Home Film Wham!: la recensione

Wham!: la recensione

362
Oltre che artistica è soprattutto una storia di amicizia quella raccontata dal regista Chris Smith nel documentario “Wham!”, disponibile in questi giorni su Netflix.

Due ragazzini conosciutisi sui banchi di scuola ed arrivati sino all’olimpo della musica Pop: Andrew Ridgeley e George Michael. Il tutto condito, naturalmente, dalle iconiche sonorità del duo inglese.

Si comincia in medias res con la voce narrante del vecchio George che descrive in maniera entusiastica e lucida di come fosse stato un sogno, ma allo stesso tempo una fatica, arrivare ad essere gli Wham.

Ovvero, diventare una band fra le più amate di sempre e con milioni di dischi venduti in tutto il globo terrestre. La popstar britannica (all’anagrafe Georgios Kyriacos Panayiotou), infatti, prima dei successi e della gloria, è un bambino timido ed impacciato che nel 1974, appena undicenne, si trasferisce con la sua famiglia nell’Hertfordshire, una contea orientale di Londra.

L’anno successivo è quello della svolta voluta dal fato. Alla Bushey Meads School conosce Andrew Ridgeley e da quel momento la vita dei due ragazzini cambia radicalmente.
Come testimoniato dalle (bellissime) immagini di repertorio presenti nel documentario, sia George che Andrew, seppur giovanissimi, sin da subito hanno avuto le idee chiare sulla loro meta, nonché sulla loro vision: volevano arrivare alle masse. E fra alti e bassi, ci sono riusciti.

Smith ha diretto il documentario con un occhio attento ma mai invadente.
Difatti, “Wham!” scorre in maniera fluida, senza sbadigli di sorta. Molte le tematiche affrontate. Dalle influenze musicali dei due (Beatles, David Bowie) ai dissapori avvenuti durante la preparazione del primo (fortunatissimo) album, “Fantastic”.

“Wham!”, però, è anche una panoramica sugli Anni Ottanta. Difficile non entrare nel mood e non muovere i piedi a tempo quando le immagini scorrono sul video di ‘Club Tropicana’, una delle tante hit della band inglese.

E poi ancora, gli abiti colorati, i cocktail a bordo piscina, le copertine delle riviste specializzate dell’epoca. Qualcuno potrebbe obiettare che “Wham!” sia solo un documentario sull’ascesa di George Michael prima di “Faith” e della fama mondiale.

Nulla di più sbagliato.

Anche la figura di Ridgeley, infatti, emerge in maniera netta. Incisiva.
Sia come amico che compagno di band. Risultano evidenti, semmai ce ne fosse stato bisogno, pure le sue qualità musicali.

Una prima bozza sonora di ‘Careless Whisper’, tanto per fare un esempio, è nata proprio dalla mente (e dalla chitarra) di Andrew. Tornando al regista, Chris Smith ha testimoniato – anche in questo caso, mai in maniera ingombrante- i primi demoni di George Michael riguardo alla propria sessualità ed all’impossibilità di manifestarla apertamente allo star system. Forse uno dei momenti più toccanti e delicati dell’intero documentario.

Insomma, “Wham!” è un universo cosmico colorato da varie sfumature, un insieme di coriandoli pop che hanno definito la carriera del duo e di un un decennio, quello degli Anni Ottanta, pieno zeppo di storie (positive) come quella della band inglese.

In tanti, dopo aver guardato il documentrario, si ritroveranno a canticchiare quei ritornelli così “catchy” e contagiosi, scritti e musicati da due ragazzi che a quel tempo erano poco più che ventenni.

E poi, diciamocela tutta, chi è che non ha mai sognato di varcare, anche solo per un minuto, la soglia del Club Tropicana?

Top Ten Wham (consigliata dall’autore):

1. Wham Rap! (Enjoy What You Do)
2. Young Guns (Go For It)
3. Club Tropicana
4. Wake Me Up Before You Go Bifore
5. Careless Whisper
6. Last Christmas
7. I’M Your Man
8. Everything She Wants
9. A Ray Of Sunshine
10. The Edge Of Heaven

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.