MADONNA E GORBACIOV
(In memoria di Alberto Arbasino)
La forma è sostanza
l’abbiamo imparato presto
guardando la televisione.
Nel suo concerto del 1987 a Torino
Madonna
a metà dell’ultima canzone
chiese al pubblico un pettine per sistemare
i suoi capelli in disordine, I wanna finish this song
but my hair is all messed up. So I have to make
myself look beautiful!
Due anni dopo a Milano
il leader della declinante Unione Sovietica
Michail Gorbaciov
prima di affrontare
la folla della Galleria Vittorio Emanuele
riavviò i (pochissimi) capelli
come a significare che un occhio
per l’estetica
era parte integrante
di quel vasto programma politico
che prendeva il nome di
Perestrojka.
Con la tempesta adolescenziale
dimenticammo validi esempi e
ottimi precetti
per comportarci come gatti
che andrebbero presi per la collottola:
lo stile trasandato si addiceva a
idee bislacche e discutibili letture.
Solo verso i trenta
recuperammo il piacere della tradizione.
Nelle foto in bianco e nero
dei nonni con i loro vestiti impeccabili
per la messa domenicale
ritrovammo la bussola
senza la quale non facevamo
altro che sbandare fra
maglioni deplorevoli
e magliette disdicevoli.
La forma è sostanza, una
società sta in piedi se a saltare
al limite sono i discorsi, ma mai
e poi mai i convenevoli.