Oggi mettiamo da parte la disco made in Italy e torniamo a parlare di cantanti internazionali, dedicandoci a un artista inglese che negli anni 80 ha ottenuto grande successo anche da noi in Italia.
Dopo Kim Wilde e Samantha Fox e i gruppi alternative pop, oggi tocca a Nik Kershaw!
Fin da piccolo, Nicholas si interessa di musica, impara a suonare la chitarra e sul finire degli anni 70, si unisce a vari gruppi e band, finché nel 1982 decide di lasciare la sua Bristol per puntare sempre più in alto.
Le cose si mettono bene, perché nel 1983 firma un contratto con la MCA Records, una casa discografica statunitense che decide di lanciarlo con il brano “I Won’t Let the Sun Go Down on Me”, canzone scritta inizialmente come canzone di protesta contro la Guerra Fredda e la politica del tempo.
Il brano è ricco di sintetizzatori, in particolare l’Oberheim OB-8, e ottiene molto successo in UK dove arriva nella top 10, addirittura al numero 2 e viene anche inserito nell’album di debutto di Nik Kershaw, “Human Racing”.
L’anno successivo, il 1984, esce il secondo album “The Riddle”, e Nik scala le classifiche di mezza europa con il singolo “Wouldn’t It Be Good” che raggiunge il secondo posto nella UK Singles Chart e riscuote grande successo in Europa, specialmente in Germania, Italia, Svizzera, Scandinavia e Canada.
Si comporta bene anche in USA, dove raggiunge il numero 46 della classifica grazie anche al video musicale, dove Nik è una specie di alieno.
Per realizzarlo viene utilizzata la tecnologia Chroma Key, che produce effetti speciali molto avanti per l’epoca. Kershaw eseguirà questa canzone anche al Live Aid di Londra, che si tiene nel luglio 1985 all’interno dello stadio di Wembley.