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“Il pranzo è servito” nei miei ricordi infantili – tra mense dell’asilo e ruote di compensato

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Il pranzo è servito
Ivan Petrovic Pavlov fu un fisiologo ed etologo russo che passò alla storia – nel 1903 – per la scoperta del cosiddetto “riflesso condizionato”.

Nel suo celebre esperimento, facendo precedere al pasto dei cani il suono di un campanello, aveva notato come fosse sufficiente provocare quel rumore per aumentarne la salivazione nonostante il cibo non lo avessero ancora visto.

Che c’entra questo con la TV degli anni 80?

C’entra, c’entra… e anche oggi abbiamo a che fare con Augusto Martelli, autore di numerose sigle Fininvest degli anni 80 e 90 tra cui quella appunto de “Il Pranzo è servito”: ne bastavano poche note per innescare in me, che allora ero bambino, un forte appetito che anticipava la messa in tavola del pranzo.

A quei tempi frequentavo l’asilo, e nonostante fosse attivo un servizio di mensa, il cibo delle suore proprio non lo volevo mangiare: non perché facesse così schifo ma perché, abituato ai manicaretti di mamma, trovavo quella pasta troppo scotta e quel ragù troppo unto, senza contare il “secondo” che ci propinavano – due fette di cotto e patatine del sacchetto – quasi un’offesa a chi come me era avvezzo a piatti di pesce, cotolette e arrosti.

Ci veniva servita pasta in bianco, con la suora che passava con una salsiera chiedendo chi volesse “sugo”; ma quando pregustavo il gusto del pomodoro e vedevo presentarmi il solito “ragù”, innescavo un’ingiustificata quanto feroce polemica che mi portava ogni volta a mangiare da solo, nella classe adiacente, con luci spente e una fioca illuminazione proveniente dai vetri.

Invece di redarguirmi, mia madre accondiscendeva ai miei capricci venendomi a prendere, portandomi a casa e riconsegnandomi alle religiose solo dopo avermi nutrito; ogni volta che rincasavo la tv era sintonizzata su Canale 5, con la sigla di Martelli ad anticipare le delizie che mi aspettavano. E non c’era momento della giornata più gradevole di quel break.

Correva il 1986/87/88, e “Il pranzo è servito” era già in onda dal 1982, vero apripista dell’uso meridiano dei palinsesti (a quei tempi fino alle 13:00 la RAI trasmetteva ancora il famigerato monoscopio).

Nato da un’idea dello stesso Corrado, il programma si suddivideva in diverse prove tra due concorrenti, che vincendo ogni manche ottenevano la possibilità di girare la ruota alle loro spalle. Al posto di numeri e cifre erano raffigurate le portate di un pranzo medio italiano – primo, secondo, formaggio, dolce, frutta: il primo a completare il menù si sarebbe aggiudicato la vittoria. E la sigla di Martelli risuonava ogni qualvolta si girava la ruota: una melodia che non riuscivo a togliermi dalla testa, sulle cui note cantavo qualunque cosa mi venisse in mente.

Gioco da tavolo Il pranzo è servito
Gioco da tavolo Il pranzo è servito

Nel 1983 la Editrice Giochi ne produsse anche il gioco in scatola, ma in un’era pre-digitale senza internet a informarmi della sua esistenza, non lo seppi mai. Anzi, quando giunsi alle elementari chiesi a mio nonno di realizzare – col compensato – una piccola ruota tutta per me: sognavo di condurre un’edizione famigliare de “Il Pranzo è servito” dove a scontrarsi sarebbero stati i parenti che mi venivano a trovare. Ritagliai da una scatola per scarpe anche i tondini con le domande, spesso tratte da “La settimana enigmistica”, che avrei sottoposto a nonne e zie in un lungo quiz che immortalavo su audiocassetta, accompagnando ogni giro di ruota col mio stentato fischiettìo.

Tra il 1984 e il 1988 andò in onda uno spin-off natalizio intitolato “La merenda è servita” – che però non riuscii mai a vedere. Con lo scoccare del decennio novantino, Corrado abbandonò la conduzione a favore di Claudio Lippi, che mantenne il timone fino al 1992 senza sostanziali variazioni. Anzi, visto il riscontro negli ascolti, Fininvest prolungò la trasmissione per tutta la durata dell’estate, ma Lippi non resse ai ritmi serrati e – a quanto pare – svenne in studio durante le registrazioni.

Claudio Lippi
Claudio Lippi

“Il pranzo è servito” fu bruscamente interrotto per ripartire nel 1993 su Rete 4; spostato in fascia pre-serale, affidato a Davide Mengacci e ribattezzato “La cena è servita”.

La forma non cambiò, ma lo spostamento su un’emittente specializzata in telenovelas aveva l’amaro gusto di “declassamento”; le portate furono cambiate in consommé, aragosta, arrosto, formaggio, dessert, e ricordo ancora quando chiesi a mia nonna perché il brodo fosse chiamato “consommé”, ottenendo come risposta “consumè perché si consuma”.

La concorrenza “interna” con “Ok, il prezzo e giusto” e “La Ruota della fortuna” affossarono il programma e Corrado – che ancora figurava tra gli autori – provò a riportarlo all’originaria collocazione mattutina riesumando molti elementi dalla vecchia scenografia, ma il 26 giugno 1994 andò in onda l’ultima puntata, e il format non fu più riproposto.

Davide Mengacci
Davide Mengacci

I colorati anni 80 si erano ormai conclusi, e anche “Il pranzo è servito” finì definitivamente in soffitta assieme alla ruota di compensato, i cartoncini con le domande e tutti i ricordi di un’epoca magica della quale abbiamo tutti un po’ di nostalgia.

Ma ancora oggi, quando sento la sigla di Augusto Martelli, continuo ad avvertire gli stessi brontolii di stomaco e la stessa acquolina che provavo da bambino quando rincasavo dall’asilo per gustare i piatti di mia madre: un riflesso condizionato che mi accompagnerà per il resto della mia vita, come il campanello per i cani di Pavlov.

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