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Quel Gran Genio Di Gigi Sabani

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Flashback. Anno di grazia, 1993. Giorno e mese non li ricordo.

Ricordo, però, tutto il resto. Era una domenica pomeriggio. Una di quelle domeniche autunnali in cui tutta la famiglia si riuniva a casa della Nonna, come si usava fare un tempo. Soprattutto, un tempo.

Tra una pausa e l’altra dalle scorribande spensierate con i cugini, il mio occhio cade sullo schermo (acceso) del vecchio televisore della Nonna.

Quest’ultima, infatti, stava guardando appassionatamente uno dei suoi programmi preferiti, “Il Grande Gioco Dell’Oca”.

Dopo aver indugiato sulla bellezza carismatica di Jo Squillo e Simona Tagli, ecco che la regia del programma inquadra il faccione (a me già familiare) di Gigi Sabani. Ne resto ipnotizzato. Per il me bambino, infatti, Sabani era una specie di incrocio fra Celentano e Toto Cutugno.

Un grande.

Già, perché Gigi Sabani è stato uno dei personaggi più talentuosi della televisione italiana, anche se in molti, spesso, sembrano quasi dimenticarsene.

Dietro il suo sorriso gioviale, personalmente, ho sempre riscontrato una sorta di malinconia atavica, quella stessa malinconia che è tipica delle persone più sensibili. E dei “comici”. Sia chiaro, quella del comico è una delle figure più nobili dell’arte in generale. Spesso, però, il suddetto termine – soprattutto in Italia – viene utilizzato quasi con un’accezione negativa, come se si volessero sminuire bravura e successo di alcune delle figure chiave della cultura pop del belpaese. Ecco.

Quando parliamo di Gigi Sabani, parliamo di un Artista a tutto tondo. Di uno showman ante litteram. Di uno che durante il Festival di Sanremo del 1989, cantò il suo pezzo in gara (“La Fine Del Mondo”), imitando le voci dei suoi ‘colleghi’. Un genio. Non era certo un tipo che si risparmiava, Sabani. Soprattutto negli Anni Ottanta. Da “Domenica In” a “Premiatissima”, da “Ok, Il Prezzo E’ Giusto!” a “Chi Tiriamo In Ballo?”, il conduttore romano è stato uno dei mattatori del decennio. Uno dei volti più noti ed amati degli anni con il numero otto davanti.

E cosa dire del successo riscontrato con il brano “A Me Mi Torna In Mente Una Canzone”? Sul web, tra l’altro, chicca fra le chicche, è presente pure una bellissima esibizione di Sabani (eseguendo proprio “A Me Mi Torna In Mente Una Canzone”) in quel di “Superflash”, programma cult dell’allora Fininvest, condotto da un altro mostro sacro della tv italica, Mike Bongiorno. Ad ogni modo, non starò qui a fare un excursus sulla seconda parte della sua carriera. E non perché non sia meritevole quanto la prima, anzi.

Semplicemente, ricordare gli ultimi anni di Gigi Sabani mi fa venire il magone. E non solo per le vicende (anche giudiziarie) che lo hanno visto (ingiustamente) coinvolto. Ma anche e soprattutto per il mini-flashback di cui sopra.

Gigi Sabani mi piace ricordarlo con quel sorrisone aperto e con quell’aria scanzonata di chi si muoveva fra i corridoi della vita sempre con grande ironia. Come un uomo talentuoso, come un artista completo. Come uno degli idoli assoluti di almeno due generazioni di italiani.

Compresi tutti quei bambini che, all’epoca, guardavano “Il Grande Gioco Dell’Oca” insieme alla propria Nonna.

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