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Franco Battiato è stato un alieno

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Franco Battiato è stato un alieno.

Un extraterrestre musicale, piovuto da chissà quale pianeta delle sette note, per indottrinarci a suon di grandi canzoni e di ritornelli epici.

All’inizio degli Anni Ottanta, però, il geniale cantautore siciliano era ancora una sorta di oggetto misterioso per il panorama pop del belpaese. Un outsider stralunato e folle. Certo, nei Settanta aveva già prodotto dei lavori interessanti e sperimentali – “Fetus”, “Pollution” – oltre che iconici – “L’Era Del Cinghiale Bianco” – ma non aveva ancora sfiorato, soprattutto a livello commerciale, quelle vette altissime che arriverà a toccare con mano nel suo periodo d’oro.

Già, perché nella fase temporale che va dal 1980 al 1985, Battiato ha realizzato degli album grandiosi, originali, fuori dagli schemi. E che ancora oggi sembrano provenire da un lontano futuro. Prendete un disco come “Patriots”, per esempio. Con i suoi inni sgangherati e straordinariamente incisivi, rappresenta una vera e propria pietra miliare per chi volesse approfondire l’universo artistico del cantante siculo. E cosa scrivere de “La Voce Del Padrone” senza risultare ripetitivi?

Parliamo di un disco che, ascoltato negli Anni Venti del Duemila, risulta ancora avanti, proiettato nel futuro, come Marty McFly e la sua DeLorean. Basti pensare, del resto, ai pezzoni da cui è composto: “Centro Di Gravità Permanente”, “Bandiera Bianca”, “Summer On A Solitary Beach”, “Cuccurucucù”.

La lista sarebbe infinita.

Nel verso “il mondo è grigio, il mondo è blu” è racchiusa tutta la filosofia del Battiato pensiero, e se vogliamo, anche un po’ del mood di quegli anni così spensierati e, allo stesso tempo, così contraddittori. Franco Battiato cantava di “campane tibetane” e di “new frontiers” in un’Italia, forse, non ancora pronta a certi viaggi onirici. Un po’ quel che accadeva al Battisti di “E Già” e del post-Mogol.

Ritornando alla sfera prettamente musicale, “Mondi Lontanissimi” (del 1985), rappresenta, almeno per chi scrive, la summa perfetta di quel che era il Battiato di quei tempi. “No Time No Space”, “Il Re Del Mondo”, “I Treni Di Tozeur”, sono solo alcune delle perle contenute all’interno dell’album in questione.

“Mondi Lontanissimi” è uno scrigno pieno di pepite sonore dal valore inestimabile e, soprattutto, rappresenta la chiusura di un cerchio. Nella magia scanzonata di “Chan-Son Egocentrique”, possiamo ammirare tutta l’eternità dell’arte del cantautore nato in provincia di Catania.

E anche adesso che non c’è più, Franco Battiato c’è sempre. Sì, perché le grandi opere musicali, sono delle istantanee che consegnano i grandi artisti all’infinito. E quelle realizzate dal cantautore negli Anni Ottanta, sono state le prime di una lunga serie.

80’s Battiato, Playlist consigliata dall’autore:

1 Un’altra vita
2 Up Patriots To Arms
3 Centro Di Gravità Permanente
4 No Time No Space
5 Chan-Son Egocentrique
6 Cuccurucucù
7 Radio Varsavia
8 La Torre
9 Bandiera Bianca
10 Via Lattea

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