per sconfiggerlo definitivamente è trovare un nuovo nome per l’imperatrice. Solo un essere umano, però, può farlo… a quel punto Bastian si ritrova nel libro. Capendo che la storia ricomincia ogni volta che raggiunge quel punto (da qui il titolo del libro e del film), Bastian per interrompere il ciclo pronuncia finalmente il nuovo nome dell’imperatrice: “Fiordiluna”.
A questo punto, come spesso succede, il film diverge dalla trama del libro, che si complica e narra delle tentazioni rappresentate dal nuovo stato di “salvatore” di Bastian, dal prezzo da pagare per il potere e dall’importanza degli affetti. Il film, per ragioni di tempo, si limita a mostrare Bastian solo con l’imperatrice e con un granello di sabbia, tutto ciò che resta del regno di Fantàsia. Grazie ai sogni e ai desideri di Bastian e di altri umani, però, quel mondo incomincia a ricrearsi.
Come il libro, il film del 1984 fu un gran successo, caso non frequente di produzione fantasy europea capace di sbancare al botteghino. La colonna sonora era opera del mitico Giorgio Moroder e di Klaus Doldinger, di lui ricordiamo sicuramente il brano “Bastian’s Happy Flight” che si sente durante il volo di Bastian sul Fortuna Drago Falkor, mentre di Moroder è il brano principe del film e forse una delle migliori colonne sonore degli anni 80: The Neverending Story, cantata dall’ex leader dei Kajagoogoo Limahl (lo trovate anche come rappresentante delle capigliature più caratteristiche di quegli anni).
https://www.youtube.com/watch?v=H6JSDuQlgh4
Top 5 in 17 Paesi, numero 1 in 8 Paesi tra cui Norvegia, Svezia e Giappone, fu numero 2 in Italia, Austria e Germania, numero 4 nel Regno Unito. In Francia viene realizzata una versione tradotta (ovviamente) del brano che raggiunge il numero 7 in classifica. Da segnalare anche l’ottimo numero 17 ottenuto negli USA nella Billboard Hot 100.
“La storia infinita”, sia nella sua versione letteraria che in quella cinematografica, parla al cuore del giovane pubblico. C’è un appello all’uso dell’immaginazione e della forza di volontà per cambiare le cose, alla fantasia intesa come energia capace di abbattere ogni barriera e di creare ponti tra i posti più diversi e lontani, e una riflessione profonda sul difficile equilibrio tra la cura degli affetti autentici e il desiderio di realizzazione di sé.
Insomma è un film che ha segnato un’epoca, una pietra miliare del cinema anni 80, con un messaggio che oggi ancora di più deve farci riflettere!