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Il fascino recondito di “A-Team”

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Altro che “militarismo buono” così com’è stata definita da più parti la nota Serie Televisiva, “A-Team”.

Il colonnello John “Hannibal” Smith e gli altri personaggi del celeberrimo telefilm statunitense – andato in onda sugli schermi televisivi del belpaese per la prima volta a partire dal 25 febbraio 1984 (per poi trasferirsi, nelle ultime quattro stagioni, su Italia Uno) – erano dei “filibustieri” veri. Altroché.

Ma è proprio questo, del resto, il fascino recondito di una trama che ha affascinato, fin da subito, milioni di telespettatori in tutto il globo terrestre. Entrando ancor più nello specifico, le vicende narrate sono quelle riguardanti un commando di ex combattenti del Vietnam soprannominato per l’appunto A-Team (Squadra A), che un tempo avevano fatto parte del 5th Special Forces Group “Berretti Verdi” dell’esercito degli Stati Uniti. Non solo.

Evasi in maniera rocambolesca, i Nostri vivono in una sorta di fuga perenne, ricercati e braccati dalle autorità militari per un reato che non hanno mai commesso. Tra avventure e peripezie varie, i componenti della squadra sopravvivono prestando servizio come mercenari e venendo, nella quasi totalità degli episodi, assoldati da persone o da gruppi di persone oppresse da situazioni d’ingiustizia o di pericolo (un altro dei tratti distintivi tipicamente “Anni Ottanta” di una Serie amatissima da numerose generazioni di telespettatori.

Va da sè, naturalmente, che grazie alle qualità militari e umane dell’A-Team, ogni episodio si risolve in maniera pressoché definitiva ed a favore dei più deboli. Oltre al sopraccitato John Smith, la mente del commando, gli altri componenti dell’”A-Team” sono Templeton “Sberla” Peck (interpretato divinamente da Dirk Benedict), “Howling Mad” Murdock (interpretato da Dwight Schultz) e Bosco Albert “P.E.” Baracus (interpretato dal grande Mr. T).

Insomma, una sorta di proto-” Bastardi Senza Gloria” che ha fatto breccia sul grande pubblico almeno un ventennio prima del (bel) film diretto da Quentin Tarantino. Tuttavia, appare quasi superfluo sottolineare che guardando con attenzione “A-Team”, non si può fare a meno di farsi risucchiare in un macrocosmo ottantiano fatto di “azione da jet-set” e party in piscina. L’apoteosi, in pratica, per appassionati ed amanti di quel periodo. Ci sarà pure un motivo, del resto, se il telefilm trasmesso in prima visione assoluta (dal 1983 al 1987) sulla blasonatissima rete televisiva americana NBC, vada ancora in onda – a carenza periodica – anche nel vecchio stivale.

La verità è che le Serie dell’epoca avevano una familiarità piuttosto spiccata, genuina, dannatamente difficile da riscontrare negli odierni lidi televisivi. Concludiamo dicendo, o meglio, ricordando, l’iconica frase introduttiva delle prime quattro stagioni della Serie:

“«Dieci anni fa gli uomini di un commando specializzato operante in Vietnam vennero condannati ingiustamente da un tribunale militare. Evasi da un carcere di massima sicurezza si rifugiarono a Los Angeles, vivendo in clandestinità. Sono tuttora ricercati, ma se avete un problema che nessuno può risolvere – e se riuscite a trovarli – forse potrete ingaggiare il famoso A-Team.»

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