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Natale 1989 – Nulla fu più come prima … (seconda parte)

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Natale 1989

Le vibrazioni generate dal crollo del muro di Berlino avevano attraversato valli e pianure ed erano arrivate fino alla pianura padana. E fatto crollare il piano formidabile che ci era costato tante ore di sonno, tanti caffè e tante piccole e grandi crisi interne al Gran Consiglio.

Il 9 Novembre e le immagini di una Berlino non più divisa ma non ancora realmente unita era una calamita irresistibile. E quindi di nuovo mano alle cartine, alle mappe geopolitiche ed ai thermos di caffè per ridisegnare un itinerario questa volta sì, dritti sparati verso la Storia con la S maiuscola!

Ok… ma tutto questo cosa c’entra (o centrava) con Venezia?

Qui lo zampino del vostro umile scriba. Cercavo per me e per i miei soci del gran consiglio una meta simbolica, una prima tappa di avvicinamento alla Storia. Venezia come elemento catartico e di sintesi tra la musica (Venezia era stato il luogo dello storico concerto dei PinkFloyd e volevamo raggiungere la Laguna per sentire l’eco delle emozioni e della energia che si era riversata sui canali veneziani pochi mesi prima) e la Storia. Se è vero che Venezia da sempre è stata la Porta verso l’Oriente… e Berlino era stata capitale della Germania Orientale.
Era un contenuto povero? Era sufficiente? Beh, a noi bastò e sul primo tratto del viaggio ci fu consenso unanime. Milano Venezia il 24 dicembre.

Se sulla tappa finale non vi era dubbio alcuno; sarebbe stata Berlino. Per il passaggio di consegne e vivere l’ultimo giorno del decennio degli ´80, ed il primo dei ´90 nella città Simbolo di questo cambio epocale.

Sulle tappe intermedie il Gran Consiglio non fu altrettanto unanime. C’era chi spingeva per una full immersion nel cuore della Germania per capire profondamente cosa Berlino significasse per 80 milioni di tedeschi. E quindi Monaco, Norimberga, Weimar, Wittemberg a visitare la cattedrale dove Lutero affisse le 95 tesi sulle indulgenze. E Berlino come sintesi di migliaia di anni di storia tedesca.

Altri, dei quali ometteremo discretamente i nomi, erano per una esplorazione dell’Europa dell’Est (Venezia-Vienna-Bratislava-Praga-Berlino) per una maggiore comprensione delle tradizioni di ospitalità tipiche dell´Est Europa…….

I giorni volarono… rotto il salvadanaio ed acquistato per circa 300,000 lire il pass per l’Europa (biglietto interrail), con zaino in spalla e nascosti nei posti più indicibili alcuni Travel Check, il 24 dicembre mattina, il Gran Consiglio si presentò puntuale (qualche membro più puntuale di altri ..… ) montammo sulla carrozza marroncino “tradotta Grande Guerra“ delle Ferrovie dello Stato. Direzione Venezia.

Gli scompartimenti sembravano la versione italiana del treno di Trading Places (Una Poltrona per Due). Solo che anziché partire dalla 30th Street Station di Filadelfia il nostro Interregionale partiva dalla Stazione Centrale di Milano, in Piazza Duca d’Aosta. Ed anziché un Eddie Murphie in versione studente nigeriano, un Dan Aykroyd stile rasta, una strepitosa Jaime Lee Curtis in tenuta da turista tedesca, le panche in legno della seconda classe ed il velluto delle poltrone della prima, ospitavano un campionario interessante di varia umanità.

Un ragazzo giapponese che stava facendo un anno sabbatico in Europa prima di iniziare l’Università ed essere seppellito per sempre nella vita da impiegato di una corporation nipponica.

Un nepalese che parlava (parlucchiava) italiano dicendo di aver attraversato in treno mezza via della Seta per passare le vacanze di Natale con la sua fidanzata italiana (che però non era con noi… misteri nepalesi). Un coreano, studente in giurisprudenza, che aveva promesso a sua madre di fare una fotografia, la notte di Natale, in Piazza San Marco. Perché anni prima i suoi genitori si erano sposati proprio in Laguna.

Due ragazze brasiliane, una delle quali si chiamava Carla LaBanca ed ogni volta che si presentava, diceva: mi chiamo LaBanca ma non ho soldi. Risata!

