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Intervista ai THE TWINS

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THE TWINS
In ogni estate che si rispetti, non possono mancare gli eventi anni 80 e quest’anno Radio 80 e Radio Company hanno organizzato un grande evento ad Abano Terme, super ospiti live The Twins e Propaganda, due gruppi iconici degli 80.

Dopo essere stato all’80 Festival, ho avuto il piacere di intervistare i Twins (ovvero Sven Dohrow e Ronny Schreinzer) durante il loro soggiorno nella località termale Padovana. E’ stata una vera emozione incontrarli e parlare di aneddoti, curiosità e ricordi.

Una sorta di viaggio temporale che va dagli inizi della carriera, al grande successo con brani come Face to Face – Heart to Heart o Ballet Dancer, fino alle produzioni recenti.

Ciao Ronny e Sven per me è un grande piacere incontrarvi, voglio subito iniziare partendo dall’inizio della vostra carriera. So che negli anni 70 frequentavate la stessa scuola, come vi siete incontrati e soprattutto come è nato il nome The Twins?

S: Frequentavamo la stessa scuola e facevamo parte di band diverse, io ero chitarrista e Ronny batterista. Eravamo molto amici, ma non avevamo mai suonato assieme. Solo dopo la scuola decidemmo di unirci in un gruppo.

R: Quando abbiamo iniziato a fare musica assieme, eravamo solo noi due e nessun altro, componevamo i pezzi, scrivevamo i testi, suonavamo tutti gli strumenti. Per spiegare alla gente che la band era formata solo da due persone, decidemmo di chiamarci The Twins.

Quali sono stati gli artisti che più vi hanno ispirato per la creazione dei primi singoli?

S: Per me sicuramente Gary Numan! Siamo stati i primi in Germania a portare i sound tipici della New wave, gli Alphaville sono arrivati solo 2 anni dopo.

R: Eravamo molto influenzati dalle band inglesi dei primi anni 80, Human League, ABC, Depeche Mode, Yazoo

Il primissimo singolo dei Twins è stato Runaway nel 1980, questo ha permesso di farvi conoscere ai discografici.

S: Runaway è stata una sorpresa per noi, siamo stati selezionati tramite un concorso al quale hanno preso parte varie band.

R: Ci siamo classificati tra i primi 10 e abbiamo avuto l’opportunità di avere qualche centinaio di 45 giri promozionali da distribuire o rivendere per farci conoscere dalla gente e dalle case discografiche

Desert Place è stato il primo singolo di successo internazionale e poi nel 1982 il brano che tutti ricordiamo, specialmente qui in Italia, ovvero Face to Face – Heart to Heart. Potete spiegarci come è nato il brano, chi ha scritto i testi e la musica?

S: Desert Place è stato il nostro primo grande successo, è arrivato nella top 40 della dance chart in America. Il primo singolo che ci fece conoscere anche in Italia, però hai ragione, è stato Face to Face. La musica è tutta opera nostra, siamo stati aiutati da un lyrics writer inglese, nella correzione dei testi per renderli armonici con l’arrangiamento.

R: Nel nostro primo album Passion Factory musica e testi sono interamente creati da noi. Nel secondo album, quello contenente Face to Face, abbiamo però collaborato con Tim Dowdall. Quando abbiamo terminato Face to Face, ci siamo seduti con lui e ci ha chiesto di cosa volessimo parlare nel brano, così ci ha dato una mano a creare una piccola storia dietro al pezzo.

Grazie a questo brano avete iniziato a girare il mondo, quale è stata la performance live che più ricordate con affetto?

S R: Sono stati moltissimi i bei momenti, ricordiamo con affetto l’esibizione al Pala Sport di Budapest con oltre 12 mila persone presenti.

Veniamo ora al successo in Italia. Dopo Face to Face, sono usciti altri grandi pezzi come Not the loving kind, Ballet Dancer, Love System. In Italia avete raggiunto la vetta delle classifiche con tre brani, numero 4 per face to face, 7 not the loving kind, 2 ballet dancer. Eravate ormai di casa, ospiti fissi in tv. Avete qualche bel ricordo legato alle ospitate di
quel periodo?

S: Siamo venuti circa 50 volte in Italia negli anni 80, abbiamo partecipato a molte trasmissioni, ricordo molto bene l’esibizione a Domenica In, poi abbiamo partecipato per due volte al programma i Migliori Anni.

R: Negli anni 80, eravamo sempre qui, abbiamo preso parte a Discoring per più volte e a tantissime trasmissioni sia su canale 5 che rai 1. Quando c’era un Pop Show, noi c’eravamo.

Negli anni 90, dopo l’uscita dell’album The Impossible Dream del 1993, la vostra produzione musicale rallenta. Cosa è successo dopo?

S: In quel periodo abbiamo fondato una nostra casa discografica, la Passion Factory Records, ma la distribuzione era più per il mercato Tedesco e Francese, non per quello italiano. Non abbiamo mai smesso di creare cose nuove e nel frattempo ci siamo dedicati alla nostra nuova etichetta.

Nel 2018 i Twins sono tornati con un nuovo album, Living for the Future. Lo ho ascoltato e mi piace molto, ritrovo in esso un sound anni 80 modernizzato. Cosa potete dirci a proposito di questo ultimo lavoro?

R: Ci siamo seduti assieme e abbiamo pensato di creare dei nuovi brani in linea con il periodo, ma mantenendo il nostro stile. Abbiamo deciso che qualsiasi nuova cosa facciamo deve avere lo stile Twins.

Lo scorso anno la Blanco Y Negro spagnola ha ristampato il vostro singolo Blue Girl. Avete qualche news per i fans? Sono in vista nuovi brani, album, remix?

S: Certamente, stiamo preparando un nuovo album, avrà uno stile simile al precedente, non cerchiamo un successo commerciale, ma faremo un regalo ai nostri fans. We are the Twins again!

Avete fatto ballare e cantare mezzo mondo, se doveste scegliere uno tra i vostri brani, quale sarebbe il vostro preferito?

S: Per me è One Day, non è uno dei nostri pezzi di maggior successo, ma sono molto legato a questo brano. Se invece dovessi scegliere uno dei nostri cavalli di battaglia, allora Ballet Dancer.

R: Per me invece Not the Loving Kind, è ancora un pezzo capace di infiammare il pubblico, come abbiamo dimostrato durante la nostra esibizione qui ad Abano.

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