Home Cinema Il retaggio dello xenomorfo – parte 2

Il retaggio dello xenomorfo – parte 2

617
xenomorfo

Alien 3
(Alien 3, 1992)

In seguito ad un incidente occorso sull’astronave miltiare “Sulaco”, Ripley e gli altri superstiti della battaglia su LV-426, vengono espulsi a bordo di capsule di salvataggio. Risvegliata dal criosonno, Ripley apprende di essere l’unica sopravvissuta: per sua sfortuna, la donna è precipitata sul pianeta Fiorina 161, colonia penale per soli uomini. Sospettando che un alieno abbia proliferato nei corpi dei compagni, Ripley pretende ed ottiene che questi vengano cremati. Nel frattempo, insospettabili membri della colonia stanno già incubando nuove e terribili forme di xenomorfo.

Nel 1992 David Fincher esordisce come regista cinematografico, dirigendo il terzo capitolo di “Alien”. Abbandonate le ambientazioni freddamente futuristiche dei precedenti film, Fincher sceglie di virare su atmosfere più primitive e desolanti. La realizzazione degli effetti speciali venne proposta a Stan Winston, che realizzò le creature in Aliens; Winston dovette però rifiutare a causa di altri impegni consigliando Tom Woodruff e Alec Gillis della Amalgamated Dynamic. Questo ed una lunga serie di cambiamenti avvenuti durante la pre-produzione e produzione del film porteranno “Alien 3” a subire numerose critiche, dividendo talvolta il pubblico.

Alien – La Clonazione
(Alien Resurrection, 1997)

Grazie all’ingegneria genetica, la defunta Ripley viene clonata e riportata in vita a bordo della nave statunitense “Auriga”. Ben presto la sventurata scopre che il suo DNA è mischiato a quello degli odiati xenomorfi. Come se non bastasse, alcuni tentativi falliti per clonarla hanno prodotto mostruose aberrazioni; alcune di queste creature, oggetto di esperimenti, sfuggono al controllo degli scienziati.

Nel 1997 la Francia domina la scena sci-fi, mentre Luc Besson firma “Il quinto elemento”, il regista Jean Pierre Jeunette raccoglie l’eredità lasciata dal controverso “Alien 3”. Jeunette abbandona la cupezza del precedente capitolo, tornando a privilegiare l’intrattenimento puro: “Alien Resurrection” risulta per questo più fruibile al grande pubblico. Pur dividendo ancora una volta i fans, “Alien Resurrection” riporta la saga ad un livello mainstream e chiude (provvisoriamente) il filone iniziato un ventennio prima.

La testa usata in "Alien Resurrection" fa parte della collezione privata di Paolo Prevosto www.paoloprevosto.com
La testa usata in “Alien Resurrection” fa parte della collezione privata di Paolo Prevosto www.paoloprevosto.com

Nel 2004 e nel 2007 la saga si snoda in due pellicole crossover: “Alien Vs. Predator” e “Alien Vs. Predator 2”, entrambi derivano da suggestioni fumettistiche e videoludiche evolute nel corso degli anni.

La testa usata in "Alien Resurrection" fa parte della collezione privata di Paolo Prevosto www.paoloprevosto.com
La testa usata in “Alien Resurrection” fa parte della collezione privata di Paolo Prevosto www.paoloprevosto.com

Articolo a cura di Paolo Prevosto e Francesco Magnoni

Leggi la prima parte dell’articolo qui

Articolo precedenteRetrogamingfriday: Altered Beast
Articolo successivoAtari Box
Paolo Prevosto, collezionista e creatore del progetto musicale synthwave "Simulakrum Lab", è un appassionato di fantascienza e hi-tech fin dagli anni 90'. Nel corso degli anni ha collezionato oggetti di scena originali provenienti dalle più famose produzioni di fantascienza e non solo. Egli ha arricchito la sua collezione fino a diventare uno dei più conosciuti in questo settore del collezionismo. Ha collaborato con la Warner Bros Italia ed ha organizzato vari eventi e mostre a tema sci-fi, riuscendo ad avere molti ospiti importanti, tra cui il regista Lamberto Bava, Mike Whittle, scienziato della NASA del progetto SKYLAB, l'attore Prentis Hancock da "Spazio: 1999" e l'astronauta italiano Umberto Guidoni. Recentemente ha organizzato una mostra dedicata alla serie anni '80 "Visitors" con ospite l'attore Richard Herd. Paolo ha esteso la sua collezione a oggetti originali utilizzati nelle missioni spaziali NASA ed internazionali, inoltre la sua passione per la storia lo ha portato a collezionare anche oggetti di militaria come la macchina Enigma. Oltre a questi meravigliosi cimeli, Paolo possiede sintetizzatori analogici vintage, questa ricerca è diventata la fonte di ispirazione per il progetto musicale "Simulakrum Lab" a cui hanno preso parte vari ospiti tra cui il maestro Claudio Simonetti, Fabio Pignatelli e il regista produttore Kenneth Johnson. www.paoloprevosto.com www.simulakrumlab.com

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.