Distribuito in 200 copie per un’uscita evento in tutta Italia, arriva in sala “La voce del padrone”, il documentario di Marco Spagnoli che racconta Franco Battiato attraverso i nitidi bagliori di chi lo ha conosciuto, ha lavorato con lui, gli ha voluto bene. Fine dicitore di questo viaggio è Stefano Senardi, produttore discografico che con la sua sensibilità, il suo gusto e il suo acume troviamo ricorrente in tante di quelle release che hanno fatto grande la musica in Italia.
Si può raccontare Franco Battiato? È possibile circoscrivere il suo talento multiforme, costringere in 90 minuti l’arte e l’esistenza di un uomo che instancabilmente ha cercato di comprendere nelle sue mani l’energia della creazione e la calma della meditazione?
La voce del padrone – trailer ufficiale:
Spagnoli e Senardi si misurano, e a volo d’uccello – come le meravigliose immagini del drone che solcano la terra nera dell’Etna – ci riescono. A partire da quel centro di gravità che “La voce del padrone” rappresenta nel percorso di Battiato, il film riesce ad essere leggero e commovente, muovendosi avanti e indietro nel tempo e cercando le parole più giuste per definire stile e approccio, weltanschauung e metodo di lavoro di un genio.
Se Nanni Moretti lo ricorda (e noi ricordiamo la memorabile versione di Moretti in “Palombella Rossa” di E ti vengo a cercare) per l’ironia e la profondità, Morgan ne sottolinea alcune inedite peculiarità lavorative (provare, spostare e riposizionare fino ad ottenere il risultato immaginato). Belle anche le parole di Eugenio Finardi, nel ricordo di come rimase a bocca aperta (Battiato Extraterrestre?) nell’ascoltare per la prima volta ciò che andava a formare l’album per eccellenza. Quello che in appena trenta minuti ha segnato un prima e un dopo nella storia del pop italico.
Uscito il 21 settembre 1981, sul finire dell’estate, “La voce del padrone” resterà in classifica fin oltre quella del 1982.
Videoclip “Summer on a solitary beach”
Alberto Radius ne sottolinea la generosità, Vincenzo Mollica è testimone di uno dei momenti più toccanti. Ma tutti con i loro frammenti, che Senardi raccoglie inserendo con tenero affetto d’amico anche i suoi, vanno a comporre il ritratto di Battiato artista e uomo.
Distaccato e amante della risata, propenso alla solitudine ma anche votato alla compagnia (la sua casa di Milo era sempre aperta agli amici), noi sposiamo le parole di Carmen Consoli: sarebbe stato bello se fosse rimasto con noi più a lungo. Ancora un po’.
Ne avremmo avuto, tutti, un grande giovamento.
E questo documentario emozionante e asciutto ne è la testimonianza.
Una produzione RS Productions in associazione con ITsART, distribuzione Altre Storie con RS Productions.
Fino al 4 dicembre, al cinema.