A tutti è capitato almeno una volta nella vita di ascoltare questa canzone, uno dei brani tra i più rappresentativi degli anni 80.
I Like Chopin di Gazebo, un classico della dance made in Italy uscito nel lontano 1983, che non è mai passato di moda.
Ma siamo sicuri di conoscere tutto su questo evergreen? Oggi vi racconteremo qualche curiosità sul brano e il suo vero significato.
1) Un successo inatteso
Dopo aver pubblicato il primo singolo Masterpiece nel 1982, Gazebo inizia a pensare ad un follow up e inizialmente concentra le sue attenzioni sul brano Dolce Vita, scritto assieme al fidato compagno Giombini.
Ma Naggiar, il produttore della Baby Records, decide di lasciare quel brano a Ryan Paris e di puntare tutto su I Like Chopin. Raconta Gazebo “Ascoltandolo in studio, ci rendemmo conto che era fluido, aveva un suo flow. È stato emozionante, comprendemmo che poteva essere un successo. Non ci aspettavamo, però, facesse quello che ha fatto”
2) Dagli Archi all’Elettronica
L’intenzione di Gazebo e del team Baby Records era quello di realizzare una ballad. Infatti all’epoca dopo un disco molto battente, si optava per un lento. I like Chopin nacque quasi come versione “orchestrale” inserendo nell’arrangiamento degli archi, ma ancora una volta l’intuizione di Naggiar impose al guppo di mettere l’elettronica in maniera molto incisiva.
3) Il Significato della canzone
I testi di Paul Mazzolini, vero nome di Gazebo, ci immergono letteralmente dentro ad una storia, nascondendo dei significati profondi.
Forse non abbiamo mai dato tanto peso al testo di I Like Chopin. E’ l’estate 1982 e Paul è uno studente modello di Letteratura francese all’università, sinceramente appassionato al romanticismo ottocentesco che arriva a trasferire nelle sue ballate Italo-dance.
Attraverso lo studio, si appassiona anche alla musica classica di Chopin. Approfondendo la conoscenza del musicista è rimasto impressionato dalla personalità della donna che ebbe un ruolo decisivo nella sua vita, la scrittrice Aurore Amandine Lucile Dupin, che da tutti si faceva chiamare George Sand.
Frédéric Chopin e George Sand si conobbero a Parigi nell’autunno 1838, in uno dei tanti salotti dove il musicista si esibiva al pianoforte. Racconta Chopin nel suo diario “Lei era appoggiata al pianoforte, e il suo sguardo ardente era come brace su di me. La mia anima aveva trovato un porto. Mi prese una sorta di languore, nondimeno mi ritirai dal pianoforte con soggezione. L’ho rivista in seguito altre volte nel suo salotto, con persone dell’aristocrazia francese. Poi un’altra volta che si trovava sola. Mi ama, Aurora è un nome magico. La notte è sparita”. Paris, 10 ottobre 1838
Dopo quella serata al piano tra i due nacque un rapporto intenso e complicato allo stesso tempo.
Il primo incontro dei due viene anche immortalato in un dipinto di Eugène Delacroix dello stesso anno, ma la storia si tingerà di giallo. Sette anni più tardi quel dipinto verrà tagliato a metà, lasciando solo il frammento raffigurante Chopin, oggi conservata al Louvre. Il destino della metà sinistra della tela, raffigurante George Sand, è sconosciuto.
Se uniamo le tessere ne esce una rappresentazione sublime: Sand e Chopin, pianoforte, letteratura francese, lingua inglese, malinconia autunnale (“Rainy days never say goodbye” “i giorni di pioggia non dicono mai addio”), dipinto, musica elettronica, melodia italiana.
Gazebo riuscì così a creare un pezzo disco con una trama davvero raffinata, per esperti di arte, di letteratura e di musica francese dell’Ottocento.
4) Un Video all’altezza del brano
Naggiar si innamorò di i Like Chopin, ma quel sound così romantico e quel testo così profondo avevano bisogno di un videoclip ad hoc e non si badò a spese. Venne realizzato un mini-film, capace di immergerci nel periodo ottocentesco, ricco di stacchi e colpi di scena.
Il Team dovette raggiungere l’Inghilterra, in quanto in quel periodo in Italia non esistevano ancora degli studi dedicati alla realizzazione di Video Musciali. Venne scelta una location ad hoc, una bellissima villa nell’Essex.
5)Un successo Planetario
Grazie anche al videoclip, si inizia una promozione in tutto il mondo e un giovanissimo Gazebo si ritrova in vetta alle classifiche di molti paesi, la sua faccia nei giornalini musicali è affiancata a quella di Simon le Bon e George Michael.
“Ho vissuto un momento in cui non stavo mai a casa. Per due anni sono stato in giro per il mondo e non avevo neanche il tempo di spendere i soldi che guadagnavo. Un periodo divertente per me, un ragazzo di 23 anni che si ritrovava primo in Germania, in Giappone. Ero pieno di soddisfazioni. Tutto sommato, alla fine, mi appariva normale e sembrava quasi strano, a un certo punto, non essere al primo posto nelle chart. Ho vissuto tutto con molta onestà intellettuale perché credevo, pur facendo musica commerciale, di dare qualcosa in più.”
Una canzone perfetta per raccontare un amore imperfetto come quello di Chopin e Sand, una linea di accordi che ogni volta che la sentiamo ci fa venire i brividi. Un pezzo senza tempo.