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STARSHIP E LA CANZONE PIU’ BRUTTA DEGLI ANNI 80

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Torniamo a parlare di musica internazionale, ci spostiamo negli USA, dove a metà anni 80 dalle ceneri dei Jefferson Starship nasce una nuova band, Gli Starship.

Gli Starship sono quindi una evoluzione dei Jefferson Starship che a loro volta derivavano dai Jefferson Airplane, pionieri della musica psichedelica che si sviluppò a San Francisco a metà anni Sessanta. Il gruppo si forma nel 1984 ed è composto da Mickey Thomas, (ex Jefferson Starship)vocalist e leader del gruppo, Donny Baldwin, Craig Chaquico e Pete Sear A fare parte degli Starship però vi è soprattutto Grace Slick dei Jefferson Airplane, eroina sul palco di Woodstock nell’estate del 1969.

A differenza degli Airplane, la nuova formazione si discosta dai sound psichedelici degli anni 60 e 70 e decide di spostare le proprie coordinate musicali verso uno stile molto più simile alla musica pop. Il loro primo album è un successo di vendite!

Knee Deep in the Hoopla raggiunge infatti la settima posizione della classifica delle vendite, ma addirittura contiene due singoli numero 1, We buit this City e Sara, brani che in poco tempo raggiungono la vetta della classifica statunitense.

Il successo viene poi riconfermato con il secondo lavoro del 1987 No Protection. All’interno del LP un altro brano capace di raggiungere il primo posto in classifica, Nothing’s Gonna Stop Us Now, che viene inserito inoltre nella colonna sonora del film Mannequin.

Il 16 novembre 1985 “We Built This City” degli Starship raggiunge la prima posizione della classifica statunitense, ma 30 anni dopo nel 2004 il periodico musicale statunitense Blender la incorona ‘peggiore canzone di tutti i tempi’. Qualche anno dopo, nel 2011 il magazine Rolling Stone conduce un sondaggio sulle peggiori canzoni degli anni Ottanta, ed anche stavolta il brano si colloca al primo posto.

Non è finita qui, nel 2016 la rivista GQ definisce We Built this City ‘la canzone più odiosa della storia umana’. Ma è davvero così brutta?

Iniziamo col dire che il testo della canzone è stato scritto da Bernie Taupin, abituale paroliere di Elton John, che l’ha affidò a Martin Page per aggiungerci la musica. In seguito però anche gli Starship misero mano alla parte musicale, modificando la prima versione di Page che senza mostrare rammarico tagliò corto: “Fu molto saggio, perché so che volevano avere una hit. La nostra era una cosa un po’ più esoterica”.

Una modifica apportata dagli Starship è l’aggiunta di un intermezzo dove si sente una voce di un DJ che annuncia “un altro splendido sabato di sole”, cosa che non era prevista nella prima versione. Piccola curiosità, la voce del DJ è quella di Les Garland, all’epoca dirigente di MTV, che si premurò chiaramente di dare al video di “We Built This City” adeguata copertura sulla rete televisiva.

Parlando con Rolling Stone nel 2013, Bernie Taupin spiegò il vero significato della canzone: “Era una canzone molto buia su come veniva eliminata la vita dei club a Los Angeles e gli spettacoli dal vivo non avevano luoghi dove andare. Era una cosa molto specifica. Se sentiste il demo originale, non riconoscereste la canzone.” Quanto a Martin Page parlando con Songfacts nel 2014, ha raccontato la sua visione del brano, identica a quella di Taupin: “Per me, “We Built This City” è sulla musica dal vivo allontanata dalle strade di Los Angeles. Vogliamo tornare al rock and roll e suonarlo dal vivo.”

Altro grande estratto dall’album Knee Deep in the Hoopla è Sara, un brano decisamente diverso dal precedente, basato stavolta su una storia d’amore. Ad ispirare il titolo ai suoi autori, il compositore e produttore austriaco Peter Wolf e la moglie Ina Wolf, fu il nome della moglie di Mickey Thomas, il frontman degli Starship. Il singolo anche stavolta fa il botto raggiungendo la prima posizione della classifica statunitense il 15 marzo 1986.

Il brano si presenta come una dichiarazione d’amore nei confronti di una ragazza di nome Sara: il protagonista dice di non aver mai incontrato una ragazza come lei, che lo ama come non lo ha mai amato nessun’altra. Ma le strade dei due sono destinate a dividersi, frasi come “We’re fire and ice, the dream won’t come true ” e “Sara, Sara, no time is a good time for goodbyes ” ci fanno capire che la loro storia è destinata a finire, il protagonista è distrutto e non riesce ad accettare il capolinea del loro amore.

Ultimo brano assolutamente da ricordare della band Statunitense è Nothing’s Gonna Stop Us Now, altro numero 1 in classifica , inserito nel secondo album No Protection. Viene commissionato agli autori Diane Warren e Albert Hammond dal regista del film Mannequin, per la scena del matrimonio contenuta nella pellicola. Il pezzo è un duetto emozionante di Mickie Thomas e Grace Slick.

Il brano raggiunse il primo posto della Billboard Hot 100 il 4 aprile 1987. Fuori dagli USA è in cima alle classifiche in Canada, Irlanda e Regno Unito. In quest’ultimo paese, è diventata la seconda canzone più venduta del 1987.

In un’intervista Hammond ha affermato che l’idea per la canzone è venuta dal suo imminente matrimonio con la sua fidanzata convivente da sette anni, dopo che il suo divorzio dalla moglie precedente era stato finalizzato. Aveva detto a Warren: “È quasi come se mi avessero impedito di sposare questa donna per sette anni, e non ci sono riusciti. Non mi impediranno di farlo”.

In soli due anni gli Starship hanno collezionato ben tre piazzamenti al numero 1 in classifica, un successo incredibile che dura nel tempo. Starship featuring Mickey Thomas, questo il nome attuale della band riformata, ancora oggi porta in giro per gli USA tutti i loro successi, non solo degli Starship, ma anche delle origini con pezzi dei Jefferson Starship e Jefferson Airplane.

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