Un finlandese alto come un armadio, Einari, che girava con una t-shirt ed un sorrisone a 52 denti, mentre noi i denti li stavamo battendo (e tanto) nonostante avessimo addosso sciarpe cappelli e giacconi.

In poche ore siamo a Mestre e poi Venezia. Dalla Stazione ci si sposta in traghetto verso la Piazza San Marco. In compagnia della armata Brancaleone conosciuta in treno che il Gran Consiglio aveva oramai adottato come il cagnolino che ci segue fino alla porta di casa e che non si ha più il cuore di abbandonare!

Dalla ricerca di disponibilità presso l´Ostello della Giudecca, alla spesa presso i supermercatini per evitare i salassi per turisti, il Gran Consiglio era diventato una specie di sportello informazioni per i ragazzi conosciuti in treno e per l´altro sciame di ragazzi avventori dell´Ostello. E poi degli amici degli amici.

Le ultime ore di luce del 24 dicembre, le passammo seduti sui gradoni in pietra di fronte all´Ostello. Un maglione a mó di cuscinetto. Ammirando il tramonto, e sbocconcellando dei panini al prosciutto e formaggio.

“quindi domattina a che ora ci muoviamo per Vienna, ragazzi?“ chiede Claudio mentre sbocconcella il Panettone che avevamo deciso di comprare per il nostro Cenone del 24.
“il finlandese mi ha detto che stanno arrivando delle sue amiche“ gli risponde Guido.
“beh se sono alte come lui, tu Guido meglio che ti cerchi una scaletta“ … colpo basso di Alessandro.
“nella botte piccola sta il vino buono“… non si lascia provocare il buon Guido.
“è quello che diceva anche Marco Attilio Regolo quando lo ficcarono in una botte e lo gettarono giù da una collina“ Ah.. la cultura di Luca. A qualcosa finalmente serviva!
“magari è la volta buona che ci becchiamo una donzella… e magari il prossimo interrail lo facciamo in Finlandia“.
“non contate su di me“ dice Claudio. “avranno dei panettoni al sapore di acciuga cruda“.

La vigilia di Natale di consumò tra panettoni, panini del supermercato e fiabe finlandesi. Il 25 il finlandese non ricevette alcuna visita… forse sarebbero arrivate le sue amiche il 26 o 27. Ahimè non avevamo gli amici (o le amiche) a portata di WhatsApp… si andava a sentito dire, a delle ultime telefonate fatte o lettere ricevute tempo addietro.

Essendo Natale ci regalammo qualche sfizio come pranzare come Dio comanda in un ristorante e non sui gradini di una scalinata. La sera l´Ostello di riempì di nuovi arrivi. Un gallese che stava girando senza il becco di un quattrino ed un irlandese che ci raccontò di vivere a due passi dalla casa del babbo di BonoVox.

Qualche telefonata a casa… qualche cartolina scritta a nuovi e vecchi amici…
Berlino sempre più lontana. Ma anche Praga. Ma anche Vienna e Bratislava. Praticamente non raggiungemmo mai il confine salvo una capatina in giornata a Trieste perché Alessandro aveva un amico conosciuto in campeggio che gli aveva detto che se mai fosse passato dalle sue parti, gli avrebbe fatto conoscere un posto dove servono birre strepitose.

Festeggiammo anche il nuovo anno in Laguna. Salutammo l’ultimo sole degli anni 80 ai Giardini Reali, di fianco a Piazza San Marco. Ci sembrò un posto figo dove accogliere i primi raggi degli anni ´90. Salutando un decennio, salutando noi stessi oramai non più teenager.
Salutando con un pizzico di malinconia il Gran Consiglio che si muoveva al completo. Sarebbe stata l’ultima volta.

Biglietti scritti a mano con numeri di telefono ed indirizzi (civici) di mezzo mondo. Questa l’eredità che ci lasciò nelle tasche, nel portafogli e nella memoria quel Natale a Venezia.
Da lì in poi tutto iniziò a muoversi in modo più veloce. Le nostre vite si riempirono di mille altri nepalesi, finlandesi, coreani…

Chiudemmo un capitolo per aprirne altri. E nulla fu più come prima.

Ps. E comunque a Capodanno conobbi Maarit, di Tampere. Amica di Einari, il finnico formato frigo a 4 ante. E non era tanto alta.
Ma di questo ne parleremo la prossima volta.

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