Home Sport Ragioniere, che fa? Batti??

Ragioniere, che fa? Batti??

55

Abbiamo dovuto attendere 47 anni per vedere la nostra nazionale di tennis vincere il torneo di tennis più prestigioso di tutti: la Coppa Davis.

Grazie ad un campione straordinario, giovanissimo, Jannik Sinner, orgoglio nazionale, siamo stati tutti travolti da una insolita passione per campi in terra battuta, palline e racchette; e ci scopriamo improvvisamente tutti esperti di ranking ATP e di dritti incrociati!

E negli anni 80? Cosa succedeva sui campi in erba, sul sintetico dei tornei ATP? Chi si sfidava per conquistare i trofei del Grande Slam nel decennio dal 1980 al 1990? Per chi facevamo il tifo? In quale campione ci identificavamo? Chi ci faceva sognare? E, soprattutto, come andavano i nostri azzurri della racchetta?

Gli anni 80 per gli amanti del tennis sono stati una autentica Età dell’Oro per il movimento mondiale. Una stagione pieno di talenti, di partite epiche, giocate da giocatori di enorme personalità. Per i nostri colori, invece… non furono certamente anni memorabili, purtroppo.

Ma andiamo con ordine.

Aiutati dal ricordo delle telecronache di Rino Tommasi e Gianni Clarici, per i nostri cari lettori stileremo una classifica dei 5 migliori talenti degli anni ´80, tratta dal mio personalissimo tabellino!

Il numero uno era un mancino (come il vostro umile scrivano): John McEnroe.

Il mio preferito di tutti i tempi. Tocco di palla incredibile, a metà tra la carezza e lo sberleffo dell’avversario. Un campione e – come dicono gli inglesi – un entertainer. Un mattatore, che ha vinto molto (7 titoli del Grande Slam: 4 US Open e 3 Wimbledon) ma forse non quanto avrebbe potuto e dovuto grazie ad un talento puro. Forse a causa di un caratteraccio, sempre pronto a litigare con arbitri, avversari, pubblico e …racchette! Amato ed odiato, mai banale, con una tecnica che ha deliziato ed incantato!

Il mio numero due, l’arcinemico di John: Ivan Lendl. Il diavolo e l´acquasanta. La regolarità e lo spirito di disciplina di Ivan contro il genio e sregolatezza di John.

Nato nella Cecoslovacchia sotto dominio sovietico, è stato – grazie alla forza fisica e mentale – un dominatore assoluto del ATP tour dall´85 al 89. Con 8 titoli vinti, incluso 3 French Open e 3 US Open.

Al terzo posto, ed erede del leggendario Bjorn Borg: Mats Wilander. Svedese come Borg, è stato il giocatore del fondo linea per eccellenza. Colpi di una precisione assoluta. Un gioco difensivo, che poteva improvvisamente diventare offensivo, una qualità impressionante in ogni gesto.

Partite lunghe, giocate con una concentrazione incrollabile. Corretto, un gioco pulito, con una costanza tale da permettergli di vincere 7 grande slam (epica la maratona contro Ivan Lendl agli US Open del 1988).

Al quarto posto un giocatore incredibile che ha attraversato in realtà ben 3 decenni di tennis ai massimi livelli: Jimmy Connors. Un altro mancino guascone dal carattere indomito. Energia pura.

Ogni partita, ogni punto conquistato, una scarica di adrenalina. Indomito, incapace di darsi per vinto. Mai. Una delle sue caratteristiche, quella di risorgere dalle ceneri di un match quasi perso (sotto di due set a zero) per poi vincere tra ali di folla in tripudio!

Al quinto posto, il più giovane vincitore di sempre del torneo da giocare in completo bianco davanti al palco reale della Regina di Inghilterra: Wimbledon. Si tratta di Boris Becker. Il tedesco salì alla ribalta del tennis professionistico all´età di 17 anni vincendo Wimbledon. Cambiò il gioco del tennis, grazie ad una impostazione molto fisica, molto aggressiva, ed la potenza della prima di servizio, grazie alla quale fu soprannominato “Boom-boom“ Becker.

