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Pixels: il ritorno dei videogame anni 80

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Pixels

Durante le feste di Natale ho guardato il film “Pixels” insieme a mio figlio, e posso quindi propinarvi la mia personale recensione (la sua è ancora un po’ basica, avendo lui 5 anni).

Partiamo col dire che il film trae ispirazione dal mondo dei videogiochi anni 80, quelli nei quali noi – inteso chi ha vissuto quel decennio – andavamo in sala giochi e prosciugavamo le nostre misere paghette settimanali per lasciare sul monitor del cabinato il nostro record indelebile… almeno fino a quando il gestore della sala giochi non toglieva la corrente elettrica a fine giornata. Oddio, più che il nome si scriveva una sigla, spesso di tre lettere: e non dite che non avete mai scritto CAZ, magari dopo una partita a Bubble Bobble andata storta. 

Già, perché tra giocare e guardar giocare si passavano ore attaccati a Pac-Man, Space Invaders, Centipede, Donkey Kong: giusto per citare i più famosi, che tornano a prender vita nel film interpretato dal bravo Adam Sandler, il quale non è nuovo al rispolvero degli anni 80, basti citare allo spassoso film “Prima o poi me lo sposo“.

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La storia di “Pixels” è incentrata sulla storia di quattro ragazzi campioni e appassionati di videogiochi durante gli anni 80, che si ritrovano a dover combattere e salvare la terra dall’invasione dei personaggi tridimensionali dei videogames. Il prologo è ambientato nel 1982, quando durante una gara di videogiochi viene spedita nello spazio una videocassetta contenente le gesta dei giocatori. Queste vengono però scambiate dagli extraterrestri per una minaccia, motivo del loro contrattacco a suon di… Pixels.

In poche parole i nerds si prendono la rivincita e diventano gli eroi del mondo intero: forse un po’ poco come trama per un film scritto da Chris Columbus, già autore nel passato di “robetta” come I Goonies e Gremlins11, ma comunque bellissime alcune chicche come il cameo del professor Toru Iwatani, il creatore di Pac-Man e la bizzarra scelta come attore di Peter Dinklage, il gran bevitore di vino del Trono di Spade.

Il film è stato stroncato dalla critica: si capisce perché, visto che è trash al punto giusto (né troppo né troppo poco, quindi sbagliato dal punto di vista dei critici); il pubblico lo ha comunque premiato al box office, facendogli incassare 237 milioni di dollari a fronte di un budget stimato in 88 milioni.

Ma al di là dei meriti o demeriti della storia, per un appassionato di anni 80 è comunque un viaggio alla riscoperta di tanti aspetti del periodo, dalla musica alla moda, che sicuramente vi farà sentire avvolti dalla malinconia per i bei tempi passati.

Il film trae ispirazione dal corto del francese Patrick Jean che potete visionare qui sotto.

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