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Sanremo 1980-1989

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Sanremo 1980-1989
Classifiche, vincitori e vinti del decennio più colorato di sempre!

Lo puoi odiare, ti ci puoi innamorare, può farti sognare o può ammazzarti di noia. Lo puoi altezzosamente ignorare o lo puoi seguire tipo partita di calcio: minuto per minuto.
Lo puoi sbeffeggiare o lo puoi aspettare come si aspettano Pasqua e Natale!

Ma, come diceva il fortunato refrain: “Sanremo è Sanremo“.

Sono poche le occasioni nelle quali le famiglie dell’intero Stivale si stringono attorno al focolare per assistere, partecipare, indignarsi e trasformare i salotti in veri e propri ring! Tribune, curve, piazze dove tutte le opinioni hanno diritto di cittadinanza!

Le mamme, che vedono nel cantante belloccio il marito ideale per le loro figlie, i papà che già fischiettano, mentre si fanno la barba, il ritornello della canzone più orecchiabile. Le nonne che rimpiangono le melodie “di una volta“ ed i nonni che brontolando sentenziano che oramai non è più musica ma rumore… mentre “ai miei tempi, si! La musica era musica!“ E poi le figlie che cinguettano le strofe del cantante dallo sguardo languido e profondo, mentre i figli adolescenti sbeffeggiano famiglia e parenti, colpevoli di rimanere incollati davanti a una musica mielosa e banale.

Comunque la pensiate, ed a qualunque categoria apparteniate, per tutti, come ogni anno arriva Sanremo ed il Bel Paese, per una settimana, si paralizza.

E Sanremo non è Sanremo, ovviamente, senza una classifica.
I big in gara, le giovani promesse…

Proveremo perciò a stilare la classifica di tutte le classifiche! Un podio virtuale Dove rendere omaggio a dieci anni di sorrisi, canzoni, lacrime e fiori della Riviera!
Una classifica speciale; quella dei 10 vincitori dei Festival degli anni 80.

Ma andiamo per ordine. Come prima cosa, secondo il manuale del bravo presentatore di Frassichiana memoria, occorre ricordare quali furono i vincitori delle edizioni delle dieci edizioni di Sanremo anni 80.

Dalla trentesima edizione (quella del 1980) alla trentanovesima ossia quella del 1989:

Tenetevi forte!

1980: Solo Noi (Toto Cutugno),
1981: Per Elisa (Alice),
1982: Storie di Tutti i Giorni (Riccardo Fogli),
1983: Sará quel che Sará (Tiziana Rivale),
1984: Ci sará (Al Bano e Romina Power),
1985: Se m´innamoro (Ricchi e Poveri),
1986: Adesso tu (Eros Ramazzotti),
1987: Si puó dare di piú (Morandi, Tozzi, Ruggieri),
1988: Perdere l´Amore (Massimo Ranieri),
1989: ti lasceró (Oxa, Leali).

Senza ulteriori indugi, passiamo ora alla proclamazione del vincitore. Della canzone del decennio. La canzone regina di Sanremo degli Ottanta!

Iniziamo naturalmente dal terzo posto: Storie di Tutti i giorni di un Riccardo Fogli solista, senza i suoi Pooh, capace di raccontare la bellezza della semplicità. L’incanto e la lotta delle persone normali che vivono “storie di tutti giorni“ e che ogni giorno provano a spiccare il loro volo verso la felicità.

Al secondo posto: Per Elisa, di Alice. Canzone nata dalla collaborazione tra Giusto Pio e Franco Battiato, del quale sentiamo- nella canzone – tutta la forza narratrice. E che per il quale, Alice, al secolo Carla Bissi, da Forlì, fu certamente una musa ispiratrice. Lavorarono insieme. Infatti, ad altre stupende canzoni; i treni di Tozeur, Prospettiva Nevski, Summer on a Solitary Beach. Cimentandosi poi in memorabili interpretazioni dal vivo.

Al primo posto, e canzone regina del decennio sanremese: Adesso tu. Di Eros Ramazzotti. Uno dei pochi pochissimi autori nostrani che abbiano saputo scavalcare i confini nazionali e riempire le classifiche oltre che i palazzetti dello sport e gli stadi di tutto il mondo.
Una canzone d’amore, come è giusto che sia a Sanremo.
Una canzone che parla della difficoltà degli inizi (“nato ai bordi di periferia..“), dove “è più facile mollare“. E poi malinconie, che però vengono superate grazie alla forza del sentimento più antico e più nuovo di sempre: il cuore.

