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Quanto ci sono costati gli anni 80

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Stiamo pagando ancora oggi i disastri fatti negli anni 80, una decade nella quale l’Italia ha accumulato sempre più debito pubblico.

A partire da metà anni ottanta il nostro paese ha conosciuto un periodo di decentramento amministrativo, che è sfociato negli anni novanta e duemila a dare maggiore autonomia agli enti locali ottenendo così maggiore potere decisionale e anche di spesa.

Tali cambiamenti sfociarono in due nuove importanti tasse, ossia l’Ici e l’Irap.

La pressione fiscale nel 1985 era pari al 35,6% del PIL, contro il 41% della media europea e il 45% della Francia. Anche per questo motivo in tanti decisero di tentare la fortuna, aprendo la Partita IVA e lanciandosi in un’attività autonoma.

Alla fine degli anni 80 si verifica il primo aumento delle aliquote sui redditi più bassi che passa dal 16% al 22%.

L’aumento delle tasse fino agli anni 80 è comunque mitigato dalla forte inflazione, nel 1981 Ministero del Tesoro e Banca d’Italia divorziano e non è più possibile pagare il debito pubblico attraverso la stampa di moneta, per questo per finanziare il debito bisogna cercarlo sui mercati di capitale causando l’aumento dei tassi di interessi e con loro il decifit.

Storicamente assurdo che l’IVA nel luglio del 1980 era al 15% diminuì al 14% a novembre per poi tornare nel gennaio del 1981 al 15%. L’IVA passò poi al 18% nel 1982 e al 19% nel 1988, fattore che fece aumentare ancora di più l’evasione fiscale e la chiusura repentina di molte partite iva.

Oggi per evitare sorprese con l’apertura di una partita IVA è utile affidarsi a piattaforme come www.fiscozen.it, un servizio “all inclusive” per professionisti e imprese individuali, un vero e proprio consulente fiscale digitale al 100%.

Se l’evasione fiscale dal 1980 in poi fosse stata anche solo un ottavo inferiore a quella reale, oggi il debito pubblico sarebbe attualmente più alto del 70% del PIL e non molto più alto di quella della Germania, questi sono i dati di un rapporto sui conti pubblici Italiani scritta dall’Università del Sacro Cuore diretta da Carlo Cottarelli.

L’evasione fiscale degli anni 80 ha difatti afflitto l’economia Italiana con conseguenze devastanti sia sul bilancio dello stato, sia per la pressione fiscale sostenuta da chi paga le tasse.

Quindi è vero che si stava meglio negli anni 80, ma se ci pensate bene come scrive Paolo Morando, fu proprio l’inizio delle barbarie.

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