La DeLorean di Doc ci riporta alla fine degli anni ’80 e dobbiamo scegliere una canzone per infiocchettare lo sgargiante pacchetto del decennio prima di metterlo in soffitta. Cosa scegliamo? Il 99,9% di voi, ne sono sicuro, opterebbe per “Cosa resterà di questi anni Ottanta” di Raf – e anche a ragione.
Chi è nato un po’ bastiancontrario, come me, cercherà magari un’alternativa meno frequentata. La mia personalissima sigla di chiusura dei 10 anni più belli del secolo scorso è infatti “E così viene Natale” di Adelmo e i suoi Sorapis.
Ohibò, e chi sono costoro? Beh Adelmo, non c’è da stupirsi, è proprio Adelmo Fornaciari detto Zucchero. I suoi Sorapis sono un gruppetto di amici di lusso (Maurizio Vandelli degli Equipe 84, Dodi Battaglia dei Pooh, Umbi Maggi dei Nomadi, Fio Zanotti e Michele Torpedine) che si battezzano Sorapis in onore di un monte delle Dolomiti dove stavano trascorrendo le vacanze di Natale del 1989: quindi proprio negli ultimissimi giorni del decennio.
Zucchero era reduce dal clamoroso successo di Oro, Incenso e Birra che lo aveva lanciato nel panorama musicale italiano, ma non ancora mondiale.
All’epoca era comunque giovane e sulla cresta dell’onda, mentre gli altri componenti del gruppo arrivavano, ormai impolverati, dai decenni precedenti. Comunque sia, è una meraviglia perduta il fatto che abbiano deciso di comporre una specie di biglietto natalizio in musica, pensato all’inizio solo per gli amici, senza nessuna pressione del marketing.
E divertendosì così tanto che dopo “E così viene Natale”, escono di getto altri sette pezzi, che verranno raccolti in un album inciso e distribuito soltanto quattro anni dopo (!) per cavalcare il successo di Zucchero che nel frattempo è diventato il cantante italiano che ha venduto più dischi all’estero.