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Intervista a Franco Spicciariello – Libro Vacanze di Natale

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Franco Spicciariello
Franco Spicciariello
Intervista a Franco Spicciariello – Libro Vacanze di Natale
Franco Spicciariello
Franco Spicciariello

Prima di tutto come facciamo con tutti i nostri ospiti ti prestiamo la DeLorean per ritornare negli anni 80, in che anno vai e cosa fai per prima cosa?
Beh, Marty McFly torna al 1985 (visto anche ci vive), mentre io punterei dritto al 1980, in tempo per vedermi gli Europei con la mia famiglia al completo. Inoltre mi farei portare subito da Discoland e da Like Music, due dei più famosi negozi di dischi di Roma dell’epoca, a comprare 45 e 33 giri fantastici come “Video killed the radio star” dei The Buggles o “The Wall” dei Pink Floyd, che – ammetto – all’epoca non ero in grado di comprendere. Ma proprio il momento di “sfogliarli” uno per uno nel negozio, di sabato pomeriggio di solito, è uno dei ricordi più belli. E andrei subito in edicola a comprare il Guerin Sportivo preparandomi poi a rivivere la splendida del decade partita in realtà negli anni del riflusso.

Leggendo il libro “See you later” di Sandro Patè dedicato al mitico Dogui abbiamo trovato il tuo nome in un capitolo dove si parlava di Vacanze di Natale del 1983; da lì la scoperta del tuo libro. Ci puoi parlare di com’è nata l’idea del tuo libro dedicato al film dei fratelli Vanzina?
Con “Vacanze di Natale” – ma anche con “Sapore di mare”, “Vacanze in America”, Yuppies” – sono, siamo, cresciuti. Ricordo ancora quando lo andai a vedere alla prima a Roma con mio padre, nel dicembre 1983. È una passione che ha accompagnato me e tanti amici della nostra generazione – romani, milanesi e veneti principalmente – che quegli anni li abbiamo visti e vissuti, con ambientazioni e battute che erano o sono diventate parte di noi.
A Fregene, 30 km da Roma, c’è la villa dei fratelli Vanzina, e lì è stato girato il film “Sapore di mare”. Lì io e i miei amici andiamo in vacanza da sempre. E così circa 25 anni fa ci mettemmo a chiacchierare con Enrico Vanzina in spiaggia, e ricordo ancora la sua faccia sorpresa dalla nostra conoscenza del film, dalle nostre domande sui particolari (ad es. quando Mario Brega urla “a Ursus, pure qua stai?” era incomprensibile, e Enrico ci raccontò essere un’improvvisazione, e non la sola di quello splendido film. Da lì a poco, insieme ad altri amici – Pietro e Luca Di Nocera, Massimiliano Mileto, Daniele Marchi e Daniele Balani – fondammo il fan club di “Vacanze di Natale”, con tanto di tesserina, e ricordo le richieste di tanti amici di avere l’audiocassetta col film da sentire in macchina o una compilation delle canzoni. E poi nel 2001 la prima celebrazione del film, festeggiata preso l’ANICA di Roma con 200 persone e sul palco Enrico e Carlo Vanzina e quasi tutti gli attori, da Jerry Calà a Riccardo Garrone, passando per quelli meno conosciuti ma bravissimi come Paolo Baroni (per 20 anni “maggiordomo” di Porta a Porta sulla RAI) o Roberta Lerici (nel film è Diamante Covelli) e Lamberto Caprara (uno dei “fratelli Sfigheira”) arrivato dalla Svizzera appositamente e il cui gemello purtroppo non c’era già più.
Nel 2003 poi celebrammo il 20 anni del film al cinema Adriano di Roma, e con Pietro Di Nocera mettemmo insieme oltre 600 persone – tutto esaurito! – arrivate anche da fuori per vedere il film e sul palco i Vanzina e tutti gli altri, con menzione d’onore per Riccardo Garrone, uno dei migliori caratteristi del nostro cinema, e per il Dogui Guido Nicheli, acclamati dal pubblico. Fu un successo incredibile, con la Rai e Canale 5 a riprendere e fare interviste, e ringrazieremo sempre Jerry Calà che il pomeriggio mollò gli studi di Rai Due in diretta, nello sgomento del conduttore – per dire “scusate, devo andare a prendere un aereo per Roma, ché stasera c’è ‘Vacanze di Natale’ al cinema, quello vero”. Una cosa bellissima, infine, fu vedere tantissimi ragazzi che nel 1983 non erano nemmeno nati ripetere le battute a memoria, a dimostrazione che è stato un film capace di andare ben oltre una generazione.

