“Genitori In Blue Jeans” (Growing Pains il titolo originale) è sicuramente uno dei telefilm più amati degli Anni Ottanta.
O meglio, di fine Anni Ottanta. Già. Perché il suo esordio televisivo sugli schermi del belpaese, infatti, è datato 28 dicembre 1989 – sebbene, negli Usa, sia stato trasmesso sul finire di settembre del 1985 -.
Un tempo si sarebbe parlato di “sitcom” di successo. Oggi, invece, di una “serie” da guardare con tutta la famiglia. Sì, perché le vicende narrate all’interno di “Genitori In Blue Jeans” sono più attuali che mai e vedono coinvolte le vicende della famiglia Seaver.
La trama (ideata da Neal Marlens) vede protagonisti due genitori, per l’appunto, Jason (Alan Thicke) e Maggie (Joanna Kerns) Seaver, alle prese con ben quattro figli: Mike (Kirk Cameron), Carol (Tracey Gold), Ben (Jeremy Miller) e la più piccola, Chrissy (Ashley Johnson). Oltre ad aver rappresentato uno dei capisaldi televisivi degli Eighties, “Genitori In Blue Jeans” è soprattutto uno spaccato di ciò che erano usi, costumi e “valori” degli Anni Ottanta.
Volendo fare un piccolo parallelo, quello dei “Seaver” è una sorta di continuum del solco tracciato da un’altra celeberrima famiglia dei nostri mitici 80s, i Robinson. Proprio come questi ultimi, infatti, i Seaver corrispondevano perfettamente ai cliché della famiglia-modello americana degli Anni Ottanta, dove dialogo e modernità si intrecciavano come rami di uno stesso albero.
Pensateci: nel caso dei Robinson, papà Cliff era un rinomato ginecologo sempre aperto al confronto con i propri figli. In “Genitori In Blue Jeans”, Jason era uno psichiatra che esercitava la propria professione tra le mura domestiche e che – come Cliff Robinson – rappresentava un punto di riferimento fondamentale sia per le vicende narrate nella trama della sit che per i propri figli. Non solo. “Genitori In Blue Jeans” è stato un caleidoscopio di talenti, una fucina di (grandi) attori che, di volta in volta, sono transitati sul set del telefilm.
Uno su tutti? L’allora giovanissimo Leonardo Di Caprio. Personalmente, ricollego le storie di Mike e soci ai pomeriggi post-scuola in cui c’era ancora margine per la semplicità. Nella prima metà degli Anni Novanta, infatti, “Genitori In Blue Jeans” veniva trasmesso verso ora di pranzo – da Italia Uno – subito dopo “Alvin Superstar”, altro nume tutelare degli Ottanta.
Era un’occasione per sognare ad occhi aperti sull’America (e di conseguenza sul mondo) di quel periodo e di riflettere, più in generale, su quella che era la (semplice) quotidianità di quei tempi. E cosa dire della mitica sigla del telefilm in questione, “As Long As We Got Each Other” cantata da BJ Thomas e Jennifer Warnes? Gran parte del successo ottenuto da “Genitori In Blue Jeans” lo si deve proprio a quelle note così epiche e spensierate. Probabilmente, una serie del genere oggi apparirebbe un tantino anacronistica.
Quanto abbiamo goduto, però, nel gustarcela durante le sue sette stagioni di messa in onda? Ciò detto, come tutti saprete, Alan Thicke non c’è più. Nel giorno della sua dipartita, oltre a spegnersi uno dei volti più amati di un preciso momento storico, è calato il sipario su di un’epoca.
E per noi “ragazzini” di quegli anni, è stato un pò come perdere uno di famiglia.