Lo so… lo sappiamo.
Nella sua brutale e tranchant semplicità, una classifica fa perdere i dettagli, i tentennamenti, i ricordi, le sfumature di grigio. Una specie di gioco della torre dove in modo crudele dobbiamo gettare, di volta in volta, quella canzone altrettanto bella o quell´artista altrettanto bravo, che tuttavia avrebbero meriterebbero il loro “posto al sole“.

Mi piace quindi l´idea, che non cambia comunque il risultato finale della classifica, di omaggiare, con una menzione d´onore, una canzone o un cantante per ogni anno del decennio 80-89. Un pezzo o un artista che, pur non avendo vinto nel conteggio finale della giuria, mi piace che possa comunque trovare un posto speciale nella mia/nostra memoria e nel mio/nostro cuore!

Anche in questo caso, l´ordine e la sequenza sarà rigorosamente cronologico!

1980. Trentesima Edizione del Festival. Esordio (e che esordio) di Enrico Ruggieri. Menzione d´onore a lui ed al suo gruppo (i Decibel) che cantano “Contessa“. Dicono fosse stata dedicata a Renato Zero con il quale i Decibel ebbero una querelle. Musica elettronica, tra “Enola Gay“ di OMD e lo ska dei Madness, ed un cantante-front man come Enrico dal capello biondo ossigenato, e dagli iconici occhiali dalla montatura bianca.
E furono gli unici, in un festival all’insegna del playback, a cantare dal vivo!
E poi… “non puoi più trattare i tuoi amanti come fossero bignè“ era di una genialità folgorante!

1981. A mani basse la menzione d´onore se la aggiudica Maledetta Primavera di Loretta Goggi. Intramontabile. Sfido chiunque, e ripeto CHIUNQUE, a non lasciarsi andare ed intonare a squarciagola le parole della canzone: “che fretta c’era, maledetta primavera?“. Sono parole e musica stampate nel DNA degli italiani!

E’ stato davvero difficile non dedicare la menzione d’onore del 1982 all’esordio sanremese del rocker di Zocca. Ma per questo 1982 ho preferito premiare “sarà perché ti amo“, dei Ricchi e Poveri. Una canzone che venne dileggiata, dimenticata ma che oggi, dopo 40 anni, è stata riscoperta come inno alla felicità e viene intonata negli stadi d’Italia, nelle piazze, nei gruppi di amici e di recente ha iniziato a spopolare anche fuori confine nostrani!

1983. Ora non ho più scuse. La menzione d’onore per la trentatreesima edizione del Festival la dedico a Vita Spericolata di Vasco Rossi, giunto alla sua seconda (ed ultima) esperienza sanremese. Se la canzone presentata al Festival dell´anno prima, aveva parlato direttamente al vostro autore (“vado al massimo… vado in Messico..!!“), vita spericolata parlava e parla ad intere generazioni di giovani. Tuttora una delle canzoni italiane più belle di sempre.
Ah… e comunque per far posto al Blasco e dare a lui la menzione d’onore 1983 ho dovuto buttare giù dalla torre nientepopodimeno che: “il terzo inno nazionale italiano“. Dopo l’Inno degli Italiani di Mameli, il Va Pensiero di Verdi, è infatti “L’Italiano“ di Toto Cutugno, che ha partecipato al festival dell’83, il nostro terzo inno nazionale!

1984. Terra promessa di Eros Ramazzotti. Un altro esordiente che presto avrebbe fatto jackpot al teatro Ariston. Inno dedicato ai ragazzi in cerca di un futuro migliore, quelli “che pensano sempre all´America“. In un periodo nel quale in Italia si stavano affacciando le mode delle scarpe dei boscaioli americani e lo stile di vita ispirato al cosiddetto “edonismo reaganiano“.

Anche per la palma da assegnare ad una delle canzoni in gare nel festival di metà decennio, quello del 1985, ho applicato religiosamente la regola del “va dove ti porta il …Messico!“ Gettata a malincuore dalla torre “Donne“ di Zucchero (al tempo ancora Zucchero Fornaciari), la menzione d’onore ’85 va a … rullo di tamburi… anzi…! squilli delle trombe dei mariachi… a Luis Miguel, con “Noi, ragazzi di oggi“. Soprannominato, in patria, El Sol de México, Luis era già un idolo delle ragazzine messicane quando Pippo lo convinse a partecipare alla gara canora sanremese. Per il quindicenne messicano fu un secondo posto pieno di rimpianti; dietro ai Ricchi e Poveri in classifica (gombloddo!), ma certamente al primo posto per copie di dischi vendute e per numero di cuori infranti tra le teenager italiane!