Copertina libro
Copertina libro

Parlaci del libro e di come sei riuscito a scriverlo e le difficoltà che hai trovato nella stesura.
Nel frattempo il sito continuava a crescere, ma è impossibile comparare la rete di allora con il mondo di oggi: le informazioni online erano pochissime. Mi misi a cercare ogni possibile materiale esistente sul film. Raccolsi tutto il possibile sugli attori e persino sulle comparse reclutate sul posto, e lo feci utilizzando l’elenco del telefono e chiamando tutti i nomi e i cognomi citati che avevo trovato nell’area di Cortina d’Ampezzo… mi arrivarono bollette astronomiche! Poi, mentre cercavo di laurearmi, persi un sacco di tempo alla biblioteca di Castro Pretorio in cerca delle recensioni e degli articoli d’epoca, per ricostruire l’accoglienza ricevuta dal film. Per comprendere meglio basti un punto: oggi se nomini “Vacanze di Natale” ti viene subito in mente Christian De Sica, un grandissimo della commedia italiana; ma la vera stella all’epoca era Jerry Calà, che sbancava continuamente il botteghino ed era reduce da successi come “Vado a vivere da solo” e lo stesso “Sapore di mare”. E poi Stefania Sandrelli, un vero mito oggi, all’epoca era in cerca di rilancio presso il grande pubblico, che arrivò grazie all’accoppiata “La chiave” e proprio “Vacanze di Natale”.
Non è stato facile intervistare alcuni dei protagonisti. Sono felicissimo di esserci riuscito proprio con la Sandrelli,  simpaticissima, che inseguivo da anni. Ma anche parlare con gli altri – ad es. Licinia Lentini (“la mandrilla di Porto Recanati”, bravissima attrice di teatro), un altro ottimo caratterista come Roberto Della Casa, la povera Karina Huff con cui passammo ore a chiacchierare alla Cabala, mitico locale romano, Antonellina Interlenghi, Shoko Nakahara (Asuncion) con cui mi sono ritrovato in vacanza a Cesenatico, ecc. – è stata un’esperienza anche umana molto bella. Non sono riuscito a trovare Marilù Tolo, trasferitasi da tanti anni in Messico, mentre invece Giovanni Tamberi (nel film il maestro di sci Leonardo Zartolin che finisce a letto con De Sica), che oggi è il manager di Steve Van Zandt – il chitarrista di Bruce Springsteen – e per anni ha lavorato nella produzione, si è sempre rifiutato di farsi intervistare, forse per distaccarsi da quel personaggio. Una menzione infine, ma non d’onore, per Claudio Amendola (nel film Mario Marchetti, ultrà romanista in trasferta a Cortina). Non ha mai risposto a richieste e messaggi, né all’invito per la famosa serata del 2003. Ma, resosi conto del successo, quel giorno chiamò la redazione di Verissimo per farsi intervistare e inserire nel servizio TV sulla serata. La cosa si commenta da sola.

Come ti hanno aiutato i Vanzina nella scrittura del libro?
Il sostegno, di Enrico all’inizio e poi di entrambi, è stato fondamentale sia per gli incontri che per il libro. Grazie a loro ho potuto pubblicare storie e informazioni sconosciute, curiosità incredibili – come ad esempio che il romanista Luca (l’attore Marco Urbinati), quello che si chiede cosa starà facendo Toninho Cerezo a Capodanno (“dorme, perché è un professionista…”), è in realtà la raffigurazione cinematografica dell’attuale presidente del CONI, Giovanni Malagò, con cui i Vanzina andavano in vacanza da ragazzi a Cortina. Il dono più bello è stata però la sceneggiatura originale, anche se però per il libro ho dovuto fare una scelta radicale. Il film infatti è famoso per i suoi dialoghi, le battute, e non trovare queste – in quanto improvvisate – avrebbe potuto deludere fan e lettori. Per questo ho preferito inserire la trascrizione di tutto il film (per cui devo ringraziare l’amico Daniele Marchi) con a margine le note che rimandavano a quanto la sceneggiatura aveva originariamente previsto. Interessantissimo poi scoprire l’esistenza di varie scene non presenti poi nel film. Furono tutte girate ma, come mi raccontò Carlo Vanzina, tutto il materiale avanzato fu mandato al macero. All’epoca, purtroppo, non si pensava che fosse materia capace di diventare utile in futuro. Il libro fu poi presentato proprio in quell’evento romano del 2003, che Enrico Vanzina ha recentemente ricordato in un’intervista a Repubblica. Un successo che contribuì anche a convincere la Filmauro di Aurelio De Laurentiis a pubblicare il dvd. Pensa che quel giorno, in assenza di una “pizza” dovemmo usare una videocassetta in formato beta gentilmente regalataci da un fan che lavorava in Mediaset.

