Vi abbiamo già parlato di Ready Player One, il nuovo film di Steven Spielberg in arrivo nelle sale in questi giorni, che si annuncia come un vero “megamix” degli anni 80.
Il romanzo di Ernest Cline, da cui Steven Spielberg ha tratto ispirazione per il suo ultimo film, è infatti un grande mix della cultura pop anni 80 e contiene il meglio di quel periodo.
Il film straripa di elementi presi da altri film, telefilm e videogiochi, dalla DeLorean di Ritorno al Futuro, passando per i videogiohi Qubert e Pac-Man, Freddy Krueger di Nightmare o il furgone dell’A-Team. Anzi è già partita la sfida a riconoscerli tutti: magari anche in un semplice poster o adesivo posizionato in una sequenza del film.
Chiaramente utilizzare così tanti diritti di sfruttamento di proprietari diversi dalla Warner che ha prodotto il film non è stata una cosa semplice, anzi. Spielberg ha rivelato che per avere tutti i permessi ci sono voluti ben tre anni di lavoro; nonostante questo, alcuni elementi sono rimasti impossibili da utilizzare: ad esempio da una prima indiscrezione sembrava che Disney avesse impedito l’uso di Star Wars, cosa che invece non corrisponde (per fortuna) alla realtà.

Ben Mendelsohn, che ha interpretato il Direttore Orson Krennic nel primo spin-off di Guerre Stellari (Rogue One: A Star Wars Story) e che in Ready Player One interpreta Nolan Sorrento, è intervenuto ironicamente sulla questione dicendo in una intervista:
“Potevi chiamarmi, Steven. Voglio dire: sono stato io che ho fatto costruire la Morte Nera!”
Alla fine il regista in una recente intervista a Fandango ha dichiarato:
“È stato difficile perché volevamo assolutamente inserire un numero enorme di riferimenti culturali agli anni 80 e 90, ma alla fine hanno collaborato tutti. La 20th Century Fox, la Universal, la Paramount, la Sony e la Disney… sostanzialmente tutti sono saliti a bordo per aiutarci, lasciandoci inserire molte ‘easter egg’ basate sui loro fenomeni culturali.”
e continua con:
“Se guardate con molta attenzione potrete vedere un R2-D2 da qualche parte, un X-Wing da qualche altra parte. Semplicemente non abbiamo usato le icone e i personaggi principali del franchise e dei film di Star Wars perché si tratta di una saga che è attualmente in corso. Star Wars fa parte della nostra contemporaneità e, anche se è una saga iniziata molti anni fa [1977] per poi svilupparsi negli anni 80, è anche un elemento culturale del ventunesimo secolo. Quindi abbiamo chiesto di poter inserire solo qualche piccolo riferimento, e la Disney ci ha dato tutto ciò di cui avevamo bisogno.”