Questi i cinque migliori, secondo il mio personalissimo cartellino…! Mi piacerebbe però omaggiare di una wild card (sempre per restare in ambito tennistico) 4 protagonisti degli anni 80 tennistici:

la prima a Stefan “Stefanello“ Edberg, che nonostante un palmares strepitoso: 6 grandi slam, membro della nazionale svedese vincitrice di 4 coppe Davis e per la cronaca anche allenatore di Federer – per 1 anno) non  ha mai fatto breccia nei cuori dei tifosi.

La seconda wild card alla stella del rock Pat Cash! Un Wimbledon vinto nel 1987; giocatore piú divertente che vincente.

La terza al giocatore anni 80 per antonomasia: il suo stile, la sua acconciatura, le sue magliette e persino le sue scarpe trasudavano di moda anni 80: Andre Agassi.

L’ultima alla meteora Michael Chang. Il primo asiatico (di nazionalità americana) a vincere nel tennis… e che vittoria! Nel 1989 agli open di Francia, alla etá di 17 anni e 109 giorni, in finale contro Stefanello Edberg! Mentre nello stesso torneo aveva battuto il Sig. Ivan Lendl, in quel momento numero uno al mondo.

Diamo però un’occhiata ai nostri ragazzi.

Se gli 80 sono stati anni di grandi campioni e grandi sfide, noi italiani – tifosi e giocatori-purtroppo queste sfide le abbiamo vissute da spettatori. Gli eroi della racchetta di casa nostra non sono mai riusciti ad emergere, fermandosi, nei migliori dei casi, intorno alla 30sima o 34sima posizione della classifica ATP.

Gianni Ocleppo
Gianni Ocleppo
Omar Camporese
Omar Camporese
 Paolo Cané
Paolo Cané

Tra quelli piú continui, Paolo Cané (191 settimane al vertice della classifica nazionale), Omar Camporese, Renzo Furlan, Diego Nargiso.

Nel decennio 1983-1993, il numero di titoli ATP vinti da giocatori italiani crolla a 13 (dai 22 vinti  nel decennio precedente).

Personalmente quello che mi piaceva di più era Omar Camporese. Buona accelerazione di diritto, capace di vincere alcuni tornei pesanti come Rotterdam 1991 contro Ivan Lendl e la storica vittoria (ma siamo già nel 1992) in Finale al Forum di Milano contro Goran Ivanisevic. Ed un ottavo di finale in Australia sempre nel 92.

Ma se parliamo di tornei dello Slam, il decennio degli 80 sono stati lo zero assoluto. Un quarto di finale agli Australian Open con Cristiano Caratti e tre Ottavi di Finale (due di Cancellotti al Roland Garros 1984 e 1985 e quello di Camporese nel 92) sono davvero un bilancio tristissimo.

Stesso spartito se affrontiamo il tema Coppa Davis, avarissima di soddisfazioni per gli azzurri durante tutti gli 80. Ricordiamo giusto un paio di vittorie più di nervi ed orgoglio che di tecnica, come quella contro l’Inghilterra nel 1984 (con Gianni Ocleppo eroe di Telford), o l’impresa del decennio a Cagliari contro la Svezia di Mats Wilander (dove Cané firmó i 3 punti che valsero la vittoria). Per il resto, il nulla.

Godiamoci quindi questa nuova generazione di tennisti, guidati dal nostro Jannick che fa impazzire i Carota Boys di tutta Italia!! Capaci di riempirci gli occhi con bellissime giocate ed il cuore di un ritrovato orgoglio per i nostri azzurri del tennis!

E come diceva Filini nella nebbia della domenica più rigida dell’anno, dalle sei alle sette antelucane: “allora che fa Ragioniere… batti?!“

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.