Per la palma della menzione d’onore 1986, non c’è stata partita. Un vincitore assoluto, trionfatore dell’incontro prima ancora che l´arbitro fischiasse. Si tratta di Lorenzo Giovanni Arbore, detto Renzo, e del suo Clarinetto.

Dopo aver re-inventato il palinsesto televisivo dando dignità assoluta alla seconda serata con la sua trasmissione Quelli della Notte, Renzo si presenta di fronte agli italiani, con la serietà del jazz, con esilaranti allusioni sessuali. Eleganti e simpatiche. Per nulla volgari…
Solo Renzo, del resto, avrebbe saputo rimanere serio cantando:
“Non c’è emozione né soddisfazione a suonar da soli il clarinetto
È uno strumento un po’ particolare che ha bisogno di accompagnamento
Ma dove sta una chitarrina per suonare insieme con il clarinetto jazz “
Una sola parola per descriverlo: GENIO.

Non volendo perdere le vibrazioni jazz-swing di arboriana memoria, per me la menzione d’onore 1987 é da dedicare al Garibaldi innamorato di Sergio Caputo. Avrei forse dovuto premiare la bellissima canzone, che ha resistito e resiste al tempo ed alle mode, di Fiorella Mannoia “quello che le donne non dicono“…ma l´immagine di un Peppino Garibaldi “ricercato in tutti i mari del sud“, a godersi il sole in una spiaggia di Bahia insieme ad Anita, e che “non si può tagliare la barba per questioni di Look“.. è straordinaria!!
Sarà ancora colpa del mio corazón latino?

Non fu un successo discografico, né resterà scolpita negli annali della discografia italiana… ma per questo Sanremo 1988, la palma della menzione d´onore per me va alla presenza sul palco del CALIFFO e la sua “io, per le strade di quartiere“.
Un califfo, quello sanremese, che diceva di essere sulla strada della redenzione…

“io, che andavo per le strade di quartiere
Io, con un penale tutto da pulire…
Ma adesso ci sei tu, qui con me
Ed io non rido, ma al contrario vivo te.“

Un califfo, buonista, che non ci ha molto convinto… però un Califfo sul palco merita, sempre e comunque, la palma del vincitore!

Ultimo Sanremo del decennio, naturalmente, fu quello del 1989. E come fosse l´ultimo giorno dell’anno, la famosa edizione sanremese condotta dai “figli famosi“ (Giammarco Tognazzi, Daniel Quinn, Rosita Celentano e Paola Dominguin) sparò i botti di fine decennio!

Per mettere un pò di ordine dovremo, quindi, stilare una classifica per la “menzione d’onore“ 1989!

Al terzo posto, un omaggio ad un altro dei tanti giganti che hanno calpestato i palchi dell’Ariston: Enzo Jannacci. “Se me lo dicevi prima“ tratta un tema pesante (la droga) ma con la semplicità, la simpatia e la dolcezza tipica della genialità di Enzo.
“E allora sarà ancora bello…quando tace il water, quando parla Gaber…. Quando ti innamori, quando vince il Milan…“

Al secondo posto, “almeno tu nell’universo“, attraverso la quale celebriamo una delle canzoni più belle di sempre. Una canzone bella, bellissima, di Mia Martini, una cantante con il solo difetto di avere una anima altrettanto bella ma fragile. Come nel testo della canzone, Mia cerca un amore assoluto, senza compromessi. Forse come atto di ribellione a quelli che venivano considerati anni superficiali, fatti di amori fugaci, il testo narra la sincerità. Cercata e ricercata con tutta la forza del cuore.

Al primo posto, e vincitrice della menzione d’oro dell’edizione 1989 (e forse del decennio? Che ne dite?) “cosa resterà degli anni 80“ di Raf.

La canzone arrivò quindicesima… ma sulle sue note scorrevano e probabilmente scorrono i titoli di coda dei nostri amati anni 80.

“Cosa resterà di anni afferrati e già scivolati via? Di Reagan e Gorbaciov? Di anni allegri e depressi di follia e lucidità? “.

Beh, la risposa è semplice. Siamo rimasti NOI! Noi che li leggiamo, che li scriviamo, che li ascoltiamo e noi che li ricorderemo. Sempre.

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