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Telenovelas e bolle di sapone

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Ah le telenovelas, che ricordi.

La mia infanzia la passai fra giochi in strada, cartoni animati e il ricordo indelebile delle telenovelas trasmesse sui canali delle tv locali, e all’epoca guardate da mia nonna ma anche da molte mie compagne di classe, e quindi fonte di interminabili… vogliamo chiamarle discussioni?

Il genere della telenovela è nato in America Latina con quelle argentine, brasiliane e messicane: serie-fiume composte da centinaia di episodi che ruotavano attorno a protagoniste indimenticabili come Verónica Castro e Grecia Colmenares, e continua ad avere un (inspiegabile) successo globale.

Proprio per i Paesi dell’America Latina la telenovela si è rivelata in effetti una risorsa di esportazione – dopo il cotone e la carne e insieme con il petrolio e gli stupefacenti – diventando un fenomeno commerciale, mediatico e di costume a livello planetario. Ad esse addirittura le Nazioni Unite, in una conferenza mondiale sulla popolazione del 1984, attribuirono un importante ruolo sociale, visto che rappresentavano situazioni dell’epoca suggerendo anche elementari schemi di comportamento “morale”: un po’ come la TV degli anni 60 che insegnò agli italiani a parlare italiano, quella degli anni 80 insegnò ai sudamericani… le buone maniere.

Per quanto tuttora considerate una forma di intrattenimento di serie B, un po’ come le riviste di gossip, sono un argomento che non potevo assolutamente farmi scappare: e quindi sono andato a riscoprire le telenovelas più rappresentative del periodo 80.

Anche i ricchi piangono

Il primo ricordo di questa serie è in realtà legato al Drive-in, dove veniva messa in scena una versione alternativa chiamata “Anche i Baudi piangono“… decisamente migliore di quella originale, almeno per me. In ogni caso questa è la madre di tutte le soap: 248 episodi con un grande successo di pubblico, al punto da rendere l’espressione del titolo tuttora proverbiale in italiano.

Partita nel 1979 in Messico e intitolata in orginale “Los ricos también lloran”, arrivò in Italia nel 1982 grazie alle emittenti locali; ma il successo venne con la messa in onda da Euro Tv (il canale di Calisto Tanzi che si trasformerà prima in Odeon Tv e poi Italia7) e da Rete 4 a metà degli anni 80.
Veronica Castro, indiscussa regina delle telenovelas, anch’essa di origini messicane, interpreta nella serie Mariana Villareal, che orfana di madre, perde anche il padre all’inizio della storia e (per non farsi mancare nulla) viene cacciata dalla matrigna, la quale fa suoi tutti gli averi delle famiglia.
Dopo aver viaggiato come vagabonda per Città del Messico, Don Alberto l’aiuta e l’accoglie come una figlia; e alla fine scoppierà l’amore con il figlio dell’anziano patriarca: Luis Antonio.
Insomma, la trama più classica delle fiction strappalacrime, che nel 1985 fa vincere un Telegatto alla serie.

Marilena

Lanciata in Venezuela nel 1988, fu una serie particolarmente lunga (257 episodi) con ottimi ascolti anche in Italia, dove fu trasmessa da Rete 4, ormai portabandiera dei palinsesti dedicati alle telenovelas. Protagonista è Catherine Fulop, attrice e modella, con il marito Fernando Carrillo (una cosa in famiglia, insomma), e questa soap si distingue per una trama decisamente diversa dalle concorrenti.
La storia è una storia d’amore tra Marilena (in origine il nome era Abigaíl, considerato difficile per i telespettatori italiani), una viziata studentessa di una ricca famiglia e il suo insegnante di letteratura, Alessandro, membro invece di una famiglia di umili origini. A causa della diversa provenienza sociale i due non si sposeranno, ma Marilena diventerà madre di Alessandro e alla fine riusciranno a stare insieme, nonostante tutte le difficoltà che la serie metterà in scena.

Topazio

Qui la star è Grecia Colmenares, che con la telenovela Topazio ottiene un successo incredibile in Italia, dove viene trasmessa su Rete 4 nel 1989 e vince addirittura nel 1990 un Telegatto.
Topazio racconta in soli 181 episodi la storia di una ragazza cieca, figlia di una ricca famiglia che chiaramente però viene allevata come un’orfana per colpa di uno scambio nella culla (che sfiga, direi). Topazio si innamora del coetaneo Gianluigi, anch’esso orfano, sempre per non farci mancare nulla.
Contrasti fra le famiglie continue, ma alla fine i due convoleranno a nozze e Topazio diventerà madre, anche se senza la certezza di sapere chi sia il padre, visto che ha subito una violenza dal dottor Buitriago. Ma non preoccupatevi, anche qui ci sarà un bel lieto fine.
La Colmenares ottenne un successo fuori dalle aspettative, la sua carriera venne lanciata e Topazio fu la prima serie sudamericana ad essere doppiata anche in inglese. Da segnalare la sigla “Piccola e fragile” cantata da Drupi.

Rosa Selvaggia

Amore, amore e ancora amore.
Sono gli ingredienti di Rosa Selvaggia (99 episodi), altro grande successo di Verónica Castro e della TV messicana trasmesso in patria tra il 1987 e il 1988, e in Italia solo pochi mesi dopo (a fine degli 80 la domanda del genere era alle stelle), su Rete A del gruppo Peruzzo che dava ampio spazio alle produzioni del genere.
Protagonista è Rosa, pure lei orfana (o in Sudamerica erano tutti orfani, o era ritenuto un cliché indispensabile), ma in realtà erede senza esserne a conoscenza di una ricca famiglia messicana: una specie di Claudio Scajola ante litteram, insomma.
Cadendo da un albero (ebbene sì), Rosa finisce per conosce Riccardo Linares, ricco scapolo le cui sorelle lo vogliono sposato al più presto. E così Riccardo sposerà Rosa… senza immaginare che sarà lei a salvargli la vita e le finanze. La serie fu un successo incredibile, la telenovela fu esportata perfino in Europa dell’est e in Nord America.

Per finire, non voglio dimenticare il contenitore pomeridiano Buon Pomeriggio, condotto da Patrizia Rossetti, trasmesso su Rete 4 dal 1989 al 1993 e che ha continuato a proporre le migliori telenovelas del Centro-Sud America e le grandi produzioni americane.

Il genere comunque continuerà ad avere un notevole successo di pubblico: basti pensare a Beautiful, iniziato nel 1987 e ancora in produzione, o alla mastodontica produzione di Sentieri, iniziata nel 1952 e terminata nel 2009, per un impressionante numero di 31 stagioni!

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