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Acapulco, prima spiaggia… a sinistra

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Acapulco
Il film “Acapulco, prima spiaggia… a sinistra” uscito al cinema l’11 marzo del 1983  rappresenta il manifesto degli aspiranti playboy da spiaggia in vacanza sulla riviera Adriatica.

Il film di Sergio Martino nasce grazie al sodalizio fra Gigi Sammarchi e Andrea Roncato che portano sul grande schermo lo stereotipo del maschio alfa arrapato e giocano su prestazioni sessuali e bella vita.

Oggi può essere considerato a tutti gli effetti un cult movie, che ci aiuta a rivivere uno spaccato degli anni ottanta e delle estati che non ci sono più.

La trama

Gigi e Andrea, due ragazzi senza voglia di lavorare, campano grazie ai genitori e sognano per le vacanze estive le mete esotiche, e soprattutto le ragazze da conquistare.

Acapulco è la meta segnata per l’estate: ma con i soldi nelle tasche dei due ragazzi l’unica possibilità è di andare in vacanza a Cesenatico dove la zia di Gigi ha una pensione.

Il film è composta da varie scenette come quello della mamma in vacanza dal marito geloso, la tabaccaia prorompente che non ci sta e le ragazze che scaricano i due appena capiscono che non hanno un soldo.

Al ritorno a Bologna, Gigi e Andrea, trovano una gradita sorpresa: l’estetista e la sua amica si concederanno, regalando un Ferragosto inaspettato ai due.

Indimenticabile la gag del costume “con rinforzo” di Andrea e il blazer total white in stile Julio Iglesias, tanto di moda negli anni 80.

“Viva le donne che son come l’acqua santa, quando le tocchi il miracolo non manca!”

La sigla dal titolo “Ci Do Che Ci Do Che Ci Do”, vero tormentone della coppia dei due comici Bolognesi fu firmata da Andrea Lo Vecchio e Mariano Detto e fu stampata su un 45 giri.

Il Cast

Troviamo una giovane Serena Grandi, nelle vesti di maschera del cinema, Anna Kanakis e l’indimenticabile Mirella Banti la tabaccaia sensuale.
Presente anche Gegia, estetista innamorata da sempre di Andrea e troviamo anche Jimmy il fenomeno, Annabella Schiavone, Giorgio Trestini, caratteristi molto famosi al pubblico del periodo.

La Romagna

Quasi tutto girato in Emilia-Romagna a partire dalle scene girate sulla torre del museo della Specola e via Zamboni a Bologna.

Anche il negozio dell’idraulico, papà di Andrea è a Bologna, tra via De’ Fusari e via Santa Margherita, così come il bar dove Gigi e Andrea annunciano agli amici un viaggio ad Acapulco: il Caffè Vittorio Emanuele si trova sotto i portici di Palazzo del Podestà, in piazza Maggiore.

A Cesenatico si passa da piazza Andrea Costa al condominio Adria di via Carducci (la famosa pensione Celsio).

Nella stessa via troviamo la tabaccheria dei Minerva, al civico 187, diventata successivamente un Pub.
Fanno da scenario al film anche gli allora Bagni Zaira e Quattroventi.

Alcune riprese sono state realizzate fra Lido di Ostia, campi sportivi e quartieri popolari e soprattutto il cinema Blue Moon, set noto anche per Lino Banfi con “Zucchero, miele e peperoncino”.

Io e la tabaccaia

Negli anni 80 proprio a Cesenatico passavo le vacanze insieme ai miei genitori e ricordo benissimo che l’anno successivo alla messa in onda del film in tv (1984) chiesi a mio padre di cercare la location della tabaccaia, magari per chiedere una bella confezione di Minerva.

Mirella Banti sarà sempre per tutti “la tabaccaia”, vera icona del film che all’epoca aveva 19 anni e interpretava la giunonica tabaccaia con il tubino rosso porpora e la “esscie” romagnola che vendeva i fiammiferi Minerva nella sala tabacchi, allestita per l’occasione in una stanza sotto al grattacielo di Cesenatico.

Sul sito livingcesenatico.it l’attrice ricorda:
“ero giovanissima, appena maggiorenne, anche un po’ spaventata. Avevo però un agente di spessore, Enrico Lucherini, che nel giro di pochi mesi mi fece interpretare due pellicole di grande successo: quando non ero impegnata nelle riprese di ‘Acapulco’, infatti, cambiavo set e, con il maestro Dario Argento, giravo ‘Tenebre’. Sono passata, in pochi giorni, dalla commedia al thriller, ma adoravo recitare e quel mondo mi sembrava fantastico”.

L’attrice ai tempi fu doppiata e confessa “sì perché la parlata romagnola, che pure adoro, per me che sono di Livorno, non mi veniva naturale”.

Alla fine la tabbaccheria non l’ho mai trovata, ma riguardando il film ripercorro un pò delle mie estati passate a Cesenatico.

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