Vacanze di Natale 83 è stato il papà di tutti i cinepanettoni, ma dopo di lui nessun seguito è riuscito a far meglio. Secondo te qual è il segreto del film?
Cinepattone è una parola orrenda! “Vacanze di Natale” (1983) non è un cinepanettone ma un bellissimo esempio di commedia all’italiana, ispirato peraltro a “Vacanze d’inverno”, film di Camillo Mastrocinque prodotto da Dino De Laurentiis, con Alberto Sordi. I film arrivati dopo – peraltro in gran parte diretti da Neri Parenti (che era stato da giovane aiuto regista di Steno, il padre dei Vanzina) – sono un’altra cosa. Certo, sempre dei Vanzina c’è “Vacanze di Natale 2000” (di cui realizzammo il sito), ma quella che ormai era cambiata era la gente, e “Vacanze di Natale a Cortina” del 2011 lo hanno solo scritto. Nel frattempo il Paese si era involgarito, certo: ma la volgarità, diventata purtroppo un leit motiv dei cinepattoni, era assente da film come “Sapore di mare”, “Vacanze di Natale”, “Yuppies” e “Vacanze in America”. Ripeto quanto detto qualche tempo fa al Fatto Quotidiano in occasione della precoce e triste scomparsa di Carlo Vanzina. “Carlo Vanzina da dietro la cinepresa, insieme a suo fratello Enrico nello scrivere, è stato capace di raccontare la biografia dell’Italia che usciva dai plumbei anni 70 per entrare in un decennio cui le persone sembravano aver ritrovato la voglia di produrre, crescere, divertirsi, alla ricerca forse di un superfluo che era diventato necessario: si pensi ai vari Vacanze di Natale, il loro capolavoro, Yuppies e Via Montenapoleone. Una biografia proseguita poi negli anni 90, di cui Carlo ha immortalato una volgarità emergente (esemplari Miliardi, SPQR e un Vacanze di Natale 2000 specchio di una nuova era) priva di quella leggerezza che aveva invece ammantato gli anni 80.  Ma ancora una volta e sino ad oggi, lui ed Enrico sono stati come cronisti, a volte spietati e altre più dolci, narratori di questa nostra Italia in cerca di sé stessa o forse in cerca ancora di quegli insuperabili anni 60 da loro magistralmente raffigurati in quel “Sapore di mare”, sorta di ‘Come eravamo e come forse vorremmo ancora essere‘.”

I film dei Vanzina sono da una parte considerati cult movie, da un’altra parte solo opere trash. Tu cosa ne pensi?
Carlo Vanzina in 40 anni ha diretto oltre 60 film, lanciando decine di attori e attrici nel firmamento dello spettacolo italiano: penso ad esempio a Diego Abatantuono, Claudio Amendola e Christian De Sica. Devono a Carlo Vanzina tantissimo. La sua capacità di dirigere e quella di Enrico di scrivere – messa in mostra in tanti libri e settimanalmente sulle colonne di Messaggero e prima del Corriere della Sera – hanno raccontato quaranta e più anni d’Italia e di italiani. E non solo facendo ridere, che non è affatto facile come ogni attore sa, ma anche raffigurando la dura cronaca in film più impegnati. Per tutti mi viene in mente “Tre colonne in cronaca”, con un grande Gian Maria Volonté e Massimo Dapporto. Non che tutti i film siano perfetti, è normale, ma chi afferma certe cose sui film dei Vanzina non li ha visti mai per davvero o analizzati sul serio. Purtroppo quando si assegna uno stigma poi è difficile rimuoverlo.

Puoi raccontarci qualche aneddoto riferito al film che non sei riuscito ad inserire nel libro?
Ce ne sono eccome. Nelle chiacchierate fatte con Carlo ed Enrico Vanzina, ma anche con Jerry Calà, Karina Huff, Roberto Della Casa (il Cesarino) e alcuni dei più giovani, erano emerse tantissime storie. Diciamo che gli aneddoti non inseriti sono relativi a storie che “non si possono raccontare”, e ho voluto rispettare la richiesta di chi me le ha raccontate. Del resto, e questo lo hanno confermato tutti, nel girare il film a Cortina si era creato un clima incredibile, per molti di loro mai più ripetuto. Un gruppo di amici che si è divertito come non mai, che ha riso insieme per settimane, riuscendo però così a far ridere noi per oltre 30 anni. Per chi vuole leggere alcune curiosità, può farlo qui.

La colonna sonora di Vacanze di Natale 1983 era incredibile, una hit dopo l’altra, eppure non è mai stata stampata e distribuita. Sai il motivo?
L’ingresso del film sulle note di “Moonlight Shadow” di Mike Oldfield con Meggie Reilly ha fatto la storia. Come anche l’arrivo di Billo (Jerry Calà) a Cortina con “I Like Chopin” di Gazebo sullo sfondo. E poi “Amore disperato” di Nada, “Dolce Vita” di Ryan Paris, “Nell’aria” di Marcella, fino a Gary Low, Nathalie, “Paris Latino” dei Bandolero, la splendida “Senza di me” (cover di “What About Me” dei Moving Pictures del 1982) di Anna Oxa, “Vita spericolata” di Vasco, Chris Rea e persino Ornella Vanoni, Eduardo De Crescenzo (la struggente “Ancora”) e Teresa De Sio. E infine “Maracaibo” di Lu Colombo, cantata anche da Jerry al piano bar, ancor oggi cavallo di battaglia delle feste estive e invernali. Canzone che mi fa ricordare forse il più bel momento della mia storia con “Vacanze di Natale”. La sera del ventennale infatti, dopo la proiezione, in gruppo ci trasferimmo al piano bar della Cabala, mitico locale romano anni 80. Con noi vennero Jerry Calà, Guido Nicheli, Ornella Pacelli ed altri. Jerry si mise al piano, improvvisando, e fece ballare tutto il locale per due ore. Sembrava di essere tornati indietro di 20 anni. Tornando alla colonna sonora, non fu pubblicata perché sarebbe costato troppo mettere su un unico LP tutte quelle canzoni di autori diversi. Il successo dell’LP di “Sapore di mare” aveva fatto sorgere appetiti notevoli e fu impossibile trovare un accordo. Una scelta che si dimostrò un errore per tutti. Ma negli anni hanno rimediato le audiocassette, e poi voglio ricordare lo splendido lavoro di Miki Cino, bravissimo dj torinese, che ha realizzato un mix delle canzoni e delle battute del film: fantastico.

Tu eri anche il proprietario del bellissimo sito vacanzedinatale.it che poi però hai perso ed diventato qualcosa di totalmente diverso. Sai che ti odiamo per questo, vero?
Lanciammo il sito nel 1999. Si apriva usando Flash, con una palla di neve che scendeva (ecco il link) e “Moonlight Shadow” a suonare sullo sfondo. Solo che con le connessioni a 56,6k dell’epoca ci metteva anche un minuto! L’abbiamo riempito di info, foto, video, audio (ricordiamo che YouTube non c’era!) – ancora disponibili qui – e manutenuto per oltre dieci anni, utilizzando Front Page (altro che la facilità di WordPress di oggi…) fino a quando per un errore (mio) ne perdemmo la proprietà. Anche io odio me stesso per questo, tanto più vedendo che chi lo ha preso lo usa per motivazioni commerciali e basta. Per chi ha voglia di navigarlo, ecco però il link via Archive.org.

Sappiamo che il libro uscito nel 2003 è nato per festeggiare i vent’anni del film e purtroppo non è più disponibile, qualche speranza di rivederlo in vendita?
Per il libro grande merito va ad Alberto Pallotta, editore di “Un mondo a parte”, che oltre a “Vacanze di Natale” ha pubblicato tanti altri libri di successo sulla commedia all’italiana, come ad esempio “Un americano a Roma”, “I soliti ignoti” e “Febbre da cavallo”. Di ristampare “Vacanze di Natale” ne abbiamo parlato recentemente, considerato che il libro è esaurito ovunque e le numerose richieste. Se anche ad Enrico Vanzina l’idea piacerà, sarebbe un bel regalo di Natale per tutti noi. Del resto anche le recensioni furono ottime, a cominciare da una di Andrea Scanzi – oggi al Fatto Quotidiano – sul Riformista, anche se però averglielo ricordato – per ringraziarlo! – ha comportato essere bloccato su Twitter J .

Ci lasciamo sempre con un disco, scegli il tuo, rigorosamente anni 80, mi raccomando.
“Born in the USA” di Bruce Springsteen. Dentro c’è la musica, la storia, il sentimento capace di raccontare una parte di anni 80. Un disco di cui non ti puoi stancare, mai.

1 commento

  1. Bellissimo articolo. Avrei voluto essere a quella festa. Registrai da bambino su VHS il film Vacanze di Natale ’83 una volta che lo passarono in tv. Quella povera videocassetta ha il nastro consumato. L”avvento della tecnologia avanzata ad iniziare dai DVD non mi ha tolto il piacere di guardare i VHS. Sentire un disco su vinile è differente che aprire youtube, mettere un gettone nel videogioco è diverso che giocare alla playstation, come è diverso vedere un film anni 80 su VHS che non guardarlo su un portale in streaming o su youtube oppure DVD. In ogni caso Vacanze di Natale 83 è il must del cult assoluto. P.s mi rattrista il comportamento di Amendola, davvero riprovevole.

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