New York, città luogo comune unico nel pianeta, aveva conosciuto durante gli anni 80 una delle crisi più profonde della sua storia. Livelli record di omicidi per le strade, il crack la nuova droga facile ed a buon mercato ad ogni angolo di strada.
Eppure, artisti, cantanti, attori e fotografi non hanno mai smesso di amarla.
Negozi ed edifici abbandonati. Quartieri interi nelle mani delle organizzazioni criminali o di semplici ladri di polli. Non era ancora iniziato il lento progetto di riqualificazione urbana e la città, in alcuni suoi punti, pareva abbandonata. Spettrale.
Quando la città sembrava oramai destinata ad una lunga dolorosa decadenza, una fiammella non smise mai di ardere. Una fiammella che, seppur sepolta sotto strati di paura, indifferenza, rassegnazione, abbandono, stava per tornare ad ardere come la torcia della statua più rappresentativa di New York. La Statua della Libertà.
Sotto la cenere, covava un fuoco vivo ed immortale.
Il fuoco sacro dell’arte!
Ed infatti uno dei processi di rigenerazione della città, è stata, secondo me, la forza vitale dell’arte.
“Arte“, che nella New York degli anni 80, aveva un nome ed un cognome. Una folta capigliatura bianca ed un paio di occhiali iconici. L’uomo dei 15 minuti di celebrità che non si negano a nessuno, il pop portato al suo eccesso: Andi Warhol.
Nelle notti di SoHo, si conobbero ed iniziarono a lavorare insieme presso la Factory di Warhol, Andy Warhol, Basquiat (considerato da molti il padre della Street Art e del graffitismo) e Keith Haring. E con loro, Kenny Scharf all’epoca coinvolto sentimentalmente con Madonna.
Decadente, “mela“nconica, destinata all´estinzione dunque? Certo che no.
I newyorkesi sono per definizione una delle creature piú resistenti e capaci di autorigenerarsi.
E l’arte fu uno dei motori piú formidabili di questa resurrezione.
Ma una seconda forza primordiale, radicata profondamente nel DNA della ex Nuova Amserdam.
Non New York stava gridando al mondo la sua unicità e la sua forza attraverso l’arte e la cultura, ma anche nella forma più americana del proprio essere: il business! Nasce infatti sotto le ceneri della città violenta e senza legge, un altro dei fenomeni che più 80´s non si può: quello degli “Yuppie“. Acronimo di Young Urban Professionals.
Celebrati da Hollywood, copiati in tutto il pianeta. Odiati, invidiati ed emulati.
E come cantava Frank Sinatra, “if I can make it there, I’ll make it anywhere“.
Un inno per una nuova cultura che non si sarebbe fermata davanti a nulla! Fortune create e bruciate nel corso della stessa notte. Declinati dal punto di vista politico nell’edonismo reaganiani e nel mito del self made man tycoon che sopravvive ancora oggi (anche se in forma diversa) nel Trumpismo.
Si presero Wall Street, e poi si presero New York. Ossia il mondo.
Un motore inarrestabile che rimise in moto l’economia della città, e con lei – inevitabilmente – l’intero pianeta.
Terzo ed ultimo stimolo per la rigenerazione della città, un’altra forma di arte. A volte considerata minore perché “popolare “, ma proprio perché popolare capace di arrivare al cuore di tutti. La musica.
Valvola di sfogo, fabbrica di sogni, megafono di malessere ribellione o semplicemente voglia di dimenticare e divertirsi.
Così il panorama musicale newyorkese degli 80 è stato il melting-pot di culture che iniziarono a mescolarsi e contaminarsi l’una con l’altra.
A una parte l´Up-town ed il glamour di Studio54.
E dall’altra la Paradise Garage.. la DJ House party Scene del Bronx…
Ed ancora l’Hip-hop, la breakdance con la unica regola che si erano dati: quella di ..rompere tutte le regole!
Ogni volta la si visita, New York é una cittá diversa, nuova; ma proprio per questa uguale sempre a se stessa. In perenne trasformazione o per meglio dire.. evoluzione.
Se la foresta amazzonica é il polmone del pianeta, NY ne é il cuore pulsante. L’adrenalina.
Impossibile restare neutrali o peggio indifferenti alla sua straordinaria energia.
Ogni volta che, atterrati al LaGuardia ci si muove verso Manhattan, attraversando l’East River, e ci si trova di fronte lo skyline più famoso del pianeta, sia che tu sia un first timer o lo abbia fatto mille volte, non si può non far partire mentalmente la base della canzone di Jay-z ed Alicia Keys e sentire l´energia rigenerativa della città.
New York. La città che non si fa abbattere MAI. Nonostante tutto…
“in New York… concrete jungle where dreams are made of..
There is nothing you can´t do
Now you are in New York.
There streets will make you feel brand new“