La Coppa d’Oro dei Campioni del Mondo, meglio nota come Mundialito 1980, fu un torneo internazionale di calcio a inviti organizzato in Uruguay dal 30 dicembre 1980 al 10 gennaio 1981 tra le Nazionali fino a quel punto vincitrici di almeno un’edizione del Campionato Mondiale.
In realtà, delle sei compagini fino allora iridate una diede forfait: l’Inghilterra, sostituita dai Paesi Bassi, mentre furono regolarmente presenti Uruguay, Brasile, Argentina, Italia e Germania Ovest.
Tale rassegna ebbe luogo per celebrare il cinquantesimo anniversario della disputa del primo Campionato del Mondo, organizzato proprio in Uruguay nel 1930 e vinto dai padroni di casa.
Molto semplice il regolamento di tale Mundialito 1980: le sei selezioni vennero suddivise in due gironi da tre squadre ciascuno, con le vincitrici di ciascun raggruppamento a contendersi il titolo nella finale.
Il girone A vide l’Uruguay prevalere imponendosi per 2-0 sui Paesi Bassi il 30 dicembre 1980 (nella gara inaugurale della competizione) e con il medesimo punteggio sull’Italia il successivo 3 gennaio: la conclusiva e inutile sfida del 6 gennaio tra italiani e neerlandesi si concluse sull’1-1 (vantaggio azzurro al 7’ con una prodezza di Carlo Ancelotti, pari arancione al 15’ con il futuro genoano Johannes “Jan” Peters), per una classifica finale che vide gli uruguagi a punteggio pieno (quattro punti), con Italia e Paesi Bassi ambedue mestamente a quota uno.
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Assai più serrata la lotta per la qualificazione nel girone B, con Brasile e Argentina appaiate in vetta a quota tre e la Germania Ovest ferma a zero: decisiva la differenza reti, che promosse i brasiliani (+3, contro il +1 dei biancocelesti).
Vittoriosa per 2-1 con la Germania Ovest il 1° gennaio 1981, la selezione argentina impattò per 1-1 con il Brasile tre giorni più tardi, venendo però estromessa dalla competizione a causa del seguente (7 gennaio 1981) successo per 4-1 dei verdeoro con i tedesco-occidentali.
La finale, disputatasi il 10 gennaio 1981 allo stadio “del Centenario” di Montevideo (il medesimo ove ebbe luogo l’atto conclusivo del Mondiale di mezzo secolo addietro), fece registrare l’affermazione per 2-1 dell’Uruguay sul Brasile: passati a condurre al 50’ con un “guizzo” di Jorge Barrios e raggiunti al 62’ da un calcio di rigore freddamente trasformato da Sócrates (futuro giocatore della Fiorentina), i locali siglarono la rete decisiva all’80’ con Waldemar Victorino, capocannoniere (con tre goal realizzati) della competizione e destinato a una breve e deludente esperienza in Italia, in quanto in forza al Cagliari nella stagione 1982-’83.
Pur di limitata rilevanza sportiva, il Mundialito 1980 fu televisivamente importantissimo a livello italiano, poiché i diritti alla trasmissione di tale evento furono inizialmente acquistati dall’emittente Canale 5 di Silvio Berlusconi, anticipando la Rai: un successivo accordo tra le due parti permise alla TV di Stato di trasmettere le gare dell’Italia e la finale e al “biscione” i restanti confronti (in diretta in Lombardia, in differita -mediante una rete di emittenti affiliate- nel resto del territorio nazionale), decretando de facto la fine del monopolio Rai e l’inizio del mercato dei diritti televisivi sportivi.