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Intervista a Linda Jo Rizzo

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Linda Jo Rizzo
Linda Jo Rizzo ha iniziato la carriera come modella e in Italia si è avvicinata alla musica, facendo da corista a vari artisti tra cui Adriano Celentano, Umberto Tozzi e i La Bionda. Rientrata negli Stati Uniti ha abbandonato la musica, fino all’incontro con il produttore Bobby Orlando, che dopo un provino l’ha immediatamente messa sotto contratto.

Inizialmente destinata a fare da frontwoman per un gruppo femminile chiamato Waterfront Home, tra il 1983 e il 1984 è stata membro delle Flirts, con cui ha registrato l’album Born to Flirt e affrontato lunghe tournée negli Stati Uniti e in Europa.

Ecco la nostra intervista.

Ti do le chiavi della Delorean per tornare negli anni 80, in che anno vai è qual’è la prima cosa che fai?

Vado in discoteca. La musica era fantastica, la gente si divertiva, ci si trovava allo Studio 54, al Mirage a New York.

Dall’America poi sei arrivata in Italia.

Molto prima, io ho vissuto in Italia negli anni settanta, ho fatto la fotomodella a New York e per me la musica era un hobby. Non volevo cantare. E peccato che non ho deciso subito, perchè ero in mezzo a tutte le star in Italia, ma non volevo cantare.

Tu hai cantato per dei grandi artisti Italiani.

Ho fatto diversi dischi, con Baby Records, con Sugar, ma ero giovane (19 anni), volevo fare solo la modella.

E poi?

Italia, Portogallo, New York a studiare.

E li hai conosciuto Bobby Orlando?

Si perchè io sono rimasta in contatto con tutti i produttori e autori a Milano, ogni volta che venivano a New York ci incontravamo per una cena e una sera Andrea lo Vecchio era in città per produrre con Bobby Orlando il disco di Nadia Cassini. Eravamo a cena e Andrea dice a Bobby, “conosci Linda, canta bene, dovresti fare una prova” e Bobby “ok vieni in studio domani”.
Il giorno dopo vado, faccio le prove e il giorno dopo avevo il contratto. Da quel momento ho detto, ok, adesso canto.

Da lì sei entrata nel mondo dell’Italodisco.

La cosa strana e che quando stavamo facendo questa musica negli anni 80, il genere non aveva un nome, è nato dopo in Germania. Stavamo facendo Italodisco senza saperlo. Era musica felice, c’era melodia, c’era un testo, tu sentivi questa musica e volevi muoverti. Io abito a Monaco dal 1985, la musica mi ha portato lì, ai tempi voi in Italia avevate molti più programmi di musica.

Oggi MTV fa i reality, sempre meno musica.

Si, ma la musica è importante. Oggi il mondo ne ha bisogno, abbiamo guerre, casini, la musica porta felicità. Ne abbiamo più bisogno oggi che allora.

C’è qualcosa di quel periodo che non ti piace?

No. Era un bel periodo. La gente era più felice, più positiva. Eravamo senza internet, senza cellulare, dovevamo comunicare faccia a faccia.

Secondo te perchè qui in Italia l’Italodisco è morta e invece nel resto del mondo funziona ancora?

Forse perchè è nato in Italia, l’Italiano va sempre avanti, fate sempre qualcosa di nuovo. Nell’est l’Italodisco è ancora forte, forse perchè negli anni 80 erano ancora indietro, erano ancora dietro la cortina di ferro e non potento vivere quella musica e oggi invece si.

Intervista rilasciata durante la 1 edizione di Italodisco Takesover.

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