Oggi stranamente parliamo di un cantante straniero, addirittura oltreoceano: un canadese seppur di chiare origini italiane: il grande compositore e musicista Gino Vannelli.
Nato nel 1952 a Montreal da una famiglia molisana, da giovane coltiva la sua passione per la musica studiando batteria e percussioni, e già a 15 anni scrive le sue prime canzoni.
Nel 1973 si trasferisce con i fratelli a New York, dove firma un contratto con una casa discografica che realizza il suo primo album, Crazy Life.
Anche il fratello di Gino, Joe, si fa notare in quel periodo: i due collaboreranno anche il futuro; tastierista ed arrangiatore, ancora oggi Jeo è considerato uno dei precursori dei sintetizzatori e drum machine.
Sin dall’inizio, ovvero la prima metà dei 70, Gino è con Stevie Wonder e Al Jarreau il cantante che più ha portato avanti la fusione tra generi, realizzando musica di straordinario spessore.
Dopo numerosi album usciti negli anni 70, come Powerful People, è negli anni 80 che Gino vede il successo in molti Paesi del mondo.
Ricordiamo due brani su tutti: “Black Cars” e la famosa “Wild Horses”, brani disco di grande successo commerciale a metà anni 80. La sua popolarità è grande soprattutto nella comunità dei DJ, tanto che Jovanotti si ispira a lui (oltre che a Gino Latilla) per il progetto “Gino Latino” di quegli anni.
La carriera di Gino prosegue negli anni Novanta, quando le sue canzoni di maggior successo sono “Sunset on L.A.” e “The Time of Day”.
E non dimentichiamo nel 2009 la collaborazione con i fratelli Nicolosi (ricordate i Novecento?), che produssero il brano “We the People”, brano dell’artista Billy Cobhan.
Oggi Gino Vannelli vive dividendosi tra la contea di Utrecht, nei Paesi Bassi, e gli Stati